CR: legge comunitaria, relatore maggioranza Marin (5)
(ACON) Trieste, 17 giu - MPB - Il disegno di legge comunitaria
regionale, ovvero lo strumento nel quale annualmente si
raccolgono le disposizioni per adeguare l'ordinamento normativo
regionale a quello comunitario, dovendo il Friuli Venezia Giulia
adempiere agli obblighi che derivano dall'appartenenza
dell'Italia alle Comunità europee, prevede una serie di modifiche
alla normativa regionale inerente lo sportello unico per le
attività produttive, alle leggi riguardanti la valutazione
ambientale strategica (VAS) e il demanio marittimo, e ad alcune
leggi in materia di cooperazione allo sviluppo, partenariato
internazionale e programmazione comunitaria.
Complessivamente 44 gli articoli, in 8 Capi, in gran parte
dedicati alla materia dello sportello unico, ossia
l'interlocutore della pubblica amministrazione incaricato di
concedere in tempi accelerati le dovute autorizzazioni a coloro
che vogliano aprire una nuova attività o ampliarne una in essere:
semplificazione amministrativa che - ha sottolineato il relatore
di maggioranza Roberto Marin (PdL) - ha lo scopo di agevolare
l'esercizio dell'attività imprenditoriale specie nella fase di
avvio, riducendo tempi morti e spese inutili. A essere
interessata - ha inoltre evidenziato - è anche
l'informatizzazione dello sportello unico, che ha la funzione di
coordinare le singole fasi dell'intero procedimento e di fornire
una risposta unica e tempestiva al posto di tutte le pubbliche
amministrazioni coinvolte, comprese quelle preposte alla tutela
ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio
storico-artistico, della salute e della pubblica incolumità.
Il Capo IV è dedicato a disposizioni in tema di ambiente, in
particolare per quanto concerne la valutazione ambientale
strategica, mentre il V concerne le concessioni demaniali
marittime.
Prima delle modifiche alle norme in materia di cooperazione allo
sviluppo, partenariato internazionale e programmazione
comunitaria (al Capo VII), nel disegno di legge trovano posto
(Capo VI) specifiche disposizioni in materia di igiene per gli
alimenti di origine animale e le deroghe per gli stabilimenti di
macellazione di ridotta capacità produttiva, e ciò - ha fatto
notare Marin - per contemperare le esigenze di sicurezza che i
consumatori hanno riguardo ai prodotti con la necessità di un
corretto funzionamento del mercato interno dei prodotti di
origine animale, salvaguardando quelli tipici locali.
(segue)