PdL: presentata pdl riconoscimento città d'arte
(ACON) Trieste, 22 giu - DT - Prima erano cento, poi due.
Adesso, con la proposta di legge del consigliere regionale del
PdL Piero Camber, in Friuli Venezia Giulia potremmo avere sei
Comuni turistici: i quattro capoluoghi di Provincia - Trieste,
Udine, Gorizia e Pordenone - più Aquileia e Cividale.
Un articolo, quattro commi, e il progetto di legge -sottoscritto
anche dai colleghi di gruppo Piero Tononi, Maurizio Bucci, Bruno
Marini, Roberto Novelli, Gaetano Valenti, Franco Dal Mas, Luigi
Cacitti e Paolo Ciani - riconosce e istituisce le città d'arte in
regione, fissando paletti ben precisi. Sette requisiti
(obbligatorio possederne quattro) che vanno dalla presenza di
almeno un museo statale (o comunque tre non dello Stato) e un
teatro stabile, alla vendita media all'anno - negli ultimi tre -
di un numero di biglietti di ingresso alle collezioni museali
pari alla popolazione residente, fino, ad esempio, all'aver
organizzato - sempre nell'ultimo triennio e per metà dell'anno
solare - mostre e iniziative culturali in sale espositive
pubbliche. E poi c'è il paletto della presenza turistica negli
alberghi o in altre strutture ricettive, e quello del
riconoscimento di un sito come patrimonio mondiale dell'Unesco (è
il caso di Aquileia) o candidato dallo Stato a entrarne a far
parte (e qui il riferimento è a Cividale).
I Comuni in possesso di questi requisiti chiederanno il
riconoscimento di città d'arte alla Regione e ogni tre anni
dovranno confermare la permanenza in questa speciale categoria. E
sempre ai Comuni-città d'arte toccherà individuare i giorni e le
zone dove gli esercizi commerciali, compresi quelli al dettaglio,
potranno derogare agli obblighi di chiusura domenicale e festiva.
"Siamo partiti da una legge nazionale del 1998 che demanda alle
Regioni l'individuazione dei Comuni a economia prevalentemente
turistica e delle città d'arte, ha affermato Camber per spiegare
l'iter della sua proposta di legge. Nel 2002, invece, con la
giunta Illy, ci siamo ritrovati con una norma regionale che
indicava in Friuli Venezia Giulia cento località turistiche, tra
cui Trieste, Grado e Lignano, ma non le città d'arte. E siamo al
2008 quando, con la legge dell'assessore alle Attività produttive
Luca Ciriani, solo Grado e Lignano sono sopravvissuti come Comuni
turistici. Allora c'era l'accordo di rivedere le aperture
domenicali dei negozi, ma non c'era alcun patto sulla scomparsa
di Trieste da quella lista".
Una scomparsa che ha indotto il Comune del capoluogo regionale ad
approvare una delibera che definisce Trieste città d'arte, atto
impugnato dalla stesso Regione di fronte al Tar che ha accolto la
richiesta di sospensiva (non sul merito). "Tra i cento Comuni
turistici della legge Bertossi ai due di Ciriani, questa è una
via di mezzo per delimitare chiaramente quali siano le città
d'arte in Friuli Venezia Giulia, ha annotato ancora Camber.
Abbiamo lavorato seriamente per ritrovare, su un argomento così
importante, il giusto equilibrio. Quello che suona davvero
curioso è che la nostra proposta sia stata assegnata non alla
Commissione cultura, ma a quella sul commercio, sebbene un breve
passaggio in VI Commissione per il parere ci sarà".
"Abbiamo impostato una legge che non è di parte, che non riguarda
una fetta soltanto della regione, ma quei centri che già oggi
stanno incentivando il turismo - ha spiegato Valenti. Certo,
siamo preoccupati, visto anche il forte momento di crisi, per
quelle zone che si trovano sul confine con la Slovenia, perché
tutto quello che si spende nella vicina Repubblica non entra
nelle casse della Regione. Per questo la nostra proposta di legge
vuol essere una risposta a tutela e rinforzo dell'economia, e non
solo dell'area transfrontaliera".
A sottolineare la bontà del provvedimento, "sta il fatto che in
questa legge vengono rappresentate tutte le circoscrizioni
elettorali - ha fatto presente Tononi: c'è Cividale con Novelli,
la Carnia con Cacitti, Udine con Ciani, Pordenone con Dal Mas,
oltre ai proponenti triestini e goriziani. E comunque non è
escluso che qualche altro centro della regione possa inserirsi in
questa lista".
"La Lega Nord - ha commentato in conclusione Tononi - sta facendo
una politica friulicentrica, eppure la Venezia Giulia non è la
ruota di scorta di nessuno. Il Carroccio punta sul friulano?
Bene, noi sul commercio e le attività culturali. Non vogliamo
nessuna guerra tra città capoluogo, diamo solo la possibilità di
lavorare a chi vuole farlo".