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PdL: presentata pdl riconoscimento città d'arte

22.06.2009
13:23
(ACON) Trieste, 22 giu - DT - Prima erano cento, poi due. Adesso, con la proposta di legge del consigliere regionale del PdL Piero Camber, in Friuli Venezia Giulia potremmo avere sei Comuni turistici: i quattro capoluoghi di Provincia - Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone - più Aquileia e Cividale.

Un articolo, quattro commi, e il progetto di legge -sottoscritto anche dai colleghi di gruppo Piero Tononi, Maurizio Bucci, Bruno Marini, Roberto Novelli, Gaetano Valenti, Franco Dal Mas, Luigi Cacitti e Paolo Ciani - riconosce e istituisce le città d'arte in regione, fissando paletti ben precisi. Sette requisiti (obbligatorio possederne quattro) che vanno dalla presenza di almeno un museo statale (o comunque tre non dello Stato) e un teatro stabile, alla vendita media all'anno - negli ultimi tre - di un numero di biglietti di ingresso alle collezioni museali pari alla popolazione residente, fino, ad esempio, all'aver organizzato - sempre nell'ultimo triennio e per metà dell'anno solare - mostre e iniziative culturali in sale espositive pubbliche. E poi c'è il paletto della presenza turistica negli alberghi o in altre strutture ricettive, e quello del riconoscimento di un sito come patrimonio mondiale dell'Unesco (è il caso di Aquileia) o candidato dallo Stato a entrarne a far parte (e qui il riferimento è a Cividale).

I Comuni in possesso di questi requisiti chiederanno il riconoscimento di città d'arte alla Regione e ogni tre anni dovranno confermare la permanenza in questa speciale categoria. E sempre ai Comuni-città d'arte toccherà individuare i giorni e le zone dove gli esercizi commerciali, compresi quelli al dettaglio, potranno derogare agli obblighi di chiusura domenicale e festiva.

"Siamo partiti da una legge nazionale del 1998 che demanda alle Regioni l'individuazione dei Comuni a economia prevalentemente turistica e delle città d'arte, ha affermato Camber per spiegare l'iter della sua proposta di legge. Nel 2002, invece, con la giunta Illy, ci siamo ritrovati con una norma regionale che indicava in Friuli Venezia Giulia cento località turistiche, tra cui Trieste, Grado e Lignano, ma non le città d'arte. E siamo al 2008 quando, con la legge dell'assessore alle Attività produttive Luca Ciriani, solo Grado e Lignano sono sopravvissuti come Comuni turistici. Allora c'era l'accordo di rivedere le aperture domenicali dei negozi, ma non c'era alcun patto sulla scomparsa di Trieste da quella lista".

Una scomparsa che ha indotto il Comune del capoluogo regionale ad approvare una delibera che definisce Trieste città d'arte, atto impugnato dalla stesso Regione di fronte al Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva (non sul merito). "Tra i cento Comuni turistici della legge Bertossi ai due di Ciriani, questa è una via di mezzo per delimitare chiaramente quali siano le città d'arte in Friuli Venezia Giulia, ha annotato ancora Camber. Abbiamo lavorato seriamente per ritrovare, su un argomento così importante, il giusto equilibrio. Quello che suona davvero curioso è che la nostra proposta sia stata assegnata non alla Commissione cultura, ma a quella sul commercio, sebbene un breve passaggio in VI Commissione per il parere ci sarà".

"Abbiamo impostato una legge che non è di parte, che non riguarda una fetta soltanto della regione, ma quei centri che già oggi stanno incentivando il turismo - ha spiegato Valenti. Certo, siamo preoccupati, visto anche il forte momento di crisi, per quelle zone che si trovano sul confine con la Slovenia, perché tutto quello che si spende nella vicina Repubblica non entra nelle casse della Regione. Per questo la nostra proposta di legge vuol essere una risposta a tutela e rinforzo dell'economia, e non solo dell'area transfrontaliera".

A sottolineare la bontà del provvedimento, "sta il fatto che in questa legge vengono rappresentate tutte le circoscrizioni elettorali - ha fatto presente Tononi: c'è Cividale con Novelli, la Carnia con Cacitti, Udine con Ciani, Pordenone con Dal Mas, oltre ai proponenti triestini e goriziani. E comunque non è escluso che qualche altro centro della regione possa inserirsi in questa lista".

"La Lega Nord - ha commentato in conclusione Tononi - sta facendo una politica friulicentrica, eppure la Venezia Giulia non è la ruota di scorta di nessuno. Il Carroccio punta sul friulano? Bene, noi sul commercio e le attività culturali. Non vogliamo nessuna guerra tra città capoluogo, diamo solo la possibilità di lavorare a chi vuole farlo".