V Comm: parere delibera su programma sicurezza (1)
(ACON) Trieste, 30 giu - DT - La V Commissione consiliare,
presieduta da Roberto Marin (PdL), ha esaminato la delibera della
Giunta che definisce il programma regionale di finanziamento in
materia di politiche di sicurezza per il 2009.
Annualmente l'Esecutivo - come ha spiegato l'assessore alla
Sicurezza Federica Seganti - deve approvare il programma, che non
solo serve a mettere in luce le criticità e le possibili
emergenze-sicurezza in Friuli Venezia Giulia, ma soprattutto dà
il via libera a progetti e interventi - e relativi stanziamenti -
per combattere la criminalità e rendere più vivibile il
territorio.
Il programma analizza quello che è il livello di legalità, la
qualità della vita e la civile convivenza in regione sulla base
dei dati e delle statistiche fornite dal ministero degli Interni
e dall'ISTAT. Quello che emerge è che negli ultimi anni c'è stato
un generale aumento della criminalità su tutto il territorio
nazionale e di conseguenza pure in Friuli Venezia Giulia.
Soprattutto rapine e furti, dicono i numeri (nel 2006 proprio i
furti - in appartamento, negozi e locali pubblici, ma anche nelle
imprese edili per i macchinari - rappresentavano l'88% dei reati
commessi sul nostro territorio).
Reati - fa notare la relazione che accompagna il programma -
peraltro fortemente agevolati dalla vicinanza ai confini che
rende più complicata tanto la caccia al malvivente che il
recupero del bottino. E soprattutto dopo l'eliminazione fisica
delle frontiere, il Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni è
stato interessato da un forte incremento dei flussi migratori,
con persone provenienti in particolare dai Paesi dell'Est Europa,
rumeni in testa (al 31 dicembre 2007 gli stranieri residenti in
Friuli Venezia Giulia costituivano il 6.8% del totale della
popolazione contro una media nazionale che si assestava, nello
stesso periodo, intorno al 5.8%).
Un tanto si deve tradurre nella necessità di monitorare i flussi
immigratori sul territorio regionale per consentire una civile
convivenza, ma anche politiche di contrasto all'immigrazione
clandestina e la repressione di reati connessi, come spaccio di
stupefacenti, traffico d'armi e reati contro il patrimonio.
Tutte criticità che stanno contribuendo in modo significativo
alla percezione di un'insicurezza da parte dei cittadini della
regione che si sta diffondendo non solo nei Comuni più grossi
(dove le problematiche connesse allo sviluppo della
microcriminalità appaiono più accentuate) ma anche nei centri
minori. Per questo occorre controllare di più e meglio il
territorio, coordinando e sviluppando le sinergie tra forze
dell'ordine e polizia locale. Il che significa qualificare e
implementare gli organici della polizia locale, dotarli degli
strumenti più innovativi nella lotta alla criminalità,
intervenire immediatamente là dove le criticità sono maggiori e,
infine, mantenere standard qualitativi elevati in quelle comunità
dove si sono già registrati dei miglioramenti.
Questa è l'analisi, ma il programma è anche concretezza. Sono,
infatti, due gli ambiti di intervento per il 2009: il primo vede
la Regione protagonista diretta, nel secondo sono Comuni e
Province a doversi occupare di progetti sulla sicurezza.
In sintesi, la Regione monitorerà organici, mezzi e operatività
della polizia locale, fornendo anche strumenti operativi comuni
per agevolare la comunicazione e lo scambio di informazioni;
verranno sperimentate nuove tecnologie e implementati i mezzi in
dotazione alle forze di polizia e alla polizia locale, e ci sarà
una maggiore sinergia tra queste ultime; saranno sostenuti quegli
enti locali che presentano particolari criticità sul piano della
sicurezza dovute alla presenza di centri di identificazione ed
espulsione; ci saranno dei contributi, sempre per gli enti
locali, per l'acquisto, la costruzione o la ristrutturazione di
immobili destinati alle caserme dei carabinieri. Da ultimo, la
Regione punterà sui giovani, per scoraggiarli dall'uso di
sostanze alcoliche e stupefacenti e per prevenire e reprimere il
bullismo.
Seconda area di intervento fissata dal Programma: l'obiettivo è
sostenere la realizzazione di progetti proposti dai Comuni,
singoli o associati, e dalle Province. Vuol dire finanziare
impianti di videosorveglianza, potenziare le strutture e gli
strumenti delle sale operative della polizia locale, acquistare
l'armamento in dotazione ai vigili urbani, rinnovare e
incrementare le dotazioni tecnico-strumentali, il parco veicoli,
incrementare i collegamenti telefonici, telematici, i servizi
informatici e gli apparati radio, e, infine, intervenire a favore
delle fasce deboli della popolazione maggiormente esposte, con
particolare riguardo all'organizzazione di corsi di autodifesa
per le donne.
Per ottenere i contributi, Comuni e Province dovranno presentare
un modulo alla Regione in cui specificare gli interventi da
concretizzare, una scheda descrittiva delle criticità su cui si
intende intervenire, i costi del progetto, le sue modalità e la
tempistica. Tutti dati fondamentali per l'attribuzione dei
punteggi per il riparto dei contributi. Ad esempio, un impianto
di videosorveglianza vale 12 punti, i corsi di autodifesa 4, gli
interventi anti-bullismo 2.
Ma poi sono anche molti altri i criteri con cui si assegneranno i
fondi: c'è un punteggio differenziato in base all'ente
richiedente e alla popolazione residente (Province 14 punti,
Comuni capoluogo 12, un unico punto invece per i municipi con
popolazione fino a 5 mila abitanti), ce n'è un altro per i Comuni
che svolgono funzioni di polizia locale in forma associata, e un
terzo che tiene invece conto della percentuale di popolazione
residente con cittadinanza straniera rispetto al totale della
popolazione residente (le province con oltre il 7% di non
italiani riceveranno 20 punti). E poi si assegna il punteggio
sulla base del numero di presenze di turisti registrate nell'anno
(Comuni singoli o associati con presenze superiori a 1 milione,
12 punti) e ci sarà una sorta di classifica da 0 a 10 punti in
relazione alla qualità degli interventi presentati.
Per quanto concerne l'entità, ai Comuni capoluogo andrà un
massimo di 200 mila euro, alle Province 160 mila, ai Comuni
associati comprensivi di Comuni capoluogo di provincia 260 mila,
a quelli associati con popolazione complessiva superiore ai 15
mila abitanti 150 mila, ai Comuni con presenze turistiche annue
superiori al milione 150 mila, e via a scalare fino ai 40 mila
euro dei Comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti.
(segue)
(immagini tv)