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V Comm: sì a delibera programma sicurezza e dibattito (2)

30.06.2009
18:31
(ACON) Trieste, 30 giu - DT - A votare, in V Commissione consiliare, la delibera della Giunta sul Programma regionale di finanziamento in materia di politiche di sicurezza per il 2009, è rimasta la sola maggioranza (PdL, UDC e LN) perché l'opposizione - PD, IdV-Citt e SA - ha abbandonato la Commissione. "Non partecipiamo al voto perché non intendiamo essere corresponsabili dell'adozione di un provvedimento che riteniamo inopportuno", ha parlato per tutti Alessandro Tesini (PD). Che aveva aperto un dibattito piuttosto articolato sul programma ricordando, innanzitutto, i rilievi mossi dal Governo su alcuni commi della legge regionale sulla sicurezza approvata qualche mese fa.

"Le contestazioni del Governo - ha commentato Tesini - fanno riferimento proprio a quei punti oggetto del programma che s'intende attivare: è evidente che la Regione ha esorbitato dalle proprie competenze, ci pare prudente sospendere l'applicazione del provvedimento. In questo modo non facciamo correre alcun rischio a una legge sulla sicurezza che oggi è, in realtà, assai insicura".

"Quando ci sono altri bisogni, come quelli dettati dalla crisi economica, i soldi vanno spostati: le cose, a livello di sicurezza, sono migliorate eppure i denari rimangono lì, bloccati, ha annotato Mauro Travanut, sempre per il PD. Ma chi governa non può essere lontano dal buon senso. Se poi il programma è figlio di una legge impugnata, significa che bisogna starci attenti, e non può nemmeno essere che lo stesso ministro degli Interni Roberto Maroni non sia intervenuto per bloccarla: è lui la persona competente, ed è lui iscritto alla LN".

"Il Governo contesta quei punti che noi, come IdV-Citt, avevamo già bocciato in Aula. Il rischio è, per il consigliere Alessandro Corazza, che dopo la norma venga impugnato pure il programma. D'altra parte, ha proseguito, in Consiglio avevamo messo in guardia la Giunta che non sarebbe stato opportuno intervenire sulla sicurezza visto che il Parlamento si stava attivando, proprio allora, per una legge-quadro. Così, fintanto che il Governo non individua le nuove funzioni della polizia municipale, non possiamo certo farlo noi. Meglio, dunque, non proseguire con il programma. E comunque, stando a quanto riportato dalla stampa, pare che la questione sicurezza in Friuli Venezia Giulia sia appena all'ottavo posto tra le priorità dei cittadini".

"Questo programma attinge dalla legge sulla sicurezza, per il rispetto istituzionale che deve sempre valere tra Stato e Regione non si può proseguire, ha ribadito Franco Brussa, PD. L'iter va sospeso perché il provvedimento non ha efficacia. Ad ogni modo, mi sarei aspettato che dopo la notizia dei rilievi mossi dal Governo, venisse sconvocata la Commissione".

A rispondergli, il presidente Roberto Marin (PdL) che ha ricordato come il Governo non abbia impugnato nella sua totalità la legge, ma siano stati inoltrati sei rilievi, e di questi, quattro possono essere chiariti immediatamente (e comunque ci sono 60 giorni di tempo perché Regione e Governo trovino un punto di incontro prima che lo stesso Governo decida di impugnare il provvedimento davanti alla Corte costituzionale).

Per Antonio Pedicini, PdL, il discorso è un altro: anche se fossero cassati i punti della legge che suscitano le perplessità di Roma, il programma starebbe in piedi comunque visto che è un atto amministrativo che disciplina una spesa. Ancora: non dobbiamo sospendere nulla, introdurremmo un pessimo precedente, una sorta di subordinazione del nostro livello legislativo alle contestazioni del Governo, dobbiamo invece essere cauti, in ballo c'è il livello della nostra autonomia di Regione speciale. E in questa Regione, in materia di ordinamento degli enti locali, vogliamo dire la nostra in maniera forte. Quanto all'ordine pubblico, quando si scrive sui protocolli di intesa che ne concorriamo, con risorse e personale, allora il concetto di esclusività in capo allo Stato ha una declinazione non proprio così ferrea".

In conclusione, la replica dell'assessore alla Sicurezza Federica Seganti. "Va chiarito che è stata impugnata dal Governo una decina di commi su un articolato complesso e su interventi (come l'utilizzo della vigilanza privata, o la contrattazione separata) che sono passati indenni all'esame del ministero per le Politiche regionali. Rispetto alle osservazioni del Governo, è rilevante quella sull'ordinamento degli enti locali, sui cui però noi abbiamo la potestà primaria. Sugli altri quattro punti, i rilievi sono banali, non faremo nessun tipo di crociata, e martedì a Roma avremo un incontro al ministero per proporne la riscrittura. Per quanto concerne il programma, fa riferimento a un articolo del provvedimento che non ha avuto alcun rilievo, quindi continuiamo la nostra azione amministrativa in piena serenità".

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