II Comm: audizione Ciriani su crisi, i consiglieri (2)
(ACON) Trieste, 02 lug - DT - E' stato il consigliere del
Partito Democratico Paolo Pupulin ad aprire il dibattito dopo
l'audizione, in II Commissione consiliare, dell'assessore alle
Attività produttive Luca Ciriani. "Sarà un settembre nero, ha
esordito, il rischio implosione di un numero consistente di
aziende è forte, e a essere soffocato sarà soprattutto l'indotto.
Il guaio è che i nostri interlocutori, quando si tratta di fondi
internazionali o di multinazionali, non ci propongono mai piani
di riorganizzazione o progetti industriali, e invece ci devono
dire dove vogliono andare a parare, altrimenti la continua
rincorsa a soluzioni alternative è inutile. La Regione deve avere
un peso nel confronto con queste aziende e i loro vertici".
Si è soffermato sulle difficoltà in cui versano le cartiere di
Ovaro e Tolmezzo e la Weissenfels di Tarvisio, Sandro Della Mea,
sempre per il PD, che ha chiesto a Ciriani se esista - nel caso
della storica azienda del Tarvisiano - un piano industriale
credibile. "L'azienda è in crisi, gli ha risposto puntualmente
l'assessore, serve un piano industriale certo, Friulia è
disponibile a intervenire purché ci sia serietà e si tuteli
l'occupazione". E ha anche comunicato che lunedì ci sarà un
incontro, a Udine, tra sindacati e proprietà.
Enio Agnola, di IdV-Citt, ha chiesto che la Regione compia uno
sforzo per mettere in campo in autunno ulteriori strumenti
finanziari. "In quel periodo, ha sottolineato, avremo aziende in
ripresa e altre che avranno bisogno di un supporto economico, che
dovranno poter contare sulla liquidità di Friulia. Per altre,
invece, che non avranno i mezzi per la ripresa, dovremo pensare
ai contratti di solidarietà. Infine, questa sorta di unità di
crisi tra gruppi consiliari, che ha visto la luce sulla scia
dell'emergenza Safilo, è bene che venga mantenuta, al di là di
ogni schieramento, per dare un segnale positivo".
Da parte del consigliere PD Enzo Marsilio la richiesta di
intervenire su Bruxelles: vista questa crisi, forse - ha annotato
- andrebbero rivisti alcuni indirizzi fissati dall'UE sugli
Obiettivi competitività. Perché dobbiamo stare dietro,
indipendentemente da cosa fa, a chi ha voglia di investire,
piccolo o grande che sia.
Tecnico l'intervento di Gaetano Valenti, per il PdL. Oggi, uno
dei problemi sono gli studi di settore, che vanno assolutamente
rimodulati. E poi, Valenti ha sottolineato una grossa difficoltà
nell'ottenere da parte delle banche la rateizzazione delle
imposte e dei mutui ipotecari su immobili commerciali e
industriali, situazione che sta strozzando le imprese.
Con il ddl anticrisi la Regione ha messo in campo una forte
liquidità, ha ricordato Roberto Asquini per il Gruppo Misto, ma
gli istituti bancari, pur di fronte a situazioni garantite,
finora non sono stati molto disponibili. Bisogna fare in modo che
siano più attivi, il loro immobilismo è un'aggravante terribile
in questo periodo.
La grande preoccupazione è quanto durerà questa crisi, perché a
oggi viviamo soltanto di ipotesi anche se arrivano dei segnali di
fiducia, ha dichiarato Paolo Santin (PdL). Ma se è vero che il
mercato detta le condizioni, anche noi come Regione le dettiamo:
allora forse è il caso di mettere mano a qualche normativa,
troppo rigida e superata. Stigmatizzato, poi, l'atteggiamento
delle banche: sono state sostenute molto, non stanno restituendo
l'aiuto ricevuto.
Dello stesso tenore l'intervento del presidente della
Commissione, Maurizio Franz della LN. Gli istituti bancari non
possono tirare fuori l'alibi della mancanza di strumenti
finanziari per non intervenire, devono fare la loro parte, essere
vicini al territorio. Perché altrimenti a rimetterci saremo
tutti, comprese le banche.
In conclusione, la replica di Ciriani. "Il monitoraggio delle
imprese in difficoltà è impossibile, ha detto. Però ogni giorno,
assieme a Friulia, abbiamo degli incontri con il tessuto
produttivo della regione e anche la stessa Friulia sta tornando
alla sua missione iniziale, che non è quella di dare denaro a
tutti ma di agire. Non è più, in sintesi, una banca d'affari". Il
vicepresidente della Regione ha quindi annunciato che quanto
prima, a Udine, ci sarà un vertice tra le categorie economiche,
la Giunta e i capigruppo del Consiglio "per fare il punto della
situazione e per organizzare, di conseguenza, degli specifici
tavoli tecnici".
Riguardo al rapporto con le banche, per Ciriani il problema
esiste, ma deriva anche da un sistema bancario che non è radicato
in modo forte nel territorio. La Regione ha messo in campo i
Confidi, un Fondo da 52 milioni di euro di cogaranzie e di
controgaranzie, più di questo cosa dovremmo proporre alle banche
perché facciano le banche? Serve, pertanto, un contratto politico
con le banche stesse. Se il mondo corre, ha concluso Ciriani,
anche gli istituti di credito devono farlo".
(fine)