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II Comm: audizione Ciriani su crisi, i consiglieri (2)

02.07.2009
18:06
(ACON) Trieste, 02 lug - DT - E' stato il consigliere del Partito Democratico Paolo Pupulin ad aprire il dibattito dopo l'audizione, in II Commissione consiliare, dell'assessore alle Attività produttive Luca Ciriani. "Sarà un settembre nero, ha esordito, il rischio implosione di un numero consistente di aziende è forte, e a essere soffocato sarà soprattutto l'indotto. Il guaio è che i nostri interlocutori, quando si tratta di fondi internazionali o di multinazionali, non ci propongono mai piani di riorganizzazione o progetti industriali, e invece ci devono dire dove vogliono andare a parare, altrimenti la continua rincorsa a soluzioni alternative è inutile. La Regione deve avere un peso nel confronto con queste aziende e i loro vertici".

Si è soffermato sulle difficoltà in cui versano le cartiere di Ovaro e Tolmezzo e la Weissenfels di Tarvisio, Sandro Della Mea, sempre per il PD, che ha chiesto a Ciriani se esista - nel caso della storica azienda del Tarvisiano - un piano industriale credibile. "L'azienda è in crisi, gli ha risposto puntualmente l'assessore, serve un piano industriale certo, Friulia è disponibile a intervenire purché ci sia serietà e si tuteli l'occupazione". E ha anche comunicato che lunedì ci sarà un incontro, a Udine, tra sindacati e proprietà.

Enio Agnola, di IdV-Citt, ha chiesto che la Regione compia uno sforzo per mettere in campo in autunno ulteriori strumenti finanziari. "In quel periodo, ha sottolineato, avremo aziende in ripresa e altre che avranno bisogno di un supporto economico, che dovranno poter contare sulla liquidità di Friulia. Per altre, invece, che non avranno i mezzi per la ripresa, dovremo pensare ai contratti di solidarietà. Infine, questa sorta di unità di crisi tra gruppi consiliari, che ha visto la luce sulla scia dell'emergenza Safilo, è bene che venga mantenuta, al di là di ogni schieramento, per dare un segnale positivo".

Da parte del consigliere PD Enzo Marsilio la richiesta di intervenire su Bruxelles: vista questa crisi, forse - ha annotato - andrebbero rivisti alcuni indirizzi fissati dall'UE sugli Obiettivi competitività. Perché dobbiamo stare dietro, indipendentemente da cosa fa, a chi ha voglia di investire, piccolo o grande che sia.

Tecnico l'intervento di Gaetano Valenti, per il PdL. Oggi, uno dei problemi sono gli studi di settore, che vanno assolutamente rimodulati. E poi, Valenti ha sottolineato una grossa difficoltà nell'ottenere da parte delle banche la rateizzazione delle imposte e dei mutui ipotecari su immobili commerciali e industriali, situazione che sta strozzando le imprese.

Con il ddl anticrisi la Regione ha messo in campo una forte liquidità, ha ricordato Roberto Asquini per il Gruppo Misto, ma gli istituti bancari, pur di fronte a situazioni garantite, finora non sono stati molto disponibili. Bisogna fare in modo che siano più attivi, il loro immobilismo è un'aggravante terribile in questo periodo.

La grande preoccupazione è quanto durerà questa crisi, perché a oggi viviamo soltanto di ipotesi anche se arrivano dei segnali di fiducia, ha dichiarato Paolo Santin (PdL). Ma se è vero che il mercato detta le condizioni, anche noi come Regione le dettiamo: allora forse è il caso di mettere mano a qualche normativa, troppo rigida e superata. Stigmatizzato, poi, l'atteggiamento delle banche: sono state sostenute molto, non stanno restituendo l'aiuto ricevuto.

Dello stesso tenore l'intervento del presidente della Commissione, Maurizio Franz della LN. Gli istituti bancari non possono tirare fuori l'alibi della mancanza di strumenti finanziari per non intervenire, devono fare la loro parte, essere vicini al territorio. Perché altrimenti a rimetterci saremo tutti, comprese le banche.

In conclusione, la replica di Ciriani. "Il monitoraggio delle imprese in difficoltà è impossibile, ha detto. Però ogni giorno, assieme a Friulia, abbiamo degli incontri con il tessuto produttivo della regione e anche la stessa Friulia sta tornando alla sua missione iniziale, che non è quella di dare denaro a tutti ma di agire. Non è più, in sintesi, una banca d'affari". Il vicepresidente della Regione ha quindi annunciato che quanto prima, a Udine, ci sarà un vertice tra le categorie economiche, la Giunta e i capigruppo del Consiglio "per fare il punto della situazione e per organizzare, di conseguenza, degli specifici tavoli tecnici".

Riguardo al rapporto con le banche, per Ciriani il problema esiste, ma deriva anche da un sistema bancario che non è radicato in modo forte nel territorio. La Regione ha messo in campo i Confidi, un Fondo da 52 milioni di euro di cogaranzie e di controgaranzie, più di questo cosa dovremmo proporre alle banche perché facciano le banche? Serve, pertanto, un contratto politico con le banche stesse. Se il mondo corre, ha concluso Ciriani, anche gli istituti di credito devono farlo".

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