II Comm: audizione assessore Ciriani su crisi economica (1)
(ACON) Trieste, 02 lug - MPB - La II Commissione consiliare,
presieduta da Maurizio Franz (LN), ha ascoltato in audizione
l'assessore alle attività produttive Luca Ciriani sul tema della
crisi economica che sta investendo anche il Friuli Venezia
Giulia, e sulle azioni messe in campo per fronteggiarla.
Il quadro aggiornato dall'assessore ha riguardato soprattutto le
situazioni più difficili, da Safilo a Weissenfeld, Ideal
Standard, Luvata e Caffaro, oggetto quest'ultima degli incontri
odierni del presidente della Regione, Renzo Tondo, a Roma al
ministero dell'Ambiente. Un panorama cupo ma non privo di
spiragli, come ha poi sottolineato Ciriani indicando
l'intrecciarsi di una crisi oggettiva con una crisi più
psicologica e indotta dalla prima, che però deve essere
egualmente combattuta dando segnali di fiducia. Che non mancano:
uno di questi è l'indice ISAE che rileva la fiducia delle
famiglie, in Friuli Venezia Giulia cresciuto significativamente
nel 2009. Anche per questo c'è l'intenzione, con il presidente
della Regione, di istituire un premio alle aziende che producono
e che hanno superato la crisi, esempio e incoraggiamento per
quelle ancora in difficoltà.
Così, Ciriani ha riferito alla Commissione dell'incontro tecnico
di ieri con sindacati, Friulia, zona industriale dell'Aussa Corno
sul caso Safilo per trovare un imprenditore disponibile a
rilevare lo stabilimento, e parallelamente se sia possibile un
utilizzo, in via prioritaria, del personale Safilo in esubero da
parte dei nuovi insediati nella zona industriale. Un discorso
problematico per la difficoltà di incrociare le esigenze di
personale con le competenze a disposizione, tanto più che c'è
anche un impegno ad assumere personale della Caffaro.
La situazione della Safilo è pesante - ha rincarato Ciriani - il
Gruppo è stato messo alle strette anche dalle agenzie di rating,
ammonta a 700 milioni di euro il debito con le banche e
l'atteggiamento dell'azienda è stato impermeabile a ogni
trattativa, anzi ha fatto finte promesse di salvaguardia di
almeno 80 posti a Precenicco a fronte della mobilità e dei
prepensionamenti, quando poi ha deciso di arroccarsi sugli
stabilimenti veneti in accordo con i sindacati della vicina
regione che non si sono presentati ai tavoli romani. Così,
adesso, per i dipendenti si profila la cassa integrazione, mentre
l'azienda chiede anche una cassa integrazione in deroga, che per
il numero elevato di dipendenti risulterebbe assai costosa.
Difficili dunque i pronostici, tanto più che attraverso Friulia
si erano cercati - e trovati - imprenditori disponibili a
interagire con Safilo, che di fronte a richieste e offerte ha
mostrato sempre una disponibilità ridotta, e ciò non rende
possibile un accordo.
Monitorata da oltre un anno, è esplosa giornalisticamente in
questi giorni la crisi di Weissenfeld, ha detto Ciriani
ricordando l'ingresso di un nuovo imprenditore e la scomposizione
della produzione in due indirizzi, ma anche che la situazione è
precipitata da gennaio in poi, con la perdita di 7 milioni di
euro cui si aggiungono perdite mensili attestate sui 300 mila
euro. L'impegno, con Friulia, è quello di aiutare l'azienda a
uscire dalla fase critica e ripartire con un piano industriale,
perché si vuole evitare che chiuda, e in questo senso si stanno
valutando proposte.
Incomprensibile e inaccettabile, per Ciriani, l'atteggiamento
della proprietà - americana - di Ideal Standard, l'azienda che
pare intenda ricorrere alla cassa integrazione per tutti i
dipendenti e chiudere gli stabilimenti più piccoli di Brescia e
Novara, prima di sedersi al tavolo della trattativa. Stiamo
cercando di convocarne uno a Roma al più presto, anche perché lo
stabilimento di Orcenico (PN), insieme con quelli in Veneto, è di
dimensioni maggiori e ha requisiti all'avanguardia.
Per Luvata c'è la speranza di avere fino a fine luglio il tempo
per scongiurare la chiusura dello stabilimento di San Vito al
Tagliamento, ove lavorano oltre 140 persone di età medio bassa.
Bisogna capire se c'è la disponibilità a una trattativa vera,
oppure se accadrà come con Safilo. Non si può però dimenticare
che quando gli interlocutori sono stranieri, le trattative sono
più complesse e che qui il confronto è con dirigenti d'azienda
pagati per portare a casa il risultato, che è la chiusura.
Infine, il punto su Caffaro e sul danno ambientale stimato in
1200 milioni di euro. Abbiamo ottenuto un rilancio industriale
sul sito, ma il ministero dell'Ambiente insiste sul pagamento del
danno ambientale e la transazione non può essere fatta al
ribasso. E senza transazione c'è il commissariamento, ma si sta
lavorando anche su alcune proposte industriali.
Dopo l'illustrazione dell'assessore c'è stato un confronto con i
consiglieri.
(segue)
(immagini tv)