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II Comm: audizione assessore Ciriani su crisi economica (1)

02.07.2009
18:05
(ACON) Trieste, 02 lug - MPB - La II Commissione consiliare, presieduta da Maurizio Franz (LN), ha ascoltato in audizione l'assessore alle attività produttive Luca Ciriani sul tema della crisi economica che sta investendo anche il Friuli Venezia Giulia, e sulle azioni messe in campo per fronteggiarla.

Il quadro aggiornato dall'assessore ha riguardato soprattutto le situazioni più difficili, da Safilo a Weissenfeld, Ideal Standard, Luvata e Caffaro, oggetto quest'ultima degli incontri odierni del presidente della Regione, Renzo Tondo, a Roma al ministero dell'Ambiente. Un panorama cupo ma non privo di spiragli, come ha poi sottolineato Ciriani indicando l'intrecciarsi di una crisi oggettiva con una crisi più psicologica e indotta dalla prima, che però deve essere egualmente combattuta dando segnali di fiducia. Che non mancano: uno di questi è l'indice ISAE che rileva la fiducia delle famiglie, in Friuli Venezia Giulia cresciuto significativamente nel 2009. Anche per questo c'è l'intenzione, con il presidente della Regione, di istituire un premio alle aziende che producono e che hanno superato la crisi, esempio e incoraggiamento per quelle ancora in difficoltà.

Così, Ciriani ha riferito alla Commissione dell'incontro tecnico di ieri con sindacati, Friulia, zona industriale dell'Aussa Corno sul caso Safilo per trovare un imprenditore disponibile a rilevare lo stabilimento, e parallelamente se sia possibile un utilizzo, in via prioritaria, del personale Safilo in esubero da parte dei nuovi insediati nella zona industriale. Un discorso problematico per la difficoltà di incrociare le esigenze di personale con le competenze a disposizione, tanto più che c'è anche un impegno ad assumere personale della Caffaro.

La situazione della Safilo è pesante - ha rincarato Ciriani - il Gruppo è stato messo alle strette anche dalle agenzie di rating, ammonta a 700 milioni di euro il debito con le banche e l'atteggiamento dell'azienda è stato impermeabile a ogni trattativa, anzi ha fatto finte promesse di salvaguardia di almeno 80 posti a Precenicco a fronte della mobilità e dei prepensionamenti, quando poi ha deciso di arroccarsi sugli stabilimenti veneti in accordo con i sindacati della vicina regione che non si sono presentati ai tavoli romani. Così, adesso, per i dipendenti si profila la cassa integrazione, mentre l'azienda chiede anche una cassa integrazione in deroga, che per il numero elevato di dipendenti risulterebbe assai costosa. Difficili dunque i pronostici, tanto più che attraverso Friulia si erano cercati - e trovati - imprenditori disponibili a interagire con Safilo, che di fronte a richieste e offerte ha mostrato sempre una disponibilità ridotta, e ciò non rende possibile un accordo.

Monitorata da oltre un anno, è esplosa giornalisticamente in questi giorni la crisi di Weissenfeld, ha detto Ciriani ricordando l'ingresso di un nuovo imprenditore e la scomposizione della produzione in due indirizzi, ma anche che la situazione è precipitata da gennaio in poi, con la perdita di 7 milioni di euro cui si aggiungono perdite mensili attestate sui 300 mila euro. L'impegno, con Friulia, è quello di aiutare l'azienda a uscire dalla fase critica e ripartire con un piano industriale, perché si vuole evitare che chiuda, e in questo senso si stanno valutando proposte.

Incomprensibile e inaccettabile, per Ciriani, l'atteggiamento della proprietà - americana - di Ideal Standard, l'azienda che pare intenda ricorrere alla cassa integrazione per tutti i dipendenti e chiudere gli stabilimenti più piccoli di Brescia e Novara, prima di sedersi al tavolo della trattativa. Stiamo cercando di convocarne uno a Roma al più presto, anche perché lo stabilimento di Orcenico (PN), insieme con quelli in Veneto, è di dimensioni maggiori e ha requisiti all'avanguardia.

Per Luvata c'è la speranza di avere fino a fine luglio il tempo per scongiurare la chiusura dello stabilimento di San Vito al Tagliamento, ove lavorano oltre 140 persone di età medio bassa. Bisogna capire se c'è la disponibilità a una trattativa vera, oppure se accadrà come con Safilo. Non si può però dimenticare che quando gli interlocutori sono stranieri, le trattative sono più complesse e che qui il confronto è con dirigenti d'azienda pagati per portare a casa il risultato, che è la chiusura.

Infine, il punto su Caffaro e sul danno ambientale stimato in 1200 milioni di euro. Abbiamo ottenuto un rilancio industriale sul sito, ma il ministero dell'Ambiente insiste sul pagamento del danno ambientale e la transazione non può essere fatta al ribasso. E senza transazione c'è il commissariamento, ma si sta lavorando anche su alcune proposte industriali.

Dopo l'illustrazione dell'assessore c'è stato un confronto con i consiglieri.

(segue)

(immagini tv)