Comitato di controllo: relazione Corte dei conti su immobili
(ACON) Trieste, 14 lug - RC - Per la Corte dei conti che ha
fatto una relazione specifica sulla questione, non è possibile
sapere quanto reddito produca il patrimonio immobiliare della
Regione. La rappresentazione contabile di detto patrimonio -
afferma la Sezione di controllo della Corte - non fornisce
un'evidenza di tipo economico, limitandosi ad aspetti giuridici,
finanziari e amministrativi.
Non solo, perché sono state rilevate delle discrepanze tra la
realtà amministrativa e quella contabile, del resto
l'aggiornamento del valore patrimoniale è fermo al 1993.
Eclatante, poi, il fatto che a fronte di 17 concessioni per acque
minerali e termali nel patrimonio ne risultano solo 5; inoltre,
l'importo del canone che la Regione esige risulta particolarmente
esiguo, fermo al 1995 e sproporzionato rispetto al beneficio
economico che ne viene a chi sfrutta la risorsa pubblica.
Del resto - rilevano sempre i giudici - manca un criterio
consolidato di rilevamento della consistenza e delle
caratteristiche del patrimonio immobiliare, pur apprezzando il
lavoro in essere in tal senso dell'Amministrazione regionale. La
dismissione dei beni è avvenuta prevalentemente sulla base di
logiche finanziarie di convenienza: immobile definito non più
utile a fini istituzionali, ma senza dimostrare e motivare la sua
inutilizzabilità, e non guardando a forme alternative di
utilizzo.
Se, poi, per la Corte dei conti esisterebbe una certa negatività
data dalla differenza tra ricavi e costi prodotti da un campione
di immobili (di cui, però, non esplicita i criteri di scelta) e
il loro valore medio nel 2007, una delibera di Giunta relativa
alla consistenza patrimoniale riferita al 2008 mostra un
incremento, rispetto all'anno precedente, di 268,8 milioni di
euro.
La Relazione della Corte dei conti è stata oggetto di esame per
il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione,
presieduto da Giorgio Baiutti (PD), che ha anche appreso che i
problemi principali registrati dalla Regione si rifanno alla
manutenzione degli immobili e a loro cessioni e cartolarizzazioni
che hanno determinato la perdita di quelli più redditizi a fronte
di nuovi acquisti destinati solo a ospitare uffici. Per contro,
c'è allo studio un regolamento per sfruttare economicamente i due
auditori rispettivamente di Udine e Pordenone.
Sulla base di questa relazione - ha così esordito Alessandro
Corazza (IdV-Citt) - vorrei sapere quali sono le intenzioni della
Giunta, se intende prenderla in considerazione e come, o
ignorarla. Come intende muoversi sulla questione immobili.
Relazione inutile, che non raggiunge lo scopo, a detta di Antonio
Pedicini (PdL). Dopo un anno di studi - ha detto - la Corte ha
ignorato l'utilità sociale di un bene (ad esempio un parco, bene
che indubbiamente non produce reddito, ma è un servizio ai
cittadini). Manca, quindi, la verifica se l'uso degli immobili
avviene diligentemente; era meglio puntare a verificare l'onere
della loro gestione.
Franco Baritussio (PdL) ha ripetuto i punti critici sollevati
dalla Corte dei conti e ha affermato che è da questi che
l'Amministrazione regionale potrebbe partire per impostare gli
interventi.
Per contro, Stefano Pustetto (SA-SD) ha sostenuto che prima si
devono acquisire tutti i dati di cui la Corte non ha potuto
usufruire e solo dopo la Regione potrà prendere qualunque
decisione in merito al proprio patrimonio immobiliare.
Sandro Della Mea (PD) ritiene che l'obiettivo deve essere quello
della valorizzazione degli immobili, verificando come e se sono
utilizzati.
Tutte le dichiarazioni saranno trasmesse alla I Commissione
consiliare, che le esaminerà con la relazione della Corte dei
conti.
(immagini tv)