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Comitato di controllo: relazione Corte dei conti su immobili

14.07.2009
15:44
(ACON) Trieste, 14 lug - RC - Per la Corte dei conti che ha fatto una relazione specifica sulla questione, non è possibile sapere quanto reddito produca il patrimonio immobiliare della Regione. La rappresentazione contabile di detto patrimonio - afferma la Sezione di controllo della Corte - non fornisce un'evidenza di tipo economico, limitandosi ad aspetti giuridici, finanziari e amministrativi.

Non solo, perché sono state rilevate delle discrepanze tra la realtà amministrativa e quella contabile, del resto l'aggiornamento del valore patrimoniale è fermo al 1993. Eclatante, poi, il fatto che a fronte di 17 concessioni per acque minerali e termali nel patrimonio ne risultano solo 5; inoltre, l'importo del canone che la Regione esige risulta particolarmente esiguo, fermo al 1995 e sproporzionato rispetto al beneficio economico che ne viene a chi sfrutta la risorsa pubblica.

Del resto - rilevano sempre i giudici - manca un criterio consolidato di rilevamento della consistenza e delle caratteristiche del patrimonio immobiliare, pur apprezzando il lavoro in essere in tal senso dell'Amministrazione regionale. La dismissione dei beni è avvenuta prevalentemente sulla base di logiche finanziarie di convenienza: immobile definito non più utile a fini istituzionali, ma senza dimostrare e motivare la sua inutilizzabilità, e non guardando a forme alternative di utilizzo.

Se, poi, per la Corte dei conti esisterebbe una certa negatività data dalla differenza tra ricavi e costi prodotti da un campione di immobili (di cui, però, non esplicita i criteri di scelta) e il loro valore medio nel 2007, una delibera di Giunta relativa alla consistenza patrimoniale riferita al 2008 mostra un incremento, rispetto all'anno precedente, di 268,8 milioni di euro.

La Relazione della Corte dei conti è stata oggetto di esame per il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, presieduto da Giorgio Baiutti (PD), che ha anche appreso che i problemi principali registrati dalla Regione si rifanno alla manutenzione degli immobili e a loro cessioni e cartolarizzazioni che hanno determinato la perdita di quelli più redditizi a fronte di nuovi acquisti destinati solo a ospitare uffici. Per contro, c'è allo studio un regolamento per sfruttare economicamente i due auditori rispettivamente di Udine e Pordenone.

Sulla base di questa relazione - ha così esordito Alessandro Corazza (IdV-Citt) - vorrei sapere quali sono le intenzioni della Giunta, se intende prenderla in considerazione e come, o ignorarla. Come intende muoversi sulla questione immobili.

Relazione inutile, che non raggiunge lo scopo, a detta di Antonio Pedicini (PdL). Dopo un anno di studi - ha detto - la Corte ha ignorato l'utilità sociale di un bene (ad esempio un parco, bene che indubbiamente non produce reddito, ma è un servizio ai cittadini). Manca, quindi, la verifica se l'uso degli immobili avviene diligentemente; era meglio puntare a verificare l'onere della loro gestione.

Franco Baritussio (PdL) ha ripetuto i punti critici sollevati dalla Corte dei conti e ha affermato che è da questi che l'Amministrazione regionale potrebbe partire per impostare gli interventi.

Per contro, Stefano Pustetto (SA-SD) ha sostenuto che prima si devono acquisire tutti i dati di cui la Corte non ha potuto usufruire e solo dopo la Regione potrà prendere qualunque decisione in merito al proprio patrimonio immobiliare.

Sandro Della Mea (PD) ritiene che l'obiettivo deve essere quello della valorizzazione degli immobili, verificando come e se sono utilizzati.

Tutte le dichiarazioni saranno trasmesse alla I Commissione consiliare, che le esaminerà con la relazione della Corte dei conti.

(immagini tv)