PD: Menis, requiem per l'Orchestra sinfonica del FVG
(ACON) Trieste, 14 lug - COM/ET - Tre giorni dopo che
l'assestamento di bilancio ha di fatto cancellato il futuro
dell'Orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia - con il
taglio della metà dei fondi a essa destinati - è andato in scena,
davanti alla VI Commissione consiliare regionale, quello che
aveva tutta l'aria di essere un requiem.
A intervenire sulle sorti dell'Orchestra, il consigliere del PD
Paolo Menis.
Il maestro Alberto Martini, direttore artistico attualmente in
carica, ha consegnato alla Commissione una memoria che Menis cita
e nella quale si sarebbe detto amareggiato dall'esclusione da
qualsiasi confronto sul futuro dell'Orchestra e dalla notizia che
i programmi artistici e le partecipazioni programmate erano state
fatte proprie da altre realtà, senza la minima condivisione.
Il direttore lamenterebbe anche come la poca chiarezza
sull'attuale situazione dell'Orchestra porterebbe alla
cancellazione della partecipazione dell'Orchestra da importanti
concerti, come quello di chiusura al Festival internazionale
delle nazioni di Città di Castello.
Menis condivide le osservazioni del maestro Martini e sottolinea
come la stessa audizione, chiesta un mese e mezzo fa, arrivi solo
adesso a giochi fatti.
Il vero nodo, prosegue il consigliere del PD, è la richiesta di
stabilizzazione: un doveroso riconoscimento del lavoro di tanti
professionisti svolto in nove anni. Proprio quando sembrava che
si fosse raggiunta la serenità necessaria, quando le polemiche
hanno lasciato spazio ai successi di critica e pubblico, è
arrivata improvvisa la decisione della sospensione dell'attività.
Non è ben chiaro - dice l'esponente dell'opposizione - se il
problema sia politico, se si vogliono cioè dirottare i fondi
verso altre forme artistiche, o se sia solo una questione
economica a spingere l'assessore verso una scelta quantomeno
discutibile. Mi chiedo infatti - prosegue - se non avesse più
senso intervenire sulla realtà esistente, integrandola con le
esigenze emerse, invece di creare nuovi organismi che avranno gli
stessi problemi di precarietà e di reperimento dei fondi
dell'attuale struttura.
Per Menis le rassicurazioni di Molinaro non sono rilevanti. Anche
se nel nuovo soggetto potranno lavorare alcuni dei musicisti
della Sinfonica, bisogna vedere a quale condizioni potranno
farlo. Di fatto - evidenzia il consigliere - perderanno il
diritto a essere stabilizzati e a una prospettiva sicura per sé e
le proprie famiglie. Altro che ringraziamenti, il vero grazie,
secondo il consigliere, sarebbe stato dare un futuro a questi
lavoratori.
Nel corso delle audizioni è stata ulteriormente evidenziata la
debolezza della altre argomentazioni a sostegno della decisione
di sospendere l'attività della struttura: la necessità di
valorizzazione maggiormente i giovani talenti provenienti dai
conservatori regionali, la condizione di precarietà
dell'Orchestra stessa, la volontà di coinvolgere maggiormente
privati ed esperti di settore. Tutte finalità condivisibili che -
conclude Menis - avrebbero potuto essere soddisfatte mantenendo
la Sinfonica, un'eccellenza culturale del nostro territorio in
particolare per le Province, come quella di Udine, che non hanno
altri soggetti in grado di garantire un'offerta musicale di
questo prestigio.