III Comm: pdl sostegno ai residenti, aperto il dibattito
(ACON) Trieste, 22 lug - RC - Non più 15 anni di residenza o di
lavoro in regione per poter accedere ai benefici pubblici in caso
di difficoltà, ma un periodo più limitato. La proposta di legge
del gruppo della Lega Nord inerente una serie di modifiche alle
leggi che trattano i servizi agevolati per determinate categorie
di cittadini sarà modificata secondo una linea meno rigida, come
preannunciato dallo stesso primo firmatario, Danilo Narduzzi, in
III Commissione consiliare. Si tratta di aggiustamenti già
suggeriti dalle altre Commissioni che hanno analizzato il testo -
aveva reso noto il presidente della III, Giorgio Venier Romano
(UDC).
Sostanzialmente, i sei articoli del provvedimento toccano,
rispettivamente, la legge regionale 11 del 2006 quanto a sostegni
alla famiglia e alla genitorialità, la 20 del 2005 sui servizi
per la prima infanzia, la 3 del 1998 per gli assegni erogati
dalle Province per il trasporto scolastico e i libri di testo in
comodato, la 14 del 1991 sul diritto allo studio, la 6 del 2006
sul diritto di cittadinanza sociale e la 6 del 2003 sull'edilizia
residenziale pubblica.
Tutte le modifiche inizialmente prevedevano fosse introdotto il
criterio che ai fondi potessero accedere solo coloro che
risultano risiedere o lavorare in Friuli Venezia Giulia da almeno
15 anni, ma Narduzzi ha spiegato che per la Carta Famiglia non
saranno richieste modifiche, l'articolo 1 della proposta di legge
sarà stralciato e dunque il periodo resterà di un anno; per gli
articoli 2, 3 e 4 il periodo dei 15 anni probabilmente scenderà
ad una formula di 10 più 5; per accedere al Fondo per l'autonomia
possibile dell'articolo 5 sarà inserito solo il termine della
residenza; l'articolo 6, invece, resterà inalterato per accedere
alle case ATER, mentre per avere i contributi per la prima casa i
paletti resteranno rigidi, anche se forse serviranno meno di 15
anni di residenza o di lavoro.
Da parte dei consiglieri di opposizione, la richiesta è stata
unanime: l'argomento è troppo delicato per non essere
approfondito con delle audizioni. Sergio Lupieri (PD) ha accusato
la maggioranza di non risolvere alcun problema, solo di spostarlo
sui sindaci; per Stefano Pustetto (SA-SD) è una legge che va a
ledere gli interessi delle famiglie più deboli e soprattutto dei
bambini e ciò è vergognoso; Franco Codega (PD) ha citato le
direttive comunitarie che limitano a 5 gli anni di residenza per
accedere a un alloggio residenziale pubblico, con conseguenti
esposti nei confronti dell'Italia per i casi che non rispettano
queste regole; Annamaria Menosso (PD) ha ricordato che abbiamo
accolto gli stranieri quando ci serviva la manovalanza più bassa,
oggi invece cerchiamo di metterli in difficoltà; Piero Colussi
(IdV-Citt) ha fatto il caso di una famiglia di friulani che
pensava di aiutare un ragazzo terremotato dell'Abruzzo
iscrivendolo a scuola nella nostra regione e usufruendo dei libri
in comodato, ma con questo provvedimento non potrà più farlo,
inoltre ha ammesso che il criterio dell'accesso agli alloggi può
essere rivisto in senso più rigido ma altro sono i sostegni ai
bambini e ha chiesto il parere del Tutore pubblico dei minori.
All'opposto, Franco Dal Mas (PdL) si è detto convinto della bontà
della proposta e ha accusato l'opposizione di non aver mai
parlato di merito e di dovere di responsabilità; la proposta del
Carroccio parla di residenti punto e basta, perciò non si vede
dove stia la discriminazione, e non va dimenticato che abbiamo un
sistema di risorse limitate. Il suo collega Massimo Blasoni ha
rimarcato che il rispetto delle culture significa anche accettare
quelle del Paese dove si è deciso di andare a vivere e magari
impararne la lingua; la proposta non mette in discussione la
parità dei diritti di base dei cittadini, vedi salute e
assistenza, ma solo che una serie di incentivi siano disponibili
trascorso un certo lasso di tempo. Allora anche l'accesso
limitato numericamente degli extracomunitari è iniquo - ha
chiosato.
La seduta si è quindi conclusa senza che il dibattito sia
terminato. In precedenza, l'assessore alla Salute, Vladimir
Kosic, si era detto contento di quanto preannunciato da Narduzzi
per l'articolo 5.
(immagini tv)