News


III Comm: pdl sostegno ai residenti, aperto il dibattito

22.07.2009
15:21
(ACON) Trieste, 22 lug - RC - Non più 15 anni di residenza o di lavoro in regione per poter accedere ai benefici pubblici in caso di difficoltà, ma un periodo più limitato. La proposta di legge del gruppo della Lega Nord inerente una serie di modifiche alle leggi che trattano i servizi agevolati per determinate categorie di cittadini sarà modificata secondo una linea meno rigida, come preannunciato dallo stesso primo firmatario, Danilo Narduzzi, in III Commissione consiliare. Si tratta di aggiustamenti già suggeriti dalle altre Commissioni che hanno analizzato il testo - aveva reso noto il presidente della III, Giorgio Venier Romano (UDC).

Sostanzialmente, i sei articoli del provvedimento toccano, rispettivamente, la legge regionale 11 del 2006 quanto a sostegni alla famiglia e alla genitorialità, la 20 del 2005 sui servizi per la prima infanzia, la 3 del 1998 per gli assegni erogati dalle Province per il trasporto scolastico e i libri di testo in comodato, la 14 del 1991 sul diritto allo studio, la 6 del 2006 sul diritto di cittadinanza sociale e la 6 del 2003 sull'edilizia residenziale pubblica.

Tutte le modifiche inizialmente prevedevano fosse introdotto il criterio che ai fondi potessero accedere solo coloro che risultano risiedere o lavorare in Friuli Venezia Giulia da almeno 15 anni, ma Narduzzi ha spiegato che per la Carta Famiglia non saranno richieste modifiche, l'articolo 1 della proposta di legge sarà stralciato e dunque il periodo resterà di un anno; per gli articoli 2, 3 e 4 il periodo dei 15 anni probabilmente scenderà ad una formula di 10 più 5; per accedere al Fondo per l'autonomia possibile dell'articolo 5 sarà inserito solo il termine della residenza; l'articolo 6, invece, resterà inalterato per accedere alle case ATER, mentre per avere i contributi per la prima casa i paletti resteranno rigidi, anche se forse serviranno meno di 15 anni di residenza o di lavoro.

Da parte dei consiglieri di opposizione, la richiesta è stata unanime: l'argomento è troppo delicato per non essere approfondito con delle audizioni. Sergio Lupieri (PD) ha accusato la maggioranza di non risolvere alcun problema, solo di spostarlo sui sindaci; per Stefano Pustetto (SA-SD) è una legge che va a ledere gli interessi delle famiglie più deboli e soprattutto dei bambini e ciò è vergognoso; Franco Codega (PD) ha citato le direttive comunitarie che limitano a 5 gli anni di residenza per accedere a un alloggio residenziale pubblico, con conseguenti esposti nei confronti dell'Italia per i casi che non rispettano queste regole; Annamaria Menosso (PD) ha ricordato che abbiamo accolto gli stranieri quando ci serviva la manovalanza più bassa, oggi invece cerchiamo di metterli in difficoltà; Piero Colussi (IdV-Citt) ha fatto il caso di una famiglia di friulani che pensava di aiutare un ragazzo terremotato dell'Abruzzo iscrivendolo a scuola nella nostra regione e usufruendo dei libri in comodato, ma con questo provvedimento non potrà più farlo, inoltre ha ammesso che il criterio dell'accesso agli alloggi può essere rivisto in senso più rigido ma altro sono i sostegni ai bambini e ha chiesto il parere del Tutore pubblico dei minori.

All'opposto, Franco Dal Mas (PdL) si è detto convinto della bontà della proposta e ha accusato l'opposizione di non aver mai parlato di merito e di dovere di responsabilità; la proposta del Carroccio parla di residenti punto e basta, perciò non si vede dove stia la discriminazione, e non va dimenticato che abbiamo un sistema di risorse limitate. Il suo collega Massimo Blasoni ha rimarcato che il rispetto delle culture significa anche accettare quelle del Paese dove si è deciso di andare a vivere e magari impararne la lingua; la proposta non mette in discussione la parità dei diritti di base dei cittadini, vedi salute e assistenza, ma solo che una serie di incentivi siano disponibili trascorso un certo lasso di tempo. Allora anche l'accesso limitato numericamente degli extracomunitari è iniquo - ha chiosato.

La seduta si è quindi conclusa senza che il dibattito sia terminato. In precedenza, l'assessore alla Salute, Vladimir Kosic, si era detto contento di quanto preannunciato da Narduzzi per l'articolo 5.

(immagini tv)