News


CR: indirizzi internazionali, relatore di maggioranza Marin (5)

28.07.2009
14:28
(ACON) Trieste, 28 lug - MPB - Un documento di indirizzi per l'Esecutivo per promuovere l'apertura internazionale della collettività regionale.

Questo il senso della proposta, elaborata nella V Commissione che l'ha votata unanimemente e oggi all'approvazione dell'Aula. Una novità per il Consiglio regionale - ha spiegato il relatore di maggioranza Roberto Marin (PdL), illustrando il testo di indirizzi generali in materia di cooperazione internazionale, di attività internazionale della Regione e di rapporti con l'Unione europea e ricordando che l'Assemblea, dall'entrata in vigore della legge regionale statutaria sulla forma di governo ha anche il ruolo di orientare l'Esecutivo e, nello specifico, la funzione di dettare le linee dell'attività internazionale della Regione.

Il documento, la cui stesura - ha sottolineato Marin - ha visto la collaborazione positiva di maggioranza e opposizione, è stato costruito tenendo conto dei poteri della Regione in materia di rapporti internazionali e delle sue prerogative riguardo ai rapporti con l'Unione europea, della collocazione geografica di prossimità con stati del Centro Est Europa da poco entrati nell'Ue o in procinto di entrarvi, delle caratteristiche economiche del nostro tessuto produttivo in cui operano numerose piccole e medie imprese orientate ai mercati esteri e perciò occorre favorire competitività e processi di internazionalizzazione, svolgere azioni di cooperazione decentrata, coordinare gli interventi da realizzare nel contesto europeo.

Quanto ai contenuti, in materia di rapporti internazionali e con l'Ue, si indica l'obiettivo di definire la normativa di attuazione statutaria, oggi mancante, che disciplini i rapporti tra Stato e Regione con lo scopo di rafforzare l'autonomia negoziale regionale nelle materie di sua competenza.

L'Assemblea legislativa regionale dovrà rivestire un ruolo sostanziale nella definizione di accordi e intese che il Governo regionale intenderà concludere con altre entità statuali o territoriali con un coinvolgimento anche nelle attività di rilievo internazionale svolte a livello politico dalla Giunta. E poi, potenziare le strutture (anche quella direzionale preposta alla gestione di rapporti internazionali e con l'Ue e lo stesso Ufficio di rappresentanza di Bruxelles chiamato a svolgere un ruolo propulsivo sul piano informativo) e la crescita del personale, per poter intervenire efficacemente presso le istituzioni comunitarie e utilizzare in modo efficiente sia le risorse messe a disposizione dall'Unione, sia i canali istituzionali accessibili, per influire sulle decisioni comunitarie.

Altre indicazioni: monitorare l'attuazione dei programmi inerenti i fondi strutturali; favorire l'adesione all'Ue di Paesi dell'area Balcanica e integrare le relazioni istituzionali, sociali, economiche con essi; adeguare il servizio sanitario regionale in vista delle direttive sui diritti di assistenza sanitaria transfrontaliera; seguire le modifiche in materia di politica comune della pesca; sviluppare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale favorendo la nascita di sistemi a rete con la partecipazione diffusa dei soggetti istituzionali; definire con Veneto e Carinzia la struttura dell'Euroregione con sede a Trieste. E, poi, le relazioni in ambito extraeuropeo, con i nuovi protagonisti dell'area sud-mediterranea, con i Paesi emergenti dell'area asiatica e dell'America latina e con quelli a forte presenza di corregionali. Al proposito è dato mandato all'Esecutivo di sollecitare la modifica della legge statale 49/1987 per adeguarla all'evoluzione del concetto di cooperazione allo sviluppo.

Oltre l'internazionalizzazione outcoming, ovvero in uscita, la sfida è su quella in entrata (incoming), per la quale occorre che il sistema regionale sia accreditato nel panorama straniero per attrarre imprenditori, compratori e massa media, promuovendolo in maniera integrata e globale. Inoltre, vanno coordinati i vari soggetti, potenziata e orientata l'attività di INFORMEST, rafforzato il sistema infrastrutturale, valorizzati i distretti, individuati nuovi strumenti di garanzia anche attraverso FINEST. E non deve mancare il supporto delle università e dei centri di ricerca per la messa in rete delle conoscenze.

Oltre a rafforzare la partecipazione della Regione negli organismi associativi europei (Alpe Adria, Euroregione Adriatica, ARE, AEBR, CALRE, REGLEG, AREV; CRPM), il documento impegna ad assicurare il coinvolgimento dell'Assemblea regionale nell'ambito degli organi direttivi e ottenere dal Governo nazionale una rappresentanza in seno al Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa.

Infine, la Regione dovrà impegnarsi per diffondere la cultura europea, incentivare le relazioni europee, promuovere scambi e mobilità internazionale tra i giovani, al fine di costruire un'Europa dei cittadini e far sentire più vicine le istituzioni europee. (segue)