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PD: Menis, pdl doping, attenzione a giovani e dilettanti

29.07.2009
18:07
(ACON) Trieste, 29 lug - COM/DT - Nasce da un'ampia condivisione degli obiettivi la nuova legge di contrasto al doping approvata in Consiglio regionale, con un articolato che si integra con l'attuale normativa in materia di sport e tempo libero.

"Un percorso comune, spiega Paolo Menis, PD, relatore di maggioranza assieme a Blasoni del PdL, per un intervento che mira a salvaguardare la salute degli sportivi della nostra regione - con particolare riguardo ai giovani e a coloro che praticano attività amatoriale - e a incrementare la lotta al doping.

In una società contemporanea, dominata dalla cultura dell'apparenza, commenta Menis, il doping torna a giocare un ruolo da protagonista nella misura in cui permette di raggiungere l'obiettivo di emergere, di imporre la propria persona al di sopra degli altri. Disinformazione e superficialità, poi, fanno il resto.

L'intervento approvato dall'Assemblea - prosegue Menis - contiene diverse novità tra cui il rafforzamento del ruolo del direttore tecnico (che viene investito di maggiori responsabilità circa il controllo di quanto avviene all'interno degli impianti), la previsione di consistenti campagne informative e di sensibilizzazione a tutti i livelli, la massima attenzione sulla formazione dei docenti e la predisposizione di una serie di documenti (dal foglio informativo antidoping al passaporto medico sportivo per monitorare la vita sanitaria dello sportivo).

Grande attenzione soprattutto per le fasce più a rischio (ovvero tutti coloro che praticano attività amatoriale e che più difficilmente vengono sottoposti ai controlli) e ai giovani. Questi ultimi in particolare vanno educati alla cultura dello sport sano, improntato al rispetto delle regole e all'accettazione dei propri limiti.

Oggi su Internet è possibile procurarsi praticamente di tutto e a costi relativamente contenuti, conclude Menis, ecco l'importanza di questa legge che interviene non solo con delle sanzioni ma crea gli strumenti per un approccio socio-culturale, perché l'utilizzo di sostanze dopanti è soprattutto un modo sbagliato di vivere la competizione sportiva e il suo significato".