PD: Menis, pdl doping, attenzione a giovani e dilettanti
(ACON) Trieste, 29 lug - COM/DT - Nasce da un'ampia
condivisione degli obiettivi la nuova legge di contrasto al
doping approvata in Consiglio regionale, con un articolato che si
integra con l'attuale normativa in materia di sport e tempo
libero.
"Un percorso comune, spiega Paolo Menis, PD, relatore di
maggioranza assieme a Blasoni del PdL, per un intervento che mira
a salvaguardare la salute degli sportivi della nostra regione -
con particolare riguardo ai giovani e a coloro che praticano
attività amatoriale - e a incrementare la lotta al doping.
In una società contemporanea, dominata dalla cultura
dell'apparenza, commenta Menis, il doping torna a giocare un
ruolo da protagonista nella misura in cui permette di raggiungere
l'obiettivo di emergere, di imporre la propria persona al di
sopra degli altri. Disinformazione e superficialità, poi, fanno
il resto.
L'intervento approvato dall'Assemblea - prosegue Menis -
contiene diverse novità tra cui il rafforzamento del ruolo del
direttore tecnico (che viene investito di maggiori responsabilità
circa il controllo di quanto avviene all'interno degli impianti),
la previsione di consistenti campagne informative e di
sensibilizzazione a tutti i livelli, la massima attenzione sulla
formazione dei docenti e la predisposizione di una serie di
documenti (dal foglio informativo antidoping al passaporto medico
sportivo per monitorare la vita sanitaria dello sportivo).
Grande attenzione soprattutto per le fasce più a rischio (ovvero
tutti coloro che praticano attività amatoriale e che più
difficilmente vengono sottoposti ai controlli) e ai giovani.
Questi ultimi in particolare vanno educati alla cultura dello
sport sano, improntato al rispetto delle regole e
all'accettazione dei propri limiti.
Oggi su Internet è possibile procurarsi praticamente di tutto e a
costi relativamente contenuti, conclude Menis, ecco l'importanza
di questa legge che interviene non solo con delle sanzioni ma
crea gli strumenti per un approccio socio-culturale, perché
l'utilizzo di sostanze dopanti è soprattutto un modo sbagliato di
vivere la competizione sportiva e il suo significato".