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SA-PRC: Kocijancic, promozione del Prosecco anche in FVG

03.08.2009
11:37
(ACON) Trieste, 03 ago - COM/AB - In concomitanza con la visita in Friuli Venezia Giulia del ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia per alcuni appuntamenti istituzionali e di rappresentanza, il consigliere regionale di SA-PRC Igor Kocijancic ha emesso una nota nella quale evidenzia come il rappresentante del Governo sarà presente a Prosecco per la piantumazione di un vitigno di Glera (antico vitigno autoctono, presente proprio nel costone carsico che si estende da Barcola a Contovello e Prosecco) dal quale trae origine il Prosecco, vino frizzante rinomatissimo e molto apprezzato in tutto il mondo, prodotto prevalentemente in Veneto, che deve la propria denominazione al fatto che, semplificando, la derivazione frizzante del Glera prodotta in Veneto è diventata il rinomato vino Prosecco che tutti conosciamo.

Recentemente si è concluso l'iter di valorizzazione e tutela comunitaria e internazionale del Prosecco. Dal primo agosto la DOC prosecco e le due DOCG storiche (Conegliano, Valdobbiadene, Prosecco e Colli Asolani - Prosecco) saranno protette come DOP nel registro comunitario. Questo significa anche che non sarà più possibile utilizzare, in etichettatura e presentazione, la denominazione Prosecco per altre tipologie di vini frizzanti, mentre fino a oggi ciò avveniva in molti Paesi europei. E' un fatto analogo a quello riguardante la vicenda della denominazione del Tocai. In Veneto possono essere giustamente soddisfatti della conclusione rapida di tutto l'iter: Lo possiamo essere altrettanto anche dalle nostre parti? Si chiede Kocijancic. Forse non del tutto: le associazioni di categoria, in primis la Kmecka Zveza (Alleanza Contadina) avevano già scritto al ministro e fatto presente all'assessore regionale all'agricoltura Violino che questa del Prosecco DOC avrebbe potuto essere un'occasione di sviluppo e di rilancio anche per questa porzione di territorio.

Nessuno aveva né ha l'intenzione di mettersi di traverso o di fare come gli ungheresi nella vicenda del Tocai, ma dovrebbe essere chiaro (e anche equo) che tutti i benefici dell'operazione Prosecco non possono andare a esclusivo vantaggio dei produttori veneti: stiamo parlando di milioni di bottiglie ogni anno, di diverse centinaia di milioni di euro di fatturato.

Nello specifico, è stato concordato con la Giunta regionale un impegno programmatico articolato in quattro punti: sistemazione del costone carsico (da Barcola/Contovello a Santa Croce/Aurisina); predisposizione a Prosecco di un centro per la promozione del Prosecco; piano per il rilancio delle attività e delle produzioni agricole tipiche sul Carso; semplificazione o quantomeno adeguamento delle norme derivanti dalla direttiva Natura 2000 nelle zone ZPS e SIC e di vincoli urbanistici e di altra specie che molto spesso condizionano molto negativamente le potenzialità di sviluppo dell'agricoltura sul nostro territorio.

A questi impegni finora la Giunta regionale non ha mostrato di voler tenere fede. In sede di assestamento di bilancio non si sono trovati nemmeno centomila euro come segnale di buona volontà da impegnare per la sistemazione del costone carsico. Anzi, è stato chiesto perfino di ritirare gli ordini del giorno che impegnavano la Giunta a reperire tali risorse con la finanziaria del 2010.

Non vogliamo pensare che quella del ministro Zaia possa rivelarsi una mera passerella istituzionale - conclude Kocijancic - e non vogliamo nemmeno pensare che nella partita del Prosecco DOC la Giunta regionale e la Lega Nord risultino fortemente subordinate al ministero delle politiche agricole e alla lega Nord del Veneto e prive di capacità di contrattazione. Non lo vorremmo davvero, ma finora fatti e segnali dimostrano chiaramente che si sta procedendo in direzione opposta a quella definita e questa battaglia del Prosecco DOC rischia di diventare, per la nostra gente e anche per l'intero Friuli Venezia Giulia, una vittoria di Pirro. Non vorremmo dover dichiarare, con il senno di poi, che sarebbe stato meglio fare come gli ungheresi.