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PD: Menosso, residenza non può essere criterio nel welfare

15.09.2009
18:37
(ACON) Trieste, 15 set - COM/ET - La Lega vorrebbe imporre la propria proposta di legge ponendo dei limiti temporali per accedere a una serie di servizi e contributi di carattere sociale. Annamaria Menosso (PD) ritiene che sia evidente che non si tratta di una questione di anni, bensì il principio di universalità di diritti e, in particolare, di diritto all'accesso ad alcune prestazioni, che altro non sono se non il concretarsi di diritti fondamentali della persona (studio, una vita dignitosa, lavoro).

"Il PD rigetta le accuse di ostruzionismo rivolte dal PdL e dalla Lega. Ci si è limitati a porre delle domande - specifica la Menosso - cui non è pervenuta risposta e si sono chieste delle audizioni per poter aprire il confronto con il territorio, ma tale richiesta è stata respinta. Ciò significa che il PdL e la Lega in particolare rifiutano il confronto con la società civile, con i Comuni, con le associazioni. Il diktat della Lega pesa, oltre che sul Paese e la Regione, anche su suoi alleati costretti, per mantenere la poltrona, ad accettare supinamente norme gravi, norme che discriminano".

Secondo l'esponente del PD, le proposte del Carroccio porteranno alla ghettizzazione degli immigrati, alla non gestione del fenomeno migratorio e a una pericolosa non assimilazione ed esclusione sociale. "Accogliere - specifica la Menosso - non significa aprire le porte a tutti, ma creare le condizioni per cui di fronte ai bisogni siamo tutti uguali. Le quote della legge nazionale servono proprio a limitare i flussi sulla base di precise esigenze, non da ultima quella del limite fisiologico di assorbimento".

Per la consigliera non può essere la residenza il discrimine fondamentale per cui si ha diritto a una prestazione. Alcune famiglie di immigrati regolari che lavorano, che pagano le tasse e che non potranno usufruire di alcuni servizi e prestazioni sociali si troveranno in situazioni paradossali, insieme alle badanti appena regolarizzate (e anch'esse pagano le tasse) che svolgono, tra l'altro, un ruolo fondamentale nella vita di tante famiglie, ai cui figli verranno tolti diritti e benefici allo studio.

Per la Menosso si tratta dunque dell'ennesima norma fatta per ottenere consensi, ma che in realtà fa fare alla nostra Regione passi indietro rispetta al livello di civiltà raggiunto e che non risolve la situazione, ma la peggiora.