Pari opportunità: presidente Zannier su omicidio Montereale
(ACON) Trieste, 16 set - COM/ET - La violenza domestica,
specialmente il maltrattamento di mogli e figlie, è forse la
forma di violenza nei confronti delle donne maggiormente diffusa.
A sottolinearlo è la presidente della Commissione pari
opportunità del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
Santa Zannier, che interviene sull'omicidio di Sanaa Dafani, la
ragazza marocchina uccisa dal padre che non avrebbe accettato le
sue scelte di vita.
Forte l'orrore e lo sgomento davanti a un omicidio - che la
presidente definisce femminicidio - commesso da un padre nei
confronti della figlia. "L'idea di un'integrazione possibile si
frantuma di fronte alla morte di una giovane vita, che iniziava
il suo percorso rivendicando forse il suo diritto di fare scelte
personali e cambiare un futuro in cui non avrebbe mai avuto
autonomia decisionale".
La Zannier trova che arrabbiarsi per le scelte dei figli sia un
fatto normale all'interno delle famiglie, ma che l'infierire
sulla propria figlia fino a ucciderla sia piuttosto un problema
riconducibile a concetti arcaici di possesso e di ruoli
subalterni, che rendono le donne facili prede di una educazione
legata a stereotipi di una vita familiare non più tollerabile.
Questi preconcetti condannano la donna a un'esistenza dominata da
un padre padrone e da intransigenze, culturali e soprattutto
religiose, che rasentano il razzismo.
"Questa giovane che si apriva alla vita è stata uccisa da quello
che è ancora un violento rapporto sessista, che non ammette
alcuna libertà di scelta per le donne, continua la presidente
della Commissione pari opportunità stigmatizzando una tradizione
che non permette la convivenza. Sanaa si era forse troppo
integrata con la cultura occidentale e seguiva il suo sogno di
una vita diversa".
Secondo la Zannier la credenza religiosa, qualsiasi essa sia,
dovrebbe essere una cosa positiva nella vita delle persone, ma in
questo caso non lo è. Dopo dieci anni di vita in un Paese che ti
ha dato possibilità di lavoro e di una vita diversa, non è
possibile ancora voler esercitare il potere di vita o di morte
sulle donne della famiglia.
"Differenti razze, tradizioni e religioni possono in realtà
convivere se c'è il rispetto per l'essere umano, anche se -
conclude amaramente la presidente - si tratta di una donna".