II Comm: audizione su Friulia, Marescotti e consiglieri (2)
(ACON) Trieste, 23 set - DT - I risultati delle attività di
Friulia sono stati illustrati alla II Commissione consiliare dal
vicepresidente e amministratore delegato di Friulia Holding
Federico Marescotti.
In sintesi, dal 1 luglio 2008 al 30 giugno 2009 la finanziaria ha
registrato 260 contatti con le aziende quando normalmente - ha
spiegato l'ad - ci attestiamo sui 120-130. A essere deliberate,
33 operazioni (14 a Pordenone, 12 a Udine, 4 a Trieste e 3 a
Gorizia) per un totale di quasi 58 milioni di euro. Soprattutto,
si tratta di imprese della componentistica, le più esposte alla
crisi.
Il portafoglio Friulia conta 113 società partecipate (senza
contare i gioielli di famiglia come Mediocredito o Autovie
Venete) che realizzano un fatturato totale di circa 2.410 milioni
di euro con un personale impiegato di 15 mila unità. Ottanta sono
di piccole dimensioni, tanto che 67 hanno meno di 7 milioni di
fatturato.
Per quanto concerne, invece, il Piano di rafforzamento delle PMI
(che sostiene patrimonialmente le aziende della regione) avviato
nell'ottobre scorso per far fronte alla crisi, a oggi si sono
registrati 74 contatti, di cui 65 nel solo 2009, il 90%
rappresentato da imprese che non conoscevano Friulia. In totale
sono state deliberate 15 operazioni, per un controvalore di circa
17 milioni di euro.
C'è un problema, però, sulle risorse che Friulia dà per la
competitività delle piccole e medie imprese (legge 4 del 2005):
il flusso delle domande è stato estremamente alto (una domanda
ogni 2 giorni), l'istruttoria è stata realizzata sul 70% delle
domande (ovvero 392), ma da marzo i fondi messi a disposizione
dalla Regione sono esauriti. Così, da allora sono stati
deliberati 25 nuovi contributi con fondi esistenti mentre quelli
preannunciati, oltre 8 milioni di euro, consentiranno di
procedere a una trentina di interventi. Dall'avvio della legge,
tra istruttorie, rendicontazioni ed erogazioni, sono state
definite 637 operazioni.
Fin qui i numeri, a seguire il dibattito generale. Ad aprirlo, il
capogruppo del Partito Democratico Gianfranco Moretton. Friulia,
ha affermato, ha svolto un ruolo importante per far crescere
l'economia del Friuli Venezia Giulia, e oggi continua a
impegnarsi in tal senso. Nessun assistenzialismo, ma interventi
rispettosi delle norme, italiane ed europee. La nostra delusione
è che tuttora non si comprende quale possa essere il nuovo ruolo
di Friulia disegnato da questa maggioranza che ci governa. Le
aziende hanno bisogno di chiarezza, non devono subire le
incertezze del centrodestra.
Di tutt'altro tono l'intervento di Piero Tononi, PdL. Vogliamo i
nomi delle società partecipate, ha detto. E pure sui numeri c'è
discrepanza, a me risulta un centinaio di contatti in meno, e
anche sul Piano per le PMI i conti non tornano. I riscontri delle
imprese non sono quelle dei vertici di Friulia.
Oltre cento partecipate sono un buon numero, ha annotato il
collega di gruppo Massimo Blasoni, ma nel 2003 erano 150. Allora
forse lo strumento Friulia non è così appetibile, dobbiamo fare
in modo che operi nella pienezza delle sue possibilità. E se su
23mila imprese interveniamo su 113 allora, forse, ci si assume
troppo poco rischio.
Essendo denaro pubblico, mi auguro che non si diano risorse a
quelle aziende che poi licenziano o delocalizzano, è stato il
commento di Roberto Antonaz, di SA-PRC.
Per Enio Agnola (IdV-Citt) bisogna darsi da fare perché Friulia
sia nota a tutti, non può essere vista come un privilegio per
pochi. E poi deve responsabilizzare l'imprenditore. Infine,
l'assistenza alle imprese non può essere così lunga.
Abbiamo due maggioranze, ha esordito Sandro Della Mea, del PD. La
Giunta, che sostiene di non volere rivoluzioni ma di fronteggiare
la crisi con quello che in campo c'è già, e alcuni consiglieri
che si schierano a testa bassa, nonostante i dati, contro il CdA
di Friulia.
Rispetto al numero di aziende in crisi ho l'impressione che non
siamo riusciti a individuare una soluzione congrua per quasi
nessuna, ha sottolineato Paolo Pupulin, PD. Le sofferenze sono
più di quelle annunciate, le banche hanno chiuso i rubinetti,
attrezziamoci perché tra poco cassa integrazione e mobilità si
trasformeranno in pura disoccupazione.
E' normale che si apra una riflessione su Friulia, ha risposto
all'opposizione concludendo il dibattito Alessandro Tesolat
dell'UDC. D'altra parte le microimprese lamentano un distacco da
parte di Friulia stessa e pertanto una revisione va fatta, i
numeri parlano chiaro. E comunque i tempi di accesso al
finanziamento sono troppo lunghi.
(fine)