PD: Lupieri, sbilanciato il regolamento sulle professioni
(ACON) Trieste, 23 set - COM/AB - La legge regionale sulle
professioni, che la maggioranza di centrosinistra aveva varato
nella scorsa legislatura, aveva evidenziato l'esigenza di
definire un più stretto rapporto con quel mondo per utilizzarne
appieno tutte le potenzialità.
L'affermazione è del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri,
che aggiunge.
Nel contesto della legge, apprezzata da tutti e votata in modo
trasversale, erano previsti interventi diretti a consentire ai
liberi professionisti di conciliare le loro esigenze lavorative
con quelle della maternità e della paternità. La norma prevedeva
inoltre di promuovere iniziative per consentire alle persone
fisicamente svantaggiate di esercitare l'attività professionale.
Gli interventi previsti dal regolamento attuativo della LR
13/2004 che la giunta Tondo vorrebbe ora approvare vanno però a
stravolgere i contenuti originari della legge, tanto che le
misure previste appaiono persino discriminatorie nei confronti
dei lavoratori dipendenti. Infatti ne deriverebbe che un libero
professionista potrebbe addirittura farsi sostituire da un
collega - nei primi otto anni di vita del proprio figlio - anche
per poche ore al giorno, ricevendo per un anno un contributo pari
al 50% dei costi della prestazione del sostituto (fino a 35 mila
euro). Tutto ciò costituisce un bel regalo, anche perché la
condizione per avere il contributo è l'esistenza del figlio, ma
il rapporto diretto tra la sostituzione e la vita del figlio non
è ovviamente dimostrabile.
Se un professionista, dovendo lavorare, deve pagare un educatore
o un assistenze sociale che tenga il bambino (fino a 6 anni di
età che diventano 18 se disabile), riceve un contributo pari al
50% della spesa per un massimo di 300 euro mensili per un anno
(che diventano 600 euro se trattasi di disabile). E se un
lavoratore dipendente affronta la stessa spesa per lo stesso
motivo, perché non ha alcun contributo?
Lo spirito della nostra legge regionale era quello di colmare le
lacune che la legislazione nazionale aveva lasciato in materia di
sostegno alla maternità che in un certo senso garantiva servizi
soprattutto ai lavoratori dipendenti.
Ma il regolamento della giunta Tondo va ben oltre un trattamento
paritario tra dipendete e professionista, in un momento in cui
certamente meglio sarebbe stato utilizzare tali risorse per
contrastare le problematiche di tutti i lavoratori in difficoltà.
E sarebbe stato meglio individuare all'interno del regolamento
della Carta famiglia le risposte più adeguate per i liberi
professionisti.
Nel passaggio in III Commissione faremo battaglia per rendere il
regolamento più equilibrato e più consono ai tempi che viviamo ed
alle esigenze di tutti.