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PD: Lupieri, sbilanciato il regolamento sulle professioni

23.09.2009
17:26
(ACON) Trieste, 23 set - COM/AB - La legge regionale sulle professioni, che la maggioranza di centrosinistra aveva varato nella scorsa legislatura, aveva evidenziato l'esigenza di definire un più stretto rapporto con quel mondo per utilizzarne appieno tutte le potenzialità.

L'affermazione è del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri, che aggiunge.

Nel contesto della legge, apprezzata da tutti e votata in modo trasversale, erano previsti interventi diretti a consentire ai liberi professionisti di conciliare le loro esigenze lavorative con quelle della maternità e della paternità. La norma prevedeva inoltre di promuovere iniziative per consentire alle persone fisicamente svantaggiate di esercitare l'attività professionale.

Gli interventi previsti dal regolamento attuativo della LR 13/2004 che la giunta Tondo vorrebbe ora approvare vanno però a stravolgere i contenuti originari della legge, tanto che le misure previste appaiono persino discriminatorie nei confronti dei lavoratori dipendenti. Infatti ne deriverebbe che un libero professionista potrebbe addirittura farsi sostituire da un collega - nei primi otto anni di vita del proprio figlio - anche per poche ore al giorno, ricevendo per un anno un contributo pari al 50% dei costi della prestazione del sostituto (fino a 35 mila euro). Tutto ciò costituisce un bel regalo, anche perché la condizione per avere il contributo è l'esistenza del figlio, ma il rapporto diretto tra la sostituzione e la vita del figlio non è ovviamente dimostrabile.

Se un professionista, dovendo lavorare, deve pagare un educatore o un assistenze sociale che tenga il bambino (fino a 6 anni di età che diventano 18 se disabile), riceve un contributo pari al 50% della spesa per un massimo di 300 euro mensili per un anno (che diventano 600 euro se trattasi di disabile). E se un lavoratore dipendente affronta la stessa spesa per lo stesso motivo, perché non ha alcun contributo?

Lo spirito della nostra legge regionale era quello di colmare le lacune che la legislazione nazionale aveva lasciato in materia di sostegno alla maternità che in un certo senso garantiva servizi soprattutto ai lavoratori dipendenti. Ma il regolamento della giunta Tondo va ben oltre un trattamento paritario tra dipendete e professionista, in un momento in cui certamente meglio sarebbe stato utilizzare tali risorse per contrastare le problematiche di tutti i lavoratori in difficoltà. E sarebbe stato meglio individuare all'interno del regolamento della Carta famiglia le risposte più adeguate per i liberi professionisti.

Nel passaggio in III Commissione faremo battaglia per rendere il regolamento più equilibrato e più consono ai tempi che viviamo ed alle esigenze di tutti.