SA-PRC: Kocijancic su situazione Teatro stabile sloveno
(ACON) Trieste, 30 set - COM/AB - Non può non destare grande
preoccupazione - evidenzia in una nota il consigliere regionale
di SA-PRC Igor Kocijancic - quanto accaduto nei giorni scorsi in
ordine alla crisi dello Slovensko Stalno Gledalisce - Teatro
stabile sloveno di Trieste. Alle dimissioni in blocco del
consiglio di amministrazione del Teatro (a suo parere
intempestiva e tatticamente sbagliata, perché, di fatto, da
adesso fino alla nomina di un nuovo CdA - gli enti locali soci
fondatori saranno privi di un interlocutore ufficiale) si é
aggiunto, a poche ore di distanza, il comunicato di sfiducia nei
confronti del direttore tecnico e del nuovo direttore artistico
espresso dall'assemblea dell'intero collettivo (attori,
amministrativi e tecnici) del SSG.
Tuttavia vi sono alcune delle dichiarazioni riportate che
necessitano di parziale smentita e ulteriore precisazione.
Innanzitutto, non corrisponde a verità che il deficit di 450.000
sia strutturale. Si sta parlando del disavanzo previsto a fine
del 2009 al quale va aggiunta, connessa al deficit, la pressoché
totale mancanza di liquidità, cosa che impedisce materialmente la
stipula dei contratti e, di conseguenza, l'avvio regolare della
stagione 2009/2010. Resta il fatto che il 25% del deficit attuale
deriva da una posizione debitoria nei confronti del Comune di
Trieste per interessi passivi su un fido pluriennale del quale il
Comune di Trieste si era fatto garante quattro anni fa.
Sicuramente sono strutturali le difficoltà dello Stabile sloveno,
dovute a una serie di fattori, tra questi il non trascurabile
disimpegno con il quale Provincia e Comune di Trieste si sono
resi statutariamente inadempienti nel corso degli anni. Questo
non si può spiegare con la semplice assenza di propri
rappresentanti dal CdA: Comune, Provincia e Regione hanno avuto,
in questi anni, i propri rappresentanti in assemblea e la
regolarità dei bilanci è sempre stata certificata dai revisori
dei conti, il cui presidente è nominato dal ministero dei Beni
culturali.
Diversa è la posizione della Regione FVG, che dal 2003 a oggi, su
iniziativa della Giunta Illy e dell'allora assessore alla cultura
Antonaz, ha progressivamente elevato il proprio impegno
finanziario e la propria quota di contribuzione a sostegno del
Teatro stabile sloveno, (per il 2008 e il 2009 sono
complessivamente più di 360.000 euro, che l'assessore Molinaro ha
garantito anche per il 2010, impegnandosi a proporre un possibile
ulteriore aumento) cosa che ancora non hanno fatto né Comune né
Provincia di Trieste. A differenza di altri teatri stabili,
quello sloveno è costretto a supportare anche le spese vive di
gestione e manutenzione del Kulturni dom (sede del teatro) e
quindi a destinare parte consistente (una percentuale vicina al
30%) dei fondi percepiti alla copertura di costi che nulla hanno
a che fare con l'attività teatrale. Questo è e rimane un annoso
problema ancora irrisolto sul quale gli enti locali potrebbero
sicuramente garantire un maggior impegno finanziario.
Da ultimo, le dichiarazioni del sindaco di Trieste, che oltre a
ignorare che Kusturica è un eminente regista cinematografico che
non ha ancora prodotto o firmato spettacoli teatrali, (però è
anche leader di una rock band - ex Zabranjeno Pusenje/No Smoking)
dovrebbe sapere che lo Stabile sloveno é aperto da anni con altre
realtà italiane e internazionali: dalla sovratitolazione dei
propri spettacoli in italiano fino al fatto di aver ospitato
varie volte (e se continuerà a esistere lo farà ancora)
iniziative proposte dalle altre comunità nazionali (e religiose)
presenti in città, spettacoli, concerti e balletti non solo
serbi, ma da tutta l'area dell'ex Jugoslavia, dell'Europa
orientale in generale (Russia ed ex Repubbliche sovietiche
comprese).
Del resto, per ammissione dello stesso sindaco, il disavanzo
subito dallo Stabile sloveno risulta trascurabile se paragonato
alla situazione degli altri teatri presenti in città, sicuramente
più facilmente risolvibile di situazioni che gravate da deficit
milionari.
La stagione può essere ancora salvata - conclude Kocijancic - e
si possono porre le premesse anche per una soluzione strutturale
che ponga tutti in sicurezza. Purché si faccia presto e si
impieghino i prossimi giorni a riportare tute le parti
interessate attorno a un tavolo