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CR: pdl sostegno lavoratori, ripreso dibattito (2)

01.10.2009
13:32
(ACON) Trieste, 01 ott - MPB - Il dibattito sulla proposta di legge riguardante il sostegno dei lavoratori residenti in Friuli Venezia Giulia è ripreso con l'intervento del consigliere del PD Franco Brussa, che ha invitato a smettere con una politica di profilo: sappiamo come la proposta è arrivata in Aula, senza una discussione serena per capire se porterà davvero benefici. La Lega una volta di più ha alzato la sua bandiera di difensore dell'italianità e PdL e UDC tacciono, incapaci di dire basta. La cosa aberrante di questa proposta di legge è che questo apartheid riguarderà anche tutti gli italiani che non risiedono qui.

Per Piero Colussi (IdV-Citt) il testo è così grossolano che all'inizio era sottovalutato, ma il sostegno che ha dell'intera maggioranza fa capire che la linea politica della Regione è dettata dalla Lega. Cosa è rimasto del programma del presidente Tondo a proposito di integrazione, si è chiesto il consigliere definendo alcuni articoli grotteschi, specie per quanto riguarda i minori, anche se rispetto al testo originario ci sono posizioni più attenuate. Qui si dà non a chi ha bisogno, ma a chi si ritiene ne abbia diritto ha detto infine Colussi rammaricandosi del fatto di non aver avuto risposte dal Tutore dei minori, in una posizione di incompatibilità e conflitto - a suo dire - con il ruolo di presidente del Consiglio.

Nessun diritto viene conculcato - ha esordito Massimo Blasoni (PdL) - questa norma non impedisce agli extracomunitari di accedere all'istruzione e altri diritti, poiché essa attiene alcune misure che riguardano una porzione assai modesta dei fondi destinati al sociale, che per la gran parte non hanno vincoli. La questione non è che ci siano regole, ma se siano eque o meno, ha detto Blasoni ricordando che con Social card e interventi sulla famiglia l'azione in campo è più consistente di quella del precedente Governo Illy. Non siamo razzisti; foste voi a promulgare una norma sugli immigrati che rafforzava il ruolo identitario del Paese d'origine, senza nulla chiedere sul piano dei doveri e riconoscendo diritti, rischiando di creare un razzismo al contrario.

Nel clima delineato dal pacchetto nazionale sicurezza ci siamo avventurati a discutere questa proposta che la Lega di casa nostra porta avanti per dimostrare che è all'altezza anche se qui la realtà non lo richiede - ha affermato Paolo Menis (PD) definendo pilatesca la proposta di ridurre gli anni da 15 a 8 ed evidenziando diverse contraddizioni. Questa maggioranza è succube della Lega Nord; ha paura di ascoltare i problemi. Qui si selezionano le persone per status e la discriminazione piena sta nel non consentire le stesse condizioni di accesso alle mamme e ai bambini. Tondo diceva che anche l'immigrazione, se correttamente gestita, va considerata capitale umano, ma così si costruisce un welfare a doppia faccia, uno per cittadini residenziali e uno per immigrati.

(segue)