CR: pdl sostegno lavoratori, ripreso dibattito (2)
(ACON) Trieste, 01 ott - MPB - Il dibattito sulla proposta di
legge riguardante il sostegno dei lavoratori residenti in Friuli
Venezia Giulia è ripreso con l'intervento del consigliere del PD
Franco Brussa, che ha invitato a smettere con una politica di
profilo: sappiamo come la proposta è arrivata in Aula, senza una
discussione serena per capire se porterà davvero benefici. La
Lega una volta di più ha alzato la sua bandiera di difensore
dell'italianità e PdL e UDC tacciono, incapaci di dire basta. La
cosa aberrante di questa proposta di legge è che questo apartheid
riguarderà anche tutti gli italiani che non risiedono qui.
Per Piero Colussi (IdV-Citt) il testo è così grossolano che
all'inizio era sottovalutato, ma il sostegno che ha dell'intera
maggioranza fa capire che la linea politica della Regione è
dettata dalla Lega. Cosa è rimasto del programma del presidente
Tondo a proposito di integrazione, si è chiesto il consigliere
definendo alcuni articoli grotteschi, specie per quanto riguarda
i minori, anche se rispetto al testo originario ci sono posizioni
più attenuate. Qui si dà non a chi ha bisogno, ma a chi si
ritiene ne abbia diritto ha detto infine Colussi rammaricandosi
del fatto di non aver avuto risposte dal Tutore dei minori, in
una posizione di incompatibilità e conflitto - a suo dire - con
il ruolo di presidente del Consiglio.
Nessun diritto viene conculcato - ha esordito Massimo Blasoni
(PdL) - questa norma non impedisce agli extracomunitari di
accedere all'istruzione e altri diritti, poiché essa attiene
alcune misure che riguardano una porzione assai modesta dei fondi
destinati al sociale, che per la gran parte non hanno vincoli. La
questione non è che ci siano regole, ma se siano eque o meno, ha
detto Blasoni ricordando che con Social card e interventi sulla
famiglia l'azione in campo è più consistente di quella del
precedente Governo Illy. Non siamo razzisti; foste voi a
promulgare una norma sugli immigrati che rafforzava il ruolo
identitario del Paese d'origine, senza nulla chiedere sul piano
dei doveri e riconoscendo diritti, rischiando di creare un
razzismo al contrario.
Nel clima delineato dal pacchetto nazionale sicurezza ci siamo
avventurati a discutere questa proposta che la Lega di casa
nostra porta avanti per dimostrare che è all'altezza anche se qui
la realtà non lo richiede - ha affermato Paolo Menis (PD)
definendo pilatesca la proposta di ridurre gli anni da 15 a 8 ed
evidenziando diverse contraddizioni. Questa maggioranza è succube
della Lega Nord; ha paura di ascoltare i problemi. Qui si
selezionano le persone per status e la discriminazione piena sta
nel non consentire le stesse condizioni di accesso alle mamme e
ai bambini. Tondo diceva che anche l'immigrazione, se
correttamente gestita, va considerata capitale umano, ma così si
costruisce un welfare a doppia faccia, uno per cittadini
residenziali e uno per immigrati.
(segue)