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PD: Menis, FVG terra di ordinanze contro immigrati

01.10.2009
15:30
(ACON) Trieste, 01 ott - COM/ET - "Cose non vere per dividere i cittadini. Questo è quello che abbiamo sentito ieri dai banchi della Lega Nord e su questo tono proseguirà anche il dibattito odierno. Obiettivo creare un doppio binario per il welfare: due categorie di cittadini, la prima, quella degli autoctoni e poi tutti gli altri".

È questo il commento del consigliere del PD Paolo Menis alla proposta di legge che prevede l'introduzione di vincoli di residenza per l'accesso ai servizi sociali.

"Minori, disabili, famiglie, tutto verrà diviso - sostiene Menis - quasi fossimo tornati a un sistema tribale in cui conta solo appartenere al clan che è al potere. Serie A e serie B è la metafora usata dalla Caritas e rende bene l'idea della divisione che stiamo andando a creare.

"Nessuna preclusione ai diritti, sentiamo ripetere dai banchi di una maggioranza in evidente difficoltà, specie nelle sue componenti più vicine (almeno a parole) ai valori cristiani. Ma - si domanda Menis - imporre condizioni diverse per accedere ai servizi di base per chi è in uno stato di difficoltà non significa forse fare una differenziazione che discrimina?

"I vertici dell'Onu e dell'Unione europea, la Chiesa oltre alle moltissime realtà che in prima fila vivono ogni giorno l'integrazione - sottolinea il consigliere - hanno pesantemente criticato questa proposta e in generale la politica dell'immigrazione messa in campo dal nostro Paese. Inutile, xenofoba, inaccettabile sono solo alcuni dei termini usati per definire questa legge che nessuno però ha voluto ascoltare.

"Il tutto giustificato dalla crisi e dalla carenza delle risorse? Credo proprio di no - afferma Menis - anche perché i dati economici certificano il contrario. L'importanza che gli immigrati rivestono nella regione è contenuto nei dati ufficiali, ritengo che il problema siano piuttosto i soldi che sono stati spesi per le ronde. Forse è il caso di chiedersi se a mancare sono le risorse o l'intelligenza nello spenderle.

"Questo è diventato il Friuli Venezia Giulia: terra d'ordinanze contro gli immigrati, luogo di paura e chiusura. Un pezzo d'Italia che - conclude Menis - rinnega le sue origini, in cui tutti abbiamo dei doveri ma in cui esistono due diversi modi per accedere ai diritti".