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PD: Codega, interventi sociali, una legge incivile

05.10.2009
11:06
(ACON) Trieste, 05 ott - COM/MPB - Domani, martedì 6 ottobre, la proposta di legge 39 che introduce modifiche legislative al sostegno dei lavoratori nel Friuli Venezia Giulia sarà di nuovo all'attenzione dell'Aula del Consiglio regionale per l'approvazione finale. In merito il consigliere del Partito Democratico Franco Codega fa il punto sul dibattito che ha caratterizzato la discussione del testo e sui rilievi mossi.

In questi giorni - scrive Codega - si è assistito a una autentica bagarre tra centrodestra e centrosinistra, con le barricate di quest'ultimo per impedire che una legge assolutamente incivile venga approvata.

Al di là degli argomenti di merito, non c'è stata, da parte del centrodestra, alcuna risposta ai rilievi di illegittimità della norma proposta. L'articolato, così com'è, cozza contro una serie di normative a livello locale e internazionale, per cui verrà subito impugnata e nel giro di pochi mesi dichiarata, dallo stesso Governo nazionale, improponibile.

Non si rispetta il Testo Unico sull'immigrazione (la legge Bossi Fini) che all'art. 41 dispone che gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno "di durata non inferiore ad un anno sono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni anche economiche, di assistenza sociale". Si disattende la direttiva 2003/109/CE del Consiglio europeo che all'art. 11 dispone che "il soggiornante di lungo periodo", condizione che si può ottenere con 5 anni di permanenza nel paese membro, "gode dello stesso trattamento dei cittadini nazionali per quanto riguarda le prestazioni sociali, l'assistenza sociale e la protezione sociale ai sensi della legislazione nazionale". Si disattende la Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo, sottoscritta anche dal nostro Paese, dove all'art. 27 prescrive come "gli Stati offrono, se del caso, un'assistenza materiale e programmi di sostegno in particolare per quanto riguarda l'alimentazione, il vestiario e l'alloggio" e dove, all'art. 28, proclama che "gli Stati adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola".

Tutto questo - è l'annotazione conclusiva di Codega - viene disatteso quando si richiede quale pre-requisito per accedere alle diverse provvidenze ben 8 o 10 anni di residenza in Italia e quando, di fatto, si escludono le famiglie da tutta una serie di prestazioni con ricadute negative sullo sviluppo sociale e culturale dei minori appartenenti alle famiglie stesse.