IdV-Citt: Colussi e Corazza criticano legge servizi sociali
(ACON) Trieste, 06 ott - COM/AB - "Il confronto in Consiglio
regionale sulla tanto discussa proposta di legge della Lega Nord
sui requisiti di accesso a diversi servizi sociali ha consentito
di registrare significative convergenze sulle osservazioni e
proposte migliorative formulate anche dal nostro Gruppo e di
apportare robuste correzioni al testo in esame".
Lo ha dichiarato al termine dei lavori d'Aula il capogruppo di
IdV-Cittadini Piero Colussi aggiungendo:
"Giova sottolineare che, dopo il profondo riesame degli articoli
riguardanti il diritto allo studio, i minori, l'accesso agli
asili-nido ed il Fondo per l'autonomia possibile, la forte
attenuazione dei requisiti di residenza inizialmente previsti
anche per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica consente
di diminuire il fumus di incostituzionalità che aleggiava sulla
proposta di legge e di guardare al risultato complessivo in
termini meno negativi rispetto all'inizio dei lavori."
Colussi svolge quindi una riflessione conclusiva: "Luci e ombre
in questa legge, e tra queste ultime vanno sicuramente collocate
le norme sulla Carta famiglia - palesemente arretrate rispetto ai
passi avanti compiuti sugli altri aspetti trattati dalla legge
che ci proponiamo di modificare alla prima occasione utile - e
quelle sul diritto alla casa, dal contributo per l'abbattimento
degli affitti alle agevolazioni per la prima casa. Si tratta,
infatti, di norme che penalizzano in maniera ingiustificata la
possibilità di ottenere l'aiuto regionale a chi risiede da poco
in regione, anche se ha un lavoro stabile, ha un alloggio in
affitto o, addirittura, ha pensato di acquistare la casa di
abitazione per sé e la sua famiglia.
"Dove sta la razionalità di una previsione così punitiva - 8 anni
di residenza in Italia di cui uno in Regione - che abbandona chi
non è ancora cittadino italiano ed è comunque costretto a pagare
un affitto o un mutuo? Non meno imbarazzante - conclude Colussi -
la disparità di trattamento riservata alla scuola, introducendo
norme differenziate tra scuola pubblica e scuola paritaria il che
è, palesemente, una discriminazione difficilmente comprensibile.
Ancor più in chi professa e proclama, a ogni piè sospinto, il
valore della parità scolastica e della libertà di scelta
educativa da parte delle famiglie. In tutta evidenza si tratta di
una contraddizione palese".
Aggiunge a sua volta il dipietrista Alessandro Corazza: "Non
intendiamo tacere la delusione provata per l'assenza del Tutore
dei minori in un dibattito, a tratti anche aspro, che avrebbe
richiesto da una figura di garanzia ben altro impegno e altra
capacità di indirizzo. Del pari omissivo va considerato il
rifiuto del Tutore a partecipare a un'audizione, pur già
richiesta dalla stessa Commissione, ovvero il non aver fatto
pervenire il suo parere - che pure gli spettava per legge - non
appena iniziato l'esame in Aula.
"In tale circostanza è emersa una volta di più l'inopportunità di
continuare a sovrapporre il ruolo del Tutore a quello del
presidente del Consiglio regionale; una sovrapposizione di ruoli
che, di fatto, rende muta la parte più debole della nostra
società: i bambini e i minori in generale. A meno che la causa di
tale assenza non sia da ricercarsi negli orientamenti politici
del presidente/tutore Ballaman, il che paleserebbe anche una
sostanziale incapacità ad assolvere a un dovere di garanzia in
termini di terzietà, in una parola con un comportamento super
partes".