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IdV-Citt: Colussi e Corazza criticano legge servizi sociali

06.10.2009
17:31
(ACON) Trieste, 06 ott - COM/AB - "Il confronto in Consiglio regionale sulla tanto discussa proposta di legge della Lega Nord sui requisiti di accesso a diversi servizi sociali ha consentito di registrare significative convergenze sulle osservazioni e proposte migliorative formulate anche dal nostro Gruppo e di apportare robuste correzioni al testo in esame".

Lo ha dichiarato al termine dei lavori d'Aula il capogruppo di IdV-Cittadini Piero Colussi aggiungendo:

"Giova sottolineare che, dopo il profondo riesame degli articoli riguardanti il diritto allo studio, i minori, l'accesso agli asili-nido ed il Fondo per l'autonomia possibile, la forte attenuazione dei requisiti di residenza inizialmente previsti anche per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica consente di diminuire il fumus di incostituzionalità che aleggiava sulla proposta di legge e di guardare al risultato complessivo in termini meno negativi rispetto all'inizio dei lavori."

Colussi svolge quindi una riflessione conclusiva: "Luci e ombre in questa legge, e tra queste ultime vanno sicuramente collocate le norme sulla Carta famiglia - palesemente arretrate rispetto ai passi avanti compiuti sugli altri aspetti trattati dalla legge che ci proponiamo di modificare alla prima occasione utile - e quelle sul diritto alla casa, dal contributo per l'abbattimento degli affitti alle agevolazioni per la prima casa. Si tratta, infatti, di norme che penalizzano in maniera ingiustificata la possibilità di ottenere l'aiuto regionale a chi risiede da poco in regione, anche se ha un lavoro stabile, ha un alloggio in affitto o, addirittura, ha pensato di acquistare la casa di abitazione per sé e la sua famiglia.

"Dove sta la razionalità di una previsione così punitiva - 8 anni di residenza in Italia di cui uno in Regione - che abbandona chi non è ancora cittadino italiano ed è comunque costretto a pagare un affitto o un mutuo? Non meno imbarazzante - conclude Colussi - la disparità di trattamento riservata alla scuola, introducendo norme differenziate tra scuola pubblica e scuola paritaria il che è, palesemente, una discriminazione difficilmente comprensibile. Ancor più in chi professa e proclama, a ogni piè sospinto, il valore della parità scolastica e della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie. In tutta evidenza si tratta di una contraddizione palese".

Aggiunge a sua volta il dipietrista Alessandro Corazza: "Non intendiamo tacere la delusione provata per l'assenza del Tutore dei minori in un dibattito, a tratti anche aspro, che avrebbe richiesto da una figura di garanzia ben altro impegno e altra capacità di indirizzo. Del pari omissivo va considerato il rifiuto del Tutore a partecipare a un'audizione, pur già richiesta dalla stessa Commissione, ovvero il non aver fatto pervenire il suo parere - che pure gli spettava per legge - non appena iniziato l'esame in Aula.

"In tale circostanza è emersa una volta di più l'inopportunità di continuare a sovrapporre il ruolo del Tutore a quello del presidente del Consiglio regionale; una sovrapposizione di ruoli che, di fatto, rende muta la parte più debole della nostra società: i bambini e i minori in generale. A meno che la causa di tale assenza non sia da ricercarsi negli orientamenti politici del presidente/tutore Ballaman, il che paleserebbe anche una sostanziale incapacità ad assolvere a un dovere di garanzia in termini di terzietà, in una parola con un comportamento super partes".