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PdL: Marin, su attività venatoria pieno rispetto normative

07.10.2009
16:13
(ACON) Trieste, 07 ott - COM/AB - "Pur comprendendo la necessità delle associazioni ambientaliste di avere visibilità, questa non può danneggiare i cittadini che con regolare licenza venatoria svolgono la loro attività nel pieno rispetto delle normative comunitarie, statali e regionali".

Ad affermarlo è il consigliere regionale del PdL e presidente della V Commissione (rapporti con l'Ue) Roberto Marin, che interviene in merito alla richiesta delle associazioni ambientaliste di sospensione della stagione venatoria.

"Le associazioni dovrebbero cerare di essere più vicine e collaborare con le istituzioni per un miglioramento della gestione della fauna selvatica, del mondo venatorie e delle associazioni agricole che attraverso l'utilizzo dell'attività venatoria traggono diretti benefici per la tutela delle culture".

"La richiesta formulata dalle associazioni - precisa Marin - si basa su due presupposti che a loro dire risultano in contrasto con la direttiva statale e comunitaria. Il primo punto riguarda le accuse, mosse dalle stesse alla Regione e di cui mi assumo tutte le responsabilità in quanto firmatario e proponente della modifica legislativa all'interno della legge comunitaria, di aver ampliato le specie cacciabili in FVG in contrasto con la norma statale e la Direttiva comunitaria. La Regione con la norma proposta dal sottoscritto non ha nient'altro che applicato l'art 7, di cui è giusto ricordare che l'Ue ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dello Stato che non l'ha applicato (come può lo Stato dire qualcosa al FVG che invece è in linea con la normativa?) della Direttiva comunitaria uccelli n.1490/79 essendo ben consapevoli che la competenza per la definizione delle specie cacciabili è esclusiva dello Stato. Ci siamo quindi mossi all'interno della normativa comunitaria applicando l'art. 7 della direttiva uccelli per definire i periodi diversificati dell'attività venatoria per specie, e abbiamo escluso l'allegato 2 in quanto riporta specie cacciabili che in Italia sono protette quali ad esempio l'oca. Basta, quindi, leggere le norme per capire che quanto asserito dalle associazioni ambientaliste è del tutto strumentale e non rende onore alla loro attività".

"Per quanto riguarda il secondo punto, più complesso, relativo alla zona faunistica delle Alpi che in FVG era estesa dalla legge 30 a tutto il territorio, con l'abrogazione di quest'ultima legge e l'approvazione della legge 6 sulla gestione venatoria del 2008 dell'ex assessore Marsilio la parte riguardante la zona faunistica è stata impugnata dal Governo in quanto si ritiene che sia un sistema per aggirare le percentuali di aree silvo-agro-pastorali che, in assenza di tale zona, dovrebbero essere superiori al 20% del territorio regionale".

"La legge comunitaria - aggiunge Marin - recependo l'impugnativa del Governo, ha emanato una norma transitoria per definire le nuove aree da destinare a tutela. Il tutto non può essere fatto con un semplice pensiero, ma necessita chiaramente di una concertazione e di supporti tecnico scientifici. Su questo l'assessore Violino e la direzione competente si sono prontamente adoperati e stanno lavorando per raggiungere tale obiettivo".

"Riteniamo - conclude Marin - che l'attività venatoria non debba essere sospesa e invitiamo le associazioni a una seria riflessione e a un pacato confronto rispetto a quanto detto. Anche loro fanno parte integrante del sistema per la definizione e il raggiungimento di tali obiettivi".