PdL: Marin, su attività venatoria pieno rispetto normative
(ACON) Trieste, 07 ott - COM/AB - "Pur comprendendo la
necessità delle associazioni ambientaliste di avere visibilità,
questa non può danneggiare i cittadini che con regolare licenza
venatoria svolgono la loro attività nel pieno rispetto delle
normative comunitarie, statali e regionali".
Ad affermarlo è il consigliere regionale del PdL e presidente
della V Commissione (rapporti con l'Ue) Roberto Marin, che
interviene in merito alla richiesta delle associazioni
ambientaliste di sospensione della stagione venatoria.
"Le associazioni dovrebbero cerare di essere più vicine e
collaborare con le istituzioni per un miglioramento della
gestione della fauna selvatica, del mondo venatorie e delle
associazioni agricole che attraverso l'utilizzo dell'attività
venatoria traggono diretti benefici per la tutela delle culture".
"La richiesta formulata dalle associazioni - precisa Marin - si
basa su due presupposti che a loro dire risultano in contrasto
con la direttiva statale e comunitaria. Il primo punto riguarda
le accuse, mosse dalle stesse alla Regione e di cui mi assumo
tutte le responsabilità in quanto firmatario e proponente della
modifica legislativa all'interno della legge comunitaria, di aver
ampliato le specie cacciabili in FVG in contrasto con la norma
statale e la Direttiva comunitaria. La Regione con la norma
proposta dal sottoscritto non ha nient'altro che applicato l'art
7, di cui è giusto ricordare che l'Ue ha avviato una procedura di
infrazione nei confronti dello Stato che non l'ha applicato (come
può lo Stato dire qualcosa al FVG che invece è in linea con la
normativa?) della Direttiva comunitaria uccelli n.1490/79 essendo
ben consapevoli che la competenza per la definizione delle specie
cacciabili è esclusiva dello Stato. Ci siamo quindi mossi
all'interno della normativa comunitaria applicando l'art. 7 della
direttiva uccelli per definire i periodi diversificati
dell'attività venatoria per specie, e abbiamo escluso l'allegato
2 in quanto riporta specie cacciabili che in Italia sono protette
quali ad esempio l'oca. Basta, quindi, leggere le norme per
capire che quanto asserito dalle associazioni ambientaliste è del
tutto strumentale e non rende onore alla loro attività".
"Per quanto riguarda il secondo punto, più complesso, relativo
alla zona faunistica delle Alpi che in FVG era estesa dalla legge
30 a tutto il territorio, con l'abrogazione di quest'ultima legge
e l'approvazione della legge 6 sulla gestione venatoria del 2008
dell'ex assessore Marsilio la parte riguardante la zona
faunistica è stata impugnata dal Governo in quanto si ritiene che
sia un sistema per aggirare le percentuali di aree
silvo-agro-pastorali che, in assenza di tale zona, dovrebbero
essere superiori al 20% del territorio regionale".
"La legge comunitaria - aggiunge Marin - recependo l'impugnativa
del Governo, ha emanato una norma transitoria per definire le
nuove aree da destinare a tutela. Il tutto non può essere fatto
con un semplice pensiero, ma necessita chiaramente di una
concertazione e di supporti tecnico scientifici. Su questo
l'assessore Violino e la direzione competente si sono prontamente
adoperati e stanno lavorando per raggiungere tale obiettivo".
"Riteniamo - conclude Marin - che l'attività venatoria non debba
essere sospesa e invitiamo le associazioni a una seria
riflessione e a un pacato confronto rispetto a quanto detto.
Anche loro fanno parte integrante del sistema per la definizione
e il raggiungimento di tali obiettivi".