IdV-Citt:Colussi e Corazza, pdl 39 contrasta programma Tondo
(ACON) Trieste, 08 ott - COM/AB - "Ora che la proposta di legge
della Lega Nord è diventata legge regionale - fatti salvi,
ovviamente, i pronunciamenti sulla sua costituzionalità e quelli
della giustizia amministrativa che saranno sollecitati da
cittadini residenti in Friuli Venezia Giulia e che si vedranno
negare servizi previsti dal sistema sociale regionale - è
doveroso porre l'accento sulla distanza che separa la proposta
programmatica di Tondo e le scelte di governo".
Esordisce così la nota di commento alla legge 39 del presidente
del gruppo IdV-Cittadini Piero Colussi.
"Il presidente Tondo, infatti, nel programma portato al voto
degli elettori, parla di integrazione come processo con
l'inserimento effettivo degli immigrati nella struttura economica
sociale e politica del Friuli Venezia Giulia e di dare attuazione
a una politica di integrazione equilibrata, scevra da eccessi
ideologici.
"In realtà, nella legge approvata diventa centrale una scelta
politica che tradisce una volontà discriminatoria e l'aperta
ostilità nei confronti dei soggetti più deboli. La legge
approvata, in ultima analisi, dà corpo a un disegno di
esclusione, non di inclusione sociale, economica e politica; di
negazione di diritti nei confronti di persone che pur hanno
assunto precisi doveri nei confronti della società".
Secondo Colussi, "una legge che fa a pugni con il buon senso
poiché, se si escludono i corregionali all'estero e il personale
delle Forze armate e di polizia per i quali, con apposita deroga,
si prescinde dal requisito della residenza o dell'attività
lavorativa in Italia e in regione per il periodo indicato, va a
colpire senza distinzione tutti i cittadini, anche gli italiani,
che provengono da altre regioni e i cittadini comunitari che
decidono di trasferirsi in Friuli Venezia Giulia. Ci sono più
ombre che luci in questa legge: le norme sulla Carta famiglia e
quelle sul diritto alla casa su tutte. Non meno imbarazzante però
- conclude Colussi - la disparità di trattamento riservata alla
scuola, con l'introduzione di norme differenziate tra scuola
pubblica e scuola paritaria il che è, palesemente, una
discriminazione difficilmente comprensibile".
Il dipietrista Alessandro Corazza, vicecapogruppo, a sua volta
aggiunge: "Contestiamo l'atteggiamento omissivo tenuto dal Tutore
dei minori, che avrebbe dovuto svolgere appieno il suo ruolo di
garanzia e giudichiamo grave il suo rifiuto a partecipare
all'audizione in Commissione così come l'aver negato il suo
parere - che pure gli competeva per legge - non appena iniziato
l'esame in Aula".
"L'impossibilità di confrontarsi con il Tutore dei minori - ha
dichiarato ancora Corazza - discende dalla sovrapposizione di
questa figura con quella del presidente del Consiglio regionale e
conferma l'incompatibilità anche sostanziale tra i due ruoli.
Ritengo infatti che Ballaman abbia evitato il confronto in
quanto, nel ruolo di tutore dei minori, si sarebbe trovato nella
condizione di dover dare giudizio negativo su una legge proposta
dal suo partito, la Lega Nord. Una grave responsabilità che mi
porta con forza a chiedergli di rinunciare al doppio ruolo".