II Comm: audizioni pdl consumo prodotti agricoli regionali
(ACON) Trieste, 11 nov - DT - Coldiretti, Confagricoltura, CIA,
Confcommercio, associazioni dei consumatori e dei produttori
biologici e biodinamici tutti d'accordo: avanti - pur con qualche
distinguo - con la proposta di legge firmata Lega Nord che punta
a sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali per venire
incontro ai bisogni dei consumatori, favorire una maggiore
trasparenza dei prezzi e una corretta informazione sul luogo di
origine, e dare una mano all'ambiente con prodotti a chilometro
zero.
Lo hanno affermato davanti alla II Commissione consiliare
presieduta da Maurizio Franz (LN). Sulle finalità nulla da
eccepire, ha annotato Elsa Bigai di Coldiretti. Con qualche
suggerimento: bisogna assolutamente incrementare i mercati
agricoli (farmer markets) che non sono ancora decollati (al
contrario degli spacci aziendali, oltre 600, questi sì un grande
successo), controllare rigidamente l'utilizzo reale di prodotti
regionali e promuovere intensamente tutto ciò che prescrive la
norma perché l'agricoltura può essere anche un prodotto
turistico.
Obiettivi su cui hanno concordato pure Sergio Vello di
Confagricoltura ed Ennio Benedetti della CIA (Confederazione
italiana agricoltori), ma per entrambi il provvedimento non è una
priorità perché sono in dirittura d'arrivo a livello nazionale e
comunitario due normative specifiche (e quindi meglio sarebbe
attendere per scrivere un testo omogeneo), e perché la norma
ricalca quella del Veneto che finora non ha portato grandi
benefici alle imprese. Se sono previsti finanziamenti, ha
annotato Vello, visti i forti tagli al settore (che passa da 90 a
50 milioni di euro messi a bilancio), meglio sostenere gli
agricoltori senza disperdere risorse in mille rivoli.
Sulla crisi che attanaglia il mondo dell'agricoltura si è
soffermato pure Graziano Ganzit di Aerobio, che ha ricordato come
soltanto il 2% delle aziende regionali faccia biologico. Stiamo
subendo una sorta di cintura sanitaria attorno a noi, l'Austria
ha percentuali molto più alte di prodotti naturali. E' una
situazione che va sbloccata, altrimenti correremo il rischio di
ritrovarci con un'agricoltura ancora peggiore e una crisi ancora
più forte.
Testo da aggiustare per Edo Billa di Federconsumatori. Occorre
cambiare l'approccio, c'è Internet, usiamolo per mettere in
contatto aziende e consumatori. Altra modifica: non possiamo
obbligare come vorrebbe questa legge ad acquistare prodotti
regionali, si va contro le norme sulla concorrenza. Va bene
invece la promozione, questa è la filosofia che deve entrare
nella norma. Di conseguenza no anche agli spazi esclusivi
all'interno dei luoghi di vendita perché alla fine, a essere
danneggiato, sarebbe lo stesso consumatore.
Per Luisa Nemez, in rappresentanza dell'Organizzazione tutela dei
consumatori, si tratta di un provvedimento abbastanza buono, ma
la creazione dei mercati agricoli, specialmente a Trieste, è
difficile per la stessa orografia della città. E allora due
raccomandazioni: incentivare le persone - i giovani soprattutto -
a dedicasi alla terra e aumentare le superfici coltivabili.
Questa norma darà forza al comparto, valorizzerà e incentiverà la
produzione, ha affermato Giuseppe Pavan di Confcommercio. Meglio,
però, non fissare quote quando parliamo di prodotti regionali da
inserire nelle mense o da fornire alla grande distribuzione e ai
piccoli esercenti perché ci troviamo di fronte a un mondo in
difficoltà. E poi la produzione locale copre appena il 10% del
fabbisogno in Friuli Venezia Giulia, fissare addirittura una
percentuale del 50% è esagerata.
Due gli interventi dei consiglieri: per Enzo Marsilio (PD) la
proposta di legge non salverà l'agricoltura di questa regione,
mentre Roberto Antonaz (SA-PRC) ha annotato come i tagli siano
una scelta politica, perchè altri settori non verranno toccati.
(immagini tv)