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II Comm: audizioni pdl consumo prodotti agricoli regionali

11.11.2009
13:13
(ACON) Trieste, 11 nov - DT - Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Confcommercio, associazioni dei consumatori e dei produttori biologici e biodinamici tutti d'accordo: avanti - pur con qualche distinguo - con la proposta di legge firmata Lega Nord che punta a sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali per venire incontro ai bisogni dei consumatori, favorire una maggiore trasparenza dei prezzi e una corretta informazione sul luogo di origine, e dare una mano all'ambiente con prodotti a chilometro zero.

Lo hanno affermato davanti alla II Commissione consiliare presieduta da Maurizio Franz (LN). Sulle finalità nulla da eccepire, ha annotato Elsa Bigai di Coldiretti. Con qualche suggerimento: bisogna assolutamente incrementare i mercati agricoli (farmer markets) che non sono ancora decollati (al contrario degli spacci aziendali, oltre 600, questi sì un grande successo), controllare rigidamente l'utilizzo reale di prodotti regionali e promuovere intensamente tutto ciò che prescrive la norma perché l'agricoltura può essere anche un prodotto turistico.

Obiettivi su cui hanno concordato pure Sergio Vello di Confagricoltura ed Ennio Benedetti della CIA (Confederazione italiana agricoltori), ma per entrambi il provvedimento non è una priorità perché sono in dirittura d'arrivo a livello nazionale e comunitario due normative specifiche (e quindi meglio sarebbe attendere per scrivere un testo omogeneo), e perché la norma ricalca quella del Veneto che finora non ha portato grandi benefici alle imprese. Se sono previsti finanziamenti, ha annotato Vello, visti i forti tagli al settore (che passa da 90 a 50 milioni di euro messi a bilancio), meglio sostenere gli agricoltori senza disperdere risorse in mille rivoli.

Sulla crisi che attanaglia il mondo dell'agricoltura si è soffermato pure Graziano Ganzit di Aerobio, che ha ricordato come soltanto il 2% delle aziende regionali faccia biologico. Stiamo subendo una sorta di cintura sanitaria attorno a noi, l'Austria ha percentuali molto più alte di prodotti naturali. E' una situazione che va sbloccata, altrimenti correremo il rischio di ritrovarci con un'agricoltura ancora peggiore e una crisi ancora più forte.

Testo da aggiustare per Edo Billa di Federconsumatori. Occorre cambiare l'approccio, c'è Internet, usiamolo per mettere in contatto aziende e consumatori. Altra modifica: non possiamo obbligare come vorrebbe questa legge ad acquistare prodotti regionali, si va contro le norme sulla concorrenza. Va bene invece la promozione, questa è la filosofia che deve entrare nella norma. Di conseguenza no anche agli spazi esclusivi all'interno dei luoghi di vendita perché alla fine, a essere danneggiato, sarebbe lo stesso consumatore.

Per Luisa Nemez, in rappresentanza dell'Organizzazione tutela dei consumatori, si tratta di un provvedimento abbastanza buono, ma la creazione dei mercati agricoli, specialmente a Trieste, è difficile per la stessa orografia della città. E allora due raccomandazioni: incentivare le persone - i giovani soprattutto - a dedicasi alla terra e aumentare le superfici coltivabili.

Questa norma darà forza al comparto, valorizzerà e incentiverà la produzione, ha affermato Giuseppe Pavan di Confcommercio. Meglio, però, non fissare quote quando parliamo di prodotti regionali da inserire nelle mense o da fornire alla grande distribuzione e ai piccoli esercenti perché ci troviamo di fronte a un mondo in difficoltà. E poi la produzione locale copre appena il 10% del fabbisogno in Friuli Venezia Giulia, fissare addirittura una percentuale del 50% è esagerata.

Due gli interventi dei consiglieri: per Enzo Marsilio (PD) la proposta di legge non salverà l'agricoltura di questa regione, mentre Roberto Antonaz (SA-PRC) ha annotato come i tagli siano una scelta politica, perchè altri settori non verranno toccati.

(immagini tv)