VI Comm: illustrata pdl su politiche della pace
(ACON) Trieste, 12 nov - DT - Configurare la Regione come un
centro per la promozione di una cultura della pace e della
cooperazione tra i popoli e per la garanzia dei diritti umani,
primo fra tutti il diritto alla vita. Dovunque, indipendentemente
da latitudine e longitudine. Un centro, anche, per formare a una
convivenza pacifica tra individui e comunità all'interno dello
stesso Friuli Venezia Giulia. Mira a tutto questo la proposta di
legge illustrata in VI Commissione (con presidente Piero Camber,
PdL) e sottoscritta da Franco Codega, Gianfranco Moretton,
Giorgio Brandolin, Igor Gabrovec e Paolo Menis per il PD assieme
a Roberto Antonaz e Igor Kocijancic di SA-PRC, Stefano Pustetto
di SA-SD, Piero Colussi per Citt.-Libertà civica e Alessandro
Corazza (IdV-Lista Di Pietro).
"La nostra regione, per la sua stessa storia, ha una vocazione
particolare alla cultura dell'accoglienza e dell'unità nella
diversità dal momento che ha potuto sperimentare periodi di
convivenza, a volte anche drammatici, fra persone e popoli
portatori di notevoli differenze linguistiche e culturali, ha
spiegato Codega, primo firmatario. Oggi, di fronte a temi quali
la globalizzazione, il terrorismo, l'immigrazione, serve una
legge adeguata a rispondere a queste sfide sulla scia di
quell'azione di solidarietà internazionale e di costruzione della
pace che la nostra Regione ha già intrapreso grazie a norme
specifiche, come quelle sulla cooperazione e sul volontariato
sociale".
Come realizzare tutto questo è presto detto: sul versante
dell'istruzione sostenendo e promuovendo studi, ricerche,
convegni, tesi di laurea, viaggi delle scuole nei luoghi della
memoria. Ma si può anche aiutare la pace con una politica
economica improntata alla sostenibilità ambientale, sviluppando
la finanza etica, il commercio equo e solidale, il turismo
responsabile, insistendo sulla responsabilità sociale di chi
produce economia, reddito, ricchezza.
E pace significa pure far conoscere i luoghi della memoria e i
simboli di pace per attivare percorsi di riconciliazione e
convivenza specie qui, sui confini del Friuli Venezia Giulia.
Vuol dire, infine, riconvertire a uso civile le strutture
militari dimesse e aderire alla campagne per la promozione dei
diritti dell'uomo e la lotta alla povertà.
A coordinare ogni attività, a proporre al Consiglio le iniziative
che si ritengono meritevoli di essere realizzate, ecco l'Agorà
della pace del Friuli Venezia Giulia, luogo di incontro e
confronto, aperta a tutti color che si riconoscono nei valori
della legge (in particolare rappresentanti di istituzioni
amministrative, forze sindacali, istituzioni scolastiche,
movimenti, associazioni). C'è poi il Consiglio dell'Agorà che
dovrà predisporre un programma triennale di interventi ed
elaborare criteri e riparti dei fondi della Regione.
Infine, altre tre proposte: realizzare un Centro di elaborazione,
documentazione e ricerca sulla cultura della pace (magari in
collaborazione con università e centri di ricerca), istituire la
Giornata regionale per la pace e i diritti umani (la data sarebbe
il 10 dicembre, anniversario della proclamazione della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo), e far in modo
che la Regione entri nel circuito internazionale "Città 2015
contro la povertà" promossa dal coordinamento nazionale degli
enti locali in collaborazione con le Nazioni Unite.
(immagini tv)