VI Comm: audizione vertici teatro Rossetti-Stabile del FVG
(ACON) Trieste, 12 nov - DT - Se al taglio dei finanziamenti
dello Stato si aggiungerà quello della Regione chiuderemo,
dovremo interrompere il nostro lavoro. Lo ha dichiarato alla VI
Commissione consiliare, presieduta da Piero Camber (PdL), il
direttore del Rossetti di Trieste, teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia, Antonio Calenda, che era accompagnato dal
vicepresidente Furio Bordon e dal responsabile organizzativo
Stefano Curti.
"Rappresentiamo l'eccellenza, ha spiegato Calenda, abbiamo avuto
nella stagione appena trascorsa il record di spettatori in
Italia, oltre 192 mila. Soprattutto, siamo un teatro che produce,
l'unico in regione, e che esporta all'estero e in tutta Italia i
suoi spettacoli, portando alto il nome del Friuli Venezia Giulia.
Eppure, nonostante questi numeri, siamo in difficoltà, avvertiamo
delle diseguaglianze da parte della Regione tra quanto facciamo e
quanto ci viene trasferito. Tagliare ulteriormente significare
voler fare di Trieste una città mutilata e muta".
Questi i numeri del Rossetti: 13 mila abbonamenti nel 2008
(11.600 quest'anno) con un incasso totale - comprese le presenze
- di 3 milioni e 828 mila euro per 55 spettacoli, di cui 10 di
propria produzione; un indotto per Trieste che equivale a 700
mila euro e oneri sociali allo Stato pari a 900 mila euro (tanto
riceviamo, tanto diamo, ha fatto notare Calenda). E poi i
biglietti venduti fuori regione: 1800 in Veneto, 140 tra
Lombardia e Trentino Alto Adige, 90 in Slovenia, 40 tra Austria e
Croazia e altrettanti tra Germania e Francia. Oltre quindicimila,
invece, gli spettatori non triestini. Tutto questo fa del
Rossetti il terzo teatro italiano per presenze dopo il Sistina di
Roma (297 mila) e il Diana di Napoli (e la differenza è, in
questo caso, di 240 presenze), primo in assoluto nel nord del
Paese. Con una differenza abissale rispetto ai teatri del
Triveneto, visto che il Nuovo di Verona, il più vicino
numericamente parlando allo Stabile regionale, ha - appena - 60
mila biglietti venduti. Tre volte di meno.
"Negli ultimi anni è aumentata in modo esponenziale l'offerta
teatrale e la produzione, ha sottolineato Bordon. Ogni nostro
spettacolo contribuisce a costruire il teatro nazionale. Portiamo
a Trieste il meglio della cultura nazionale ed europea, i grandi
eventi, e non ci siamo indebitati visto che il nostro bilancio -
di 8 milioni e 230 mila euro - vive per il 37,2% di risorse
pubbliche (3 milioni e 62 mila euro) e il resto - il 63% contro
la media nazionale del 35 - ce lo guadagniamo esportando i nostri
spettacoli e grazie all'afflusso del pubblico. Noi siamo lo
Stabile della regione, vorremmo che ci venisse riconosciuta una
dignità, anche economica, pari alla nostra sigla. Non si può
applicare a tutti la stessa forbice, bisogna scegliere e
giudicare chi merita di più quelle risorse".
"Attualmente i contributi del ministero sono di un milione e 114
mila euro, dalla Regione arriva un altro milione e 200 mila, 420
mila euro dal Comune di Trieste e 130 mila dalla Provincia. Le
altre Province, è stata la denuncia di Curti, pur socie dello
Stabile, non intervengono".
Tra i consiglieri regionali, Piero Colussi (Citt-Libertà civica)
ha affermato che è la Commissione intera che deve farsi portavoce
contro questi tagli, nella difesa comunque di tutti e quattro i
poli teatrali regionali, e per Roberto Antonaz (SA-PRC) i fondi
per la cultura non possono essere questi, sono scelte politiche
scandalose.
(immagini tv)