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VI Comm: audizione vertici teatro Rossetti-Stabile del FVG

12.11.2009
15:50
(ACON) Trieste, 12 nov - DT - Se al taglio dei finanziamenti dello Stato si aggiungerà quello della Regione chiuderemo, dovremo interrompere il nostro lavoro. Lo ha dichiarato alla VI Commissione consiliare, presieduta da Piero Camber (PdL), il direttore del Rossetti di Trieste, teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Antonio Calenda, che era accompagnato dal vicepresidente Furio Bordon e dal responsabile organizzativo Stefano Curti.

"Rappresentiamo l'eccellenza, ha spiegato Calenda, abbiamo avuto nella stagione appena trascorsa il record di spettatori in Italia, oltre 192 mila. Soprattutto, siamo un teatro che produce, l'unico in regione, e che esporta all'estero e in tutta Italia i suoi spettacoli, portando alto il nome del Friuli Venezia Giulia. Eppure, nonostante questi numeri, siamo in difficoltà, avvertiamo delle diseguaglianze da parte della Regione tra quanto facciamo e quanto ci viene trasferito. Tagliare ulteriormente significare voler fare di Trieste una città mutilata e muta".

Questi i numeri del Rossetti: 13 mila abbonamenti nel 2008 (11.600 quest'anno) con un incasso totale - comprese le presenze - di 3 milioni e 828 mila euro per 55 spettacoli, di cui 10 di propria produzione; un indotto per Trieste che equivale a 700 mila euro e oneri sociali allo Stato pari a 900 mila euro (tanto riceviamo, tanto diamo, ha fatto notare Calenda). E poi i biglietti venduti fuori regione: 1800 in Veneto, 140 tra Lombardia e Trentino Alto Adige, 90 in Slovenia, 40 tra Austria e Croazia e altrettanti tra Germania e Francia. Oltre quindicimila, invece, gli spettatori non triestini. Tutto questo fa del Rossetti il terzo teatro italiano per presenze dopo il Sistina di Roma (297 mila) e il Diana di Napoli (e la differenza è, in questo caso, di 240 presenze), primo in assoluto nel nord del Paese. Con una differenza abissale rispetto ai teatri del Triveneto, visto che il Nuovo di Verona, il più vicino numericamente parlando allo Stabile regionale, ha - appena - 60 mila biglietti venduti. Tre volte di meno.

"Negli ultimi anni è aumentata in modo esponenziale l'offerta teatrale e la produzione, ha sottolineato Bordon. Ogni nostro spettacolo contribuisce a costruire il teatro nazionale. Portiamo a Trieste il meglio della cultura nazionale ed europea, i grandi eventi, e non ci siamo indebitati visto che il nostro bilancio - di 8 milioni e 230 mila euro - vive per il 37,2% di risorse pubbliche (3 milioni e 62 mila euro) e il resto - il 63% contro la media nazionale del 35 - ce lo guadagniamo esportando i nostri spettacoli e grazie all'afflusso del pubblico. Noi siamo lo Stabile della regione, vorremmo che ci venisse riconosciuta una dignità, anche economica, pari alla nostra sigla. Non si può applicare a tutti la stessa forbice, bisogna scegliere e giudicare chi merita di più quelle risorse".

"Attualmente i contributi del ministero sono di un milione e 114 mila euro, dalla Regione arriva un altro milione e 200 mila, 420 mila euro dal Comune di Trieste e 130 mila dalla Provincia. Le altre Province, è stata la denuncia di Curti, pur socie dello Stabile, non intervengono".

Tra i consiglieri regionali, Piero Colussi (Citt-Libertà civica) ha affermato che è la Commissione intera che deve farsi portavoce contro questi tagli, nella difesa comunque di tutti e quattro i poli teatrali regionali, e per Roberto Antonaz (SA-PRC) i fondi per la cultura non possono essere questi, sono scelte politiche scandalose.

(immagini tv)