UDC: Piano sociosanitario, occorre confrontarsi senza fretta
(ACON) Trieste, 12 nov - COM/DT - Razionalizzare le risorse
umane e finanziarie nella sanità è una via obbligata per
garantire un buon livello delle prestazioni sanitarie e
sociosanitarie nella nostra regione, dato che questo comparto
impegna metà delle disponibilità del bilancio regionale. Ma la
revisione delle politiche sanitarie richiede maggiori spazi di
confronto con i rappresentanti delle comunità locali e con gli
operatori del settore, che esigono tempi adeguati e non percorsi
troppo veloci e tanto meno attraverso gli emendamenti alla
Finanziaria.
Questo è il parere dell'UDC, che ha riunito congiuntamente il
gruppo consiliare, la segreteria regionale e quelle provinciali
per esaminare il Piano sanitario e sociosanitario 2010-2012
licenziato dalla Giunta Tondo.
Il Piano, fa presente l'UDC, parte da premesse certamente
condivisili ma non affronta in modo scientifico e analitico
tutte le questioni connesse alla sanità: prevede, infatti, il
riordino della rete ospedaliera indicando solamente l'offerta dei
posti di degenza e dei servizi in termini generici. Non tiene
conto, quindi, della domanda emergente dai singoli territori e
soprattutto dalle aree. I cittadini di questi luoghi (Gemona,
Cividale, Sacile, Maniago, solo per citarne alcuni) hanno invece
il diritto di sapere a chi dovranno fare riferimento in futuro
per usufruire di strutture sanitarie adeguate in caso di
emergenza o di degenza per la cura di patologie non gravi.
E' di tutto interesse, sempre secondo l'UDC, avere accanto a
quelli di eccellenza una rete di ospedali minori per grandezza ma
non per la qualità delle prestazioni, che evitino l'intasamento
delle principali strutture ospedaliere consentendo ai cittadini
di ottenere risposte soddisfacenti alle loro esigenze sanitarie.
Stesso discorso va riservato al numero delle Aziende sanitarie
territoriali, che dovrà essere stabilito sulla base della
gestibilità delle stesse e della loro capacità di dialogare
efficacemente con gli enti locali.
In definitiva, annota ancora l'UDC, occorrono tempi adeguati per
fare una riflessione ampia e compiuta con il coinvolgimento di
tutti. Per questo il gruppo consiliare organizzerà a breve un
convegno con esperti, amministratori e cittadini.
Nel nuovo Piano sanitario, infine, non si fa cenno nemmeno al
numero delle Aziende sanitarie che rimarranno, mentre si intuisce
il passaggio da due a tre dei poli ospedalieri d'eccellenza il
cui costo maggiore non dovrà però andare a discapito della
permanenza di una rete di ospedali ripartiti sul territorio.