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UDC: Piano sociosanitario, occorre confrontarsi senza fretta

12.11.2009
16:38
(ACON) Trieste, 12 nov - COM/DT - Razionalizzare le risorse umane e finanziarie nella sanità è una via obbligata per garantire un buon livello delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie nella nostra regione, dato che questo comparto impegna metà delle disponibilità del bilancio regionale. Ma la revisione delle politiche sanitarie richiede maggiori spazi di confronto con i rappresentanti delle comunità locali e con gli operatori del settore, che esigono tempi adeguati e non percorsi troppo veloci e tanto meno attraverso gli emendamenti alla Finanziaria.

Questo è il parere dell'UDC, che ha riunito congiuntamente il gruppo consiliare, la segreteria regionale e quelle provinciali per esaminare il Piano sanitario e sociosanitario 2010-2012 licenziato dalla Giunta Tondo.

Il Piano, fa presente l'UDC, parte da premesse certamente condivisili ma non affronta in modo scientifico e analitico tutte le questioni connesse alla sanità: prevede, infatti, il riordino della rete ospedaliera indicando solamente l'offerta dei posti di degenza e dei servizi in termini generici. Non tiene conto, quindi, della domanda emergente dai singoli territori e soprattutto dalle aree. I cittadini di questi luoghi (Gemona, Cividale, Sacile, Maniago, solo per citarne alcuni) hanno invece il diritto di sapere a chi dovranno fare riferimento in futuro per usufruire di strutture sanitarie adeguate in caso di emergenza o di degenza per la cura di patologie non gravi.

E' di tutto interesse, sempre secondo l'UDC, avere accanto a quelli di eccellenza una rete di ospedali minori per grandezza ma non per la qualità delle prestazioni, che evitino l'intasamento delle principali strutture ospedaliere consentendo ai cittadini di ottenere risposte soddisfacenti alle loro esigenze sanitarie. Stesso discorso va riservato al numero delle Aziende sanitarie territoriali, che dovrà essere stabilito sulla base della gestibilità delle stesse e della loro capacità di dialogare efficacemente con gli enti locali.

In definitiva, annota ancora l'UDC, occorrono tempi adeguati per fare una riflessione ampia e compiuta con il coinvolgimento di tutti. Per questo il gruppo consiliare organizzerà a breve un convegno con esperti, amministratori e cittadini.

Nel nuovo Piano sanitario, infine, non si fa cenno nemmeno al numero delle Aziende sanitarie che rimarranno, mentre si intuisce il passaggio da due a tre dei poli ospedalieri d'eccellenza il cui costo maggiore non dovrà però andare a discapito della permanenza di una rete di ospedali ripartiti sul territorio.