PD: Lupieri, troppo disagio nelle carceri, bisogna attivarsi
(ACON) Trieste, 16 nov - COM/DT - "Qualche settimana fa nel
carcere di Tolmezzo un giovane romeno di 25 anni, accusato di
concorso in rapina, si è tolto la vita impiccandosi al letto
della cella. Da tempo si lamentava che non aveva avuto modo di
difendersi. Qualche giorno fa, sempre a Tolmezzo, si è suicidato
un imprenditore veneto e questa volta la stampa ne ha dato
notizia, forse perché era italiano.
"Sento necessario, quale consigliere regionale, rivolgere
un'interrogazione alla Giunta perché ci sia un serio
approfondimento su quanto sta accadendo nelle carceri regionali,
e nello specifico a Tolmezzo, dove oltre ai due suicidi in 30
giorni vi sono stati almeno tre tentativi seri di suicidio negli
ultimi mesi".
A firmare l'interrogazione è Sergio Lupieri del Partito
Democratico.
"Il livello di disagio e di disperazione dei detenuti e del
personale operante negli istituti di pena è ormai giunto a un
punto di non ritorno. Disturbi gravi di tipo depressivo,
psicosomatici, d'ansia, aggressioni, suicidi, sono troppo
frequenti. Certamente - sottolinea Lupieri - mancano psicologi
convenzionati con le Aziende sanitarie e operanti nelle carceri
regionali. A questo proposito ricordo come a Udine le psicologhe
siano state licenziate, mentre a Pordenone si sono licenziate,
per cui solo gli psicologi di Trieste, Tolmezzo e Gorizia sono
tuttora operativi.
"Per i detenuti non tossicodipendenti sono ancora presenti degli
psicologi convenzionati con il ministero della Giustizia, ma con
orario estremamente ridotto. Due esempi: a Tolmezzo per più di
200 detenuti non tossicodipendenti ci sono solo 24-26 ore mensili
di psicologo mentre per i circa 60 detenuti seguiti dal Sert di
Gemona sono previste 72 ore.
"E poi c'è il sovraffollamento, pesantissimo: a Tolmezzo - fa
sapere il consigliere - in alcune celle è stata introdotta la
terza branda, ci sono tre persone in 10 metri quadrati. Ma a
Trieste non si sta meglio.
"Urge attivare percorsi formativi, lavorativi e ricreativi per
affrontare quella che sta diventando una delle problematiche
principali: poter trascorrere il tempo in modo costruttivo allo
scopo di prevenire disagi e mortificazioni dovuti alla noia e
costruire così il proprio reinserimento nella società civile che
ne ha tutto l'interesse. Ma urge attivare anche percorsi
formativi aperti al personale di polizia penitenziaria per
supportarli nell'espletamento quotidiano delle loro funzioni.
"Come urge - conclude Lupieri - attivare un osservatorio a
livello regionale, con compiti di verifica dei livelli di
attuazione di quanto previsto dalla Costituzione,
dall'ordinamento penitenziario e dalle normative vigenti in
materia carceraria".