PD: Menis, su privatizzazione acqua battaglia comincia ora
(ACON) Trieste, 20 nov - COM/AB - Sconfitti nei numeri, da una
maggioranza che ha dovuto ricorrere all'ennesima fiducia per
paura di sé stessa, ma vincenti nella battaglia per
l'informazione.
Commenta così Paolo Menis, consigliere regionale del PD e primo
firmatario della mozione per la dichiarazione dell'acqua come
bene privo di rilevanza economica, l'approvazione del decreto
Tremonti sulla privatizzazione del servizio idrico.
Può sembrare che ormai i giochi siano fatti - spiega Menis - ma
la battaglia è ancora lunga, anzi inizia proprio adesso. Vedremo
cosa succederà in Consiglio regionale, dove martedì prossimo
verrà discussa la mozione con cui il gruppo del PD chiede che
l'acqua venga dichiarato un bene privo di rilevanza economica e
quindi non assoggettabile alla nuova disciplina della
privatizzazione.
Nel frattempo incassiamo una grande vittoria, prosegue Menis,
quella di essere riusciti a informare i cittadini, a scuoterli
dal diffuso torpore verso i temi affrontati dalla politica.
Grazie al coordinamento con le tante realtà volontarie del
territorio abbiamo dato vita a una campagna capillare per far
luce su un argomento così importante come il futuro dell'acqua.
Grazie a incontri, manifestazioni e convegni abbiamo in qualche
modo rotto quella catena di vergognoso silenzio che voleva far
credere che la privatizzazione fosse un atto imposto dall'Europa
e che potesse aprire le porte ad efficienza e risparmi per i
consumatori.
Sappiamo bene che non è così e che questa riforma aprirà al
mercato delle multinazionali la gestione di una risorsa
fondamentale per la sopravvivenza dell'uomo senza garanzie di
investimenti nelle infrastrutture e di contenimento delle
tariffe. A dimostrarlo ci sono molte esperienze italiane ed
europee. In arrivo aumenti delle tariffe che qualcuno stima tra
il 30 e il 40% e altri addirittura al 300%; quindi addio alle
politiche di risparmio idrico, da qui in poi vendere acqua
diventerà lucrativo.
Ma la battaglia continua e si fa interessante - ha concluso il
consigliere del PD - ad esempio, in Consiglio regionale metteremo
alla prova il credo federalista della Lega Nord. In Parlamento
non hanno dato prova di coerenza, con il ministro Calderoli che
firma il decreto e i deputati leghisti che fingono di
scandalizzarsi in Aula al momento della votazione. Credo che le
dichiarazioni di Bossi "Non si muore per una legge, si muore se
salta il Governo" dovrebbero far riflettere. Sono proprio loro,
infatti, che hanno consentito la mercificazione dell'acqua dei
cittadini.
Già c'è chi parla di referendum, anche se adesso la palla passa
alla Regioni. Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e Marche stanno
già organizzandosi per presentare un ricorso alla Corte
costituzionale. Vedremo se anche il Friuli Venezia Giulia, dopo
il pericoloso silenzio sul nucleare, avrà il coraggio di
difendere il futuro e le risorse dei suoi abitanti.