SA-PRC: Kocijancic su destino Corridoio V e alta velocità
(ACON) Trieste, 23 nov - COM/AB - Davvero illuminante - a
giudizio del consigliere regionale della A-PRC Igor Kocijancic -
l'intervista a Paolo Costa, attuale presidente dell'Autorità
portuale di Venezia, che è stato sindaco di quella città,
europarlamentare e presidente della Commissione Trasporti
dell'UE, anche se, alla fine, non ha detto niente di diverso
rispetto a quanto disse a un incontro, promosso dall'allora
assessore regionale Sonego su Corridoio V e infrastrutture
ferroviarie e portuali europee, che ebbe luogo il 26 marzo 2006 a
Udine.
Allora come oggi, a quasi quattro anni di distanza, Paolo Costa,
in qualità di presidente della Commissione europea per i
trasporti affermò che la realizzazione della tratta di Corridoio
V che interessa il Veneto e la nostra regione è fortemente in
ritardo, che l'UE avrebbe dato priorità di finanziamento alla
progettazione delle tratte transfrontaliere (cosa effettivamente
avvenuta), ma che le risorse necessarie alla realizzazione delle
opere avrebbero dovuto essere garantite dai rispettivi governi
nazionali.
Sono passati quasi quattro anni - ricorda Kocijancic - le risorse
non ci sono e, ove ci fossero, sarebbero sicuramente inferiori
alle disponibilità di allora (banche e imprese con i vari
provvedimenti anticrisi sono state destinatarie di drenaggi di
denaro impressionanti nei mesi scorsi). Costa ci dice chiaramente
che un impegno concreto, anche del Governo italiano, non c'é. Nel
frattempo il tempo passa, altri corridoi sono in fase di
completamento, sta crescendo il livello di conflittualità e
opposizione sui territori, lo stesso progetto esistente e già
finanziato (10 milioni di euro) della Trieste - Divaca viene
rimesso in discussione (si cerca, saggiamente, di trovare una
soluzione non impattante per la val Rosandra) e il
sottosegretario ai trasporti Castelli viene in qualche modo
costretto a ribadire (ma ormai non ci credono più nemmeno i
bambini) l'interesse prioritario del Governo italiano per la
realizzazione della porzione di Corridoio V che interessa i
nostri territori e della TAV.
Non sarebbe ora di finirla e di cominciare di dare ascolto a
quanti - l'assessore regionale Riccardi tra questi - stanno
dicendo da anni che vanno adeguati i tracciati esistenti all'alta
capacità e che nei confronti della Slovenia va aperto un
confronto serrato per il collegamento ferroviario tra i porti di
Capodistria e Trieste, lasciando perdere altre progettazioni e
priorità semplicemente velleitarie?
Una scelta in tal senso - conclude Kocijancic - comporterebbe di
realizzare 6 chilometri di tracciato in superficie contro
un'ipotesi alternativa di 38 chilometri di tracciato interrato in
profondità. Una spesa normalmente sostenibile e preventivabile,
una soluzione a basso impatto contro un costo elevatissimo che
non si può nemmeno preventivare con approssimazione e
dall'impatto notevole: in un Paese normale non si perderebbe
nemmeno tempo a discutere di cosa convenga fare.