CR: respinte mozioni acqua, approvato ordine del giorno (6)
(ACON) Trieste, 24 nov - DT - Respinte dall'Aula le due mozioni
dell'opposizione contro la privatizzazione della gestione
dell'acqua. A votare contro Pdl, LN, UDC con il voto di
astensione preannunciato da Ferone (Pensionati); favorevoli PD,
Idv, Citt e SA.
Accolto invece dalla maggioranza (no compatto del centrosinistra,
astenuto Ferone) l'ordine del giorno presentato dai capogruppo
Narduzzi (LN), Galasso (Pdl), Sasco (UDC) e Asquini (Misto) che
impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo perché -
nell'emanazione dei regolamenti attuativi - si tenga conto delle
specifiche condizioni di efficienza che rendono la gestione
pubblica non distorsiva della concorrenza e quindi non
svantaggiosa per i cittadini rispetto a un'altra forma di
gestione dei servizi idrici pubblici locali. Inoltre, nella
mozione si chiede di prevedere gli strumenti per l'attivazione e
il rafforzamento del controllo e della vigilanza sulla qualità
del servizio e sulla correttezza delle tariffe.
In precedenza, a concludere il dibattito erano stati Gianfranco
Moretton (PD), Enore Picco (LN), Roberto Antonaz (SA-PRC), Franco
Baritussio (Pdl), Danilo Narduzzi (LN) e Piero Colussi (Citt).
Una brutta pagina di storia, per Moretton. Le condizioni poste
sono così coercitive che in realtà non sarà possibile nemmeno in
Friuli Venezia Giulia rientrare nei parametri che consentiranno
di avere una gestione pubblica dell'acqua. E siccome ogni opera
di manutenzione sarà a carico dei privati, a rimetterci saranno
le famiglie.
La LN ha da sempre dato battaglia perché l'acqua resti pubblica,
ha affermato Picco. L'esperienza portata avanti dalla Provincia
di Gorizia è importante, potremmo pensare a degli ATO
provinciali. C'è la necessità di fare un passo indietro, una
pausa di riflessione tutti insieme perché l'acqua non è di destra
o di sinistra, è di tutta l'umanità.
Secondo Antonaz le conseguenze di questa norma saranno devastanti
per quanto concerne la gestione di un bene pubblico, ma corriamo
il rischio di veder distrutto anche il nostro sistema
idrogeologico, soprattutto in montagna, qualora venisse lasciato
alle regole del privato. Bisogna fare di tutto perché la legge
sia bloccata, anche arrivare al referendum abrogativo.
Per Baritussio occorre pensare a non incorrere nelle norme
europee sulla concorrenza, ma anche alla sicurezza ambientale:
servono risorse - che mancano - per costruire acquedotti e
impianti di depurazione, la parte pubblica da sola ha grosse
difficoltà a raggiungere questi traguardi.
Su una vicenda così il centrosinistra non può dare lezioni, ha
commentato Narduzzi. Oggi l'acqua rimane pubblica, a noi
interessa che i cittadini paghino poco, abbiano un buon servizio
con tariffe controllate. Ci sono tutte le garanzie perché nessuno
pensi di gestire l'acqua come un bene privato.
Infine, l'intervento di Colussi secondo cui in questa vicenda non
si è tenuto conto che l'Italia è Paese variegato dove la
situazione del Friuli Venezia Giulia è diversa da quella della
Puglia. Per questo era necessario che la legge prevedesse
l'autonomia delle Regioni.
(segue)