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CR: mozione sul Crocifisso, dibattito (9)

24.11.2009
19:00
(ACON) Trieste, 24 nov - MPB - Aprendo la discussione Igor Kocijancic (SA-PRC) ha definito la mozione strumentale, da respingere per come è posta, mentre andrebbe fatto un dibattito sul senso di laicità delle istituzioni. Si vuole portare ad apporre un Crocifisso in quest'Aula che ne è priva come lo sono le Aule degli altri Consigli regionali e quella del Parlamento. Voterò contrario - ha concluso formalizzando al richiesta del voto segreto poiché il tema attiene alla libera coscienza.

Il Crocifisso - a giudizio di Roberto Asquini (Misto) - non è un simbolo esclusivamente religioso ma del cristianesimo, a prescindere dalle diverse sfaccettature, e anche dei valori della nostra società, di un modello sociale che a fatto crescere tutto l'occidente, che noi dobbiamo conservare e migliorare. Poi c'è chi crede nel Crocifisso e chi è laico, ma non vedo perché debba opporsi a questi valori, non capisco le battaglie per farlo togliere. Chi propone questo punta a una diversa società.

L'Italia nasce anticlericale e la riconciliazione avviene con i patti lateranensi - ha sottolineato a sua volta Stefano Pustetto (SA-SD) ricordando la complessa storia della civiltà occidentale. I politici a parole si definiscono laici, ma usano spesso il Crocifisso come una clava - ha aggiunto invitando a ricordare i cedimenti dello Stato italiano verso il Vaticano su molti temi importanti (divorzio, aborto, pillola abortiva, testamento biologico) e a pensare alle intolleranze espresse in quest'Aula, per esempio verso gli immigrati.

Alla fine, dall'Aula uscirà una banalizzazione dell'argomento che invece va trattato con serietà - ha affermato Annamaria Menosso (PD). La Croce non va appesa, va portata aiutando gli altri a portarla. Croce significa guardare agli altri: immigrati, donne, bambini, diversi, maltrattati. Non un talismano da portare al collo con ostentazione, ma da accompagnare con le azioni - ha infine ammonito invitando evitare strumentalizzazioni.

Per Sandro Della Mea (PD), più dei simboli valgono i comportamenti. Le istituzioni sono di tutti, con credi diversi, atei, agnostici e dobbiamo il massimo rispetto per tutti. Il Crocifisso fu introdotto da Mussolini per ingraziarsi le sfere vaticane: non andremo a toglierlo dov'è, ma non avvertiamo la necessità di inserirlo in altre sedi, come in quest'Aula.

Franco Codega (PD) ha definito parziale la sentenza della Corte europea perché si è limitata all'aspetto giuridico della questione. La laicità dello Stato non va intesa in termini di sottrazione, quando si fanno sparire i simboli, ma quando la laicità dà cittadinanza a tutte le diverse e spontanee espressioni della comunità, altrimenti l'unica cosa legittima sarà la pubblicità commerciale. Codega ha concluso auspicando che la sentenza sia utilizzata come riflessione in un contesto multiculturale e multietnico e non per speculazioni di carattere elettorale.

(segue)