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CR: mozione Crocifisso in Aula, dibattito (10)

25.11.2009
17:27
(ACON) Trieste, 25 nov - DT - Rimango esterrefatto da questa inversione di ruolo, i laici che difendono il Crocifisso, i cattolici che non lo vogliono, è stato il commento di Danilo Narduzzi, capogruppo della LN. Il PD ha paura di questa mozione perché teme di mostrare a tutti la spaccatura mostruosa al suo interno. La politica debole che sostiene l'opposizione ha portato a una politica debole, all'eutanasia delle razze in Europa. Ma volge al tramonto. La speranza è che il nostro simbolo, il Crocifisso più tradizionale o la croce di Aquileia, venga collocato qui.

Per Maurizio Salvador (UDC) si sta tornando ai tempi di don Camillo e Peppone, eppure la richiesta contenuta nella nostra mozione è di una banalità estrema. Immaginavamo che si potesse arrivare alla predisposizione di ordine del giorno trasversale che desse una risposta naturale a una richiesta altrettanto naturale, ma dopo aver letto quello del centrosinistra è impossibile.

Sono favorevole al Crocifisso in Aula, ha affermato Luigi Ferone, Partito Pensionati. Ci unisce, appartiene alla tradizione del nostro Paese e della nostra regione. Ogni luogo è intriso di cristianità. La sentenza della Corte è sbagliata, l'Europa bene farebbe a occuparsi dei veri problemi della gente, non ci si occupa dei sentimenti di un popolo.

Secondo Paride Cargnelutti (Pdl) una vicenda come questa dovrebbe fare tutto tranne che dividere e nemmeno dobbiamo fare la gara a chi è più cattolico per conquistare quei voti. Siamo tutti figli di una radice cristiana, ma non vogliamo imporre un simbolo a un'altra forza politica: pertanto, o c'è il voto a larga maggioranza o valutiamo il da farsi.

Questa sentenza è un'ingerenza nel nostro vissuto, una vera imposizione, ha ribadito Alessandro Tesolat per l'UDC. E poi cade nel momento in cui c'è stato il mancato riconoscimento delle radici cristiane dell'Europa nella Costituzione UE. Forse è da questa Europa senza storia che è partita la sentenza. Questa mozione è la difesa laica della nostra storia contro il tentativo di cancellarla.

(segue)