PD: Pupulin, Regione non deve cedere sua quota Mediocredito
(ACON) Trieste, 26 nov - COM/AB - Dopo aver annunciato la
determinazione a cedere la propria quota del Mediocredito sul
mercato finanziario, adesso incominciano i distinguo.
Sulla questione interviene il consigliere regionale del PD Paolo
Pupulin che aggiunge.
Il senatore Ferruccio Saro, che conosce meglio dell'attuale
assessore alle Finanze la situazione, temendo giustamente il
blocco dell'operazione a causa dei vincoli previsti dal patto
parasociale fra banche, Regione e Friulia Holding, avanza
l'ipotesi di scambiare le azioni Mediocredito con quelle di
Autovie Venete. Il presidente leghista della Commissione
economica del Consiglio regionale Maurizio Franz afferma la
totale contrarietà del suo gruppo alla vendita dell'Istituto
creditizio. L'assessore Sandra Savino richiama la Lega alla
coerenza con le decisioni assunte senza opposizione e riserva di
alcun componente.
Vedremmo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi come andrà a
finire. Nel frattempo i danni già prodotti sono evidenti. Aver
deciso in questo momento la vendita della banca significa
inceppare per lungo tempo uno dei pochi canali funzionanti di
accesso al credito per le imprese della regione. Infatti, da mesi
attendiamo la piena operatività dei nuovi strumenti definiti
nella legge anticrisi, senza che finora una sola delibera sia
stata decisa dal nuovo Comitato del Frie.
Anche in questa fase di transizione e incertezza, il Mediocredito
ha continuato la gestione corrente delle operazioni affidategli
dall'Amministrazione regionale, garantendo flussi finanziari e
operativi alle imprese che il sistema bancario non si è
dimostrato in grado di assicurare, anche per le condizioni
economiche praticate che risultano concorrenziali.
Come tutti gli operatori economici sanno, il Mediocredito
rappresenta il tradizionale riferimento per tante attività di
finanza agevolata, come i fondi di rotazione, che sono giudicati
dalle imprese e dalle loro organizzazioni di settore strumenti
utili e gestiti positivamente ancor più in questa difficile fase
di crisi.
Ritengo dunque che il Mediocredito, nella sua attuale
configurazione, abbia svolto e continui a svolgere un ruolo
importante per l'economia regionale e sarebbe un guaio pensare di
liquidarlo proprio in questo momento delicato, destabilizzando
uno dei pochi meccanismi che funzionano. Ci sono tanti motivi
pratici e politici per contrastare il progetto di vendita delle
azioni del Mediocredito. Ma ce ne sono di ancora più dirimenti
per una sbagliata scelta dei modi e dei tempi.
Bisogna che sia chiaro dove vanno a finire le competenze ora
affidate e gestite dall'istituto. La tecnica adottata troppe
volte ormai dalla Giunta regionale - prima chiudere e poi con il
tempo trovare soluzioni alternative, soprattutto nel campo
finanziario - è distruttiva e pericolosa per l'economia della
regione. Prima si chiarisca il progetto, se c'è, e poi si valuti
se ci sono le condizioni per cedere le azioni. Tra l'altro, nelle
attuali condizioni del mercato azionario è più facile ipotizzare
un'operazione a perdere piuttosto che una scelta che recuperi
importanti risorse da impiegare per una delle tante esigenze che
la regione è chiamata a soddisfare.