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PD: Pupulin, Regione non deve cedere sua quota Mediocredito

26.11.2009
16:18
(ACON) Trieste, 26 nov - COM/AB - Dopo aver annunciato la determinazione a cedere la propria quota del Mediocredito sul mercato finanziario, adesso incominciano i distinguo.

Sulla questione interviene il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin che aggiunge.

Il senatore Ferruccio Saro, che conosce meglio dell'attuale assessore alle Finanze la situazione, temendo giustamente il blocco dell'operazione a causa dei vincoli previsti dal patto parasociale fra banche, Regione e Friulia Holding, avanza l'ipotesi di scambiare le azioni Mediocredito con quelle di Autovie Venete. Il presidente leghista della Commissione economica del Consiglio regionale Maurizio Franz afferma la totale contrarietà del suo gruppo alla vendita dell'Istituto creditizio. L'assessore Sandra Savino richiama la Lega alla coerenza con le decisioni assunte senza opposizione e riserva di alcun componente.

Vedremmo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi come andrà a finire. Nel frattempo i danni già prodotti sono evidenti. Aver deciso in questo momento la vendita della banca significa inceppare per lungo tempo uno dei pochi canali funzionanti di accesso al credito per le imprese della regione. Infatti, da mesi attendiamo la piena operatività dei nuovi strumenti definiti nella legge anticrisi, senza che finora una sola delibera sia stata decisa dal nuovo Comitato del Frie.

Anche in questa fase di transizione e incertezza, il Mediocredito ha continuato la gestione corrente delle operazioni affidategli dall'Amministrazione regionale, garantendo flussi finanziari e operativi alle imprese che il sistema bancario non si è dimostrato in grado di assicurare, anche per le condizioni economiche praticate che risultano concorrenziali.

Come tutti gli operatori economici sanno, il Mediocredito rappresenta il tradizionale riferimento per tante attività di finanza agevolata, come i fondi di rotazione, che sono giudicati dalle imprese e dalle loro organizzazioni di settore strumenti utili e gestiti positivamente ancor più in questa difficile fase di crisi.

Ritengo dunque che il Mediocredito, nella sua attuale configurazione, abbia svolto e continui a svolgere un ruolo importante per l'economia regionale e sarebbe un guaio pensare di liquidarlo proprio in questo momento delicato, destabilizzando uno dei pochi meccanismi che funzionano. Ci sono tanti motivi pratici e politici per contrastare il progetto di vendita delle azioni del Mediocredito. Ma ce ne sono di ancora più dirimenti per una sbagliata scelta dei modi e dei tempi.

Bisogna che sia chiaro dove vanno a finire le competenze ora affidate e gestite dall'istituto. La tecnica adottata troppe volte ormai dalla Giunta regionale - prima chiudere e poi con il tempo trovare soluzioni alternative, soprattutto nel campo finanziario - è distruttiva e pericolosa per l'economia della regione. Prima si chiarisca il progetto, se c'è, e poi si valuti se ci sono le condizioni per cedere le azioni. Tra l'altro, nelle attuali condizioni del mercato azionario è più facile ipotizzare un'operazione a perdere piuttosto che una scelta che recuperi importanti risorse da impiegare per una delle tante esigenze che la regione è chiamata a soddisfare.