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VI Comm: Finanziaria 2009, esaminati articoli 6 e 7

27.11.2009
18:39
(ACON) Trieste, 27 nov - DT - La VI Commissione consiliare, presieduta da Piero Camber (Pdl), ha esaminato gli articoli di competenza della Finanziaria, cioé il 6 (attività culturali, ricreative e sportive) e 7 (istruzione, formazione e ricerca). Presenti gli assessori allo Sport Elio De Anna, all'Università Alessia Rosolen, alla Cultura Roberto Molinaro oltre a Sandra Savino, con la delega alle Risorse finanziarie.

Se per De Anna questo, per quanto concerne attività ricreative e sportive, sarà una sorta di anno sabbatico in cui verrà concesso agli enti locali di utilizzare i residui di cassa e rinegoziare gli interventi (purché facciano riferimento sempre a quell'area specifica), l'assessore Rosolen ha sintetizzato le risorse messe a disposizione di università, ricerca, pari opportunità e politiche giovanili, due altre sue deleghe.

Il calo delle risorse, meno 60%, destinate ai giovani è stato stigmatizzato dai consiglieri Roberto Antonaz (SA) e Franco Codega (PD). Ma è stato il capitolo di bilancio sulla cultura a essere protagonista in Commissione.

L'assessore Molinaro ha spiegato come dai 129,8 milioni di euro per il 2009 (inclusi i fondi statali) per istruzione, formazione e cultura, si arrivi agli 86,4 del 2010 (-43,4 milioni di euro): ma se a questo dato sommiamo le rigidità complessive (per il finanziamento di contributi in annualità) la massa disponibile è pari a 62,3 milioni. E le priorità, ha aggiunto, sono state l'istruzione e il diritto allo studio con un livello di intervento uguale a quello dello scorso anno.

Per quanto concerne invece le attività culturali le risorse regionali sono passate dai 49,7 milioni di euro del 2009 ai 25,2 del 2010 (meno 24,5 milioni). "E' chiaro, ha affermato, che con una tale riduzione non è possibile mantenere l'attuale assetto di spesa. D'altra parte è da diverse stagioni che la maglia dei contributi alla cultura si è sempre allargata, ed è altrettanto chiaro che da alcune attività la Regione dovrà uscire. A gennaio, dopo la Finanziaria, bisognerà decidere cosa non fare e mettere insieme nuove regole che diano a chi lavora elementi di certezza".

Numerosissimi gli interventi dei consiglieri. Per Piero Colussi (Citt) c'è un accanimento sulla cultura, non esiste nessun comparto così tanto tartassato. Di sottovalutazione delle attività culturali ha parlato anche Franco Codega, PD, secondo cui sarebbe ridicolo intervenire in futuro con ammortizzatori sociali su una situazione che siamo stati noi stessi a creare.

Igor Gabrovec (PD) ha sottolineato il taglio alla comunità slovena con l'azzeramento dei fondo regionale per la minoranza (si trattava di 240 mila euro) che vanno ad aggiungersi ai contributi con segno meno da Roma.

Non c'è rassegnazione ma responsabilità, ha dichiarato Edoardo Sasco, UDC. Il bilancio non si fa con le buone intenzioni ma con il denaro. La crisi in Friuli Venezia Giulia non è ancora nemmeno iniziata, gli ha fatto eco Enore Picco, LN, non è che tutti possono avere solo diritti e niente doveri. E sulla scarsità di risorse si è concentrato pure l'intervento di Enio Agnola, Idv.

Paolo Menis, PD, ha fatto presente come esistano associazioni che vivono di pochissime attività all'anno, qui - ha detto - si potrebbero recuperare delle risorse. Non dobbiamo umiliare chi fa buone cose.

Ci aspettavamo dall'assessore delle linee guida sulla nuova legge quadro sulla cultura, c'è la necessità di mettere mano a delle riforme strutturali, anche in questo settore, ha annotato, infine, Giorgio Brandolin, PD.

In precedenza la Commissione aveva invitato in audizione il mondo teatrale del Friuli Venezia Giulia, quindi l'associazione ARTS (di cui fanno parte CSS, ERT, La Contrada, Artisti Associati, Circuito Danza e il CTA), il teatro lirico di Trieste, i comunali di Udine, Pordenone, Gorizia e Monfalcone, e il Miela di Trieste. Da tutti l'appello a non mettere in pericolo centinaia di posti di lavoro (500 solo nel circuito ARTS) e a rivedere il taglio dei contributi che si aggira attorno al 25%. Un taglio, hanno ricordato, che equivarrebbe al crollo del sistema.