SA: Pustetto, improponibile e pericolosa la scelta nucleare
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - L'attuale Governo ha inserito
nei suoi programmi la realizzazione di un piano di centrali
nucleari e il presidente della Regione Renzo Tondo ha manifestato
piena sintonia con questa scelta, tanto da proporre che il FVG
collabori al raddoppio della centrale nucleare slovena di Krsko,
situata a un centinaio di chilometri da Trieste. Anche se la
Slovenia non è parsa interessata all'operazione, appare evidente
che l'attuale maggioranza è interessata a investire, anche dal
punto di vista finanziario, sul nucleare.
Lo sostiene il consigliere regionale di SA-SD Stefano Pustetto,
che approfondisce così la questione.
Considerate le recenti notizie, peraltro non confermate, che
vedrebbero Monfalcone come uno dei siti possibili per una
centrale nucleare, reputo opportuno fare alcune considerazioni.
Innanzitutto si tratta di un'industria in crisi in tutto il
mondo, tanto che la costruzione di nuove centrali si conta sulle
dita di una mano. Inoltre, essa non è in grado garantire una
produzione su larga scala e, infatti, la produzione idroelettrica
continua a sovrastare quella elettronucleare. Il perché di questa
crisi va ricercato nel costo e nel tempo impiegato per la
costruzione di una centrale, i primi si attestano tra i 5 e gli 8
miliardi di euro (dieci volte quello di una centrale
tradizionale) e i secondi sulla decina di anni. E' del tutto
evidente che il semplice prolungasi dell'iter costruttivo fa
innalzare i costi cui non viene mai aggiunto, per ovvi motivi, il
costo dello smaltimento delle scorie e della messa in sicurezza
delle centrali dismesse. Secondo la legge tedesca infatti, un
impianto deve essere chiuso dopo trentadue anni di attività.
A questo bisogna aggiungere il fatto che nel nostro Paese non ci
sono miniere di uranio tali da soddisfare il fabbisogno
nazionale, per cui saremmo soggetti al mercato e a dipendere
dagli Stati esteri, così come accade per il petrolio e il gas
naturale. In più, il minerale estratto deve essere sottoposto a
un processo di arricchimento complesso e oneroso e non conviene
costruire queste strutture e per un numero esiguo di centrali.
Altro punto dolente è lo stoccaggio delle scorie. Quale
credibilità ha uno Stato come il nostro che non è mai stato in
grado di dare una risposta adeguata a questo problema, tanto che
le nostre misere (quantitativamente parlando) scorie di origine
sanitaria devono essere smaltite negli Stati confinanti a prezzi
esorbitanti?
Per quanto concerne l'impatto ambientale - così ancora Pustetto -
è irrilevante la riduzione dell'effetto serra determinato dal
nucleare, mentre restano del tutto aperti i problemi derivati dal
rischio della contaminazione radioattiva, che può durare anche
per migliaia di anni.
Sono questi, in sintesi, i motivi per cui la maggior parte della
comunità scientifica e delle istituzioni si dichiara contraria
alla realizzazione di impianti nucleari basati sulla tecnologia
attuale, che viene giudicata sicura esclusivamente dalle ditte
che la sponsorizzano. Credo utile ricordare che in Finlandia la
costruzione di un reattore di ultima generazione (III
generazione), è stata stoppata perchè sono emersi fondati dubbi
sulla progettazione in materia di sicurezza.
Con queste premesse - conclude Pustetto - è evidente che
l'ipotesi Monfalcone può far nascere più di un dubbio
sull'opportunità di una scelta in ordine alle caratteristiche di
un territorio già devastato da una pesante industrializzazione
considerata la densità abitativa, il rischio sismico e la
penalizzazione che ne avrebbe il turismo e il comparto nautico.
Se si vuole valorizzare il territorio, quella di impiantare una
centrale nucleare non è la decisione migliore, perché bisogna
prestare grande attenzione all'equilibrio tra ambiente,
insediamenti abitativi e industriali. Non ultimo, considero
inaccettabile che decisioni di questa portata, fatte solo per
compiacere un premier le cui promesse durano, se va bene, lo
spazio di una giornata, non siano concordate in una qualche
maniera democratica con la nostra popolazione.