PD: dare prospettive alla montagna e alla sua gente
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - Il futuro delle Comunità
montane è stato il tema di un incontro promosso dal Gruppo
consigliare regionale del PD, su iniziativa del capogruppo
Gianfranco Moretton e dei consiglieri Sandro Della Mea e Enzo
Marsilio. In risposta ai ricatti della Lega che ha costretto il
presidente della Regione Tondo a commissariare le Comunità
montane e che ora pressa per una loro chiusura per trasferire
alle Province le risorse e i patrimoni, gli interventi dei
numerosi amministratori hanno unanimemente ribadito la necessità
che, per poter gestire il proprio sviluppo, la montagna deve
poter contare su un organismo di autodeterminazione, che si può
chiamare come meglio si crede, ma che deve avere ruoli e funzioni
chiari e ben definiti.
A giudizio di Moretton, ogni scelta in merito deve essere
perlomeno preceduta da un'idea guida di quale sarà la futura
riforma delle autonomie locali con una definizione, anche se solo
di massima, di Comune e Comunità montana, cercando di evitare
sovrapposizioni di competenze e funzioni per favorire i processi
di semplificazione. Si vada poi a rivedere gli ambiti montani nel
rispetto delle diversità peculiari dei vari territori montani,
conservando ai nuovi enti proposti autonoma capacità di
programmazione e gestione del proprio territorio.
E' comunque inaccettabile il depotenziamento o la cancellazione
di ruoli strategici attualmente in capo ai Comuni, come si
rifiuta il trasferimento di deleghe alle Province. In gioco non è
tanto il futuro delle Comunità montane quanto piuttosto l'assetto
economico della montagna, già di per sé precario e svantaggiato e
sul quale permangono motivi di seria preoccupazione non tanto per
le minacce della Lega che, giocoforza, sono dovute rientrare,
quanto per l'atteggiamento irresponsabile dell'attuale
maggioranza, lesta a disfare ma incapace di costruire.
Da parte nostra - ha concluso Moretton - continueremo a sederci
ai tavoli di confronto con lo spirito costruttivo di sempre,
nell'intento di dare continuità a quanto abbiamo già cercato di
fare con le leggi 1 del 2006 e 4 del 2008 e di pervenire a una
proposta di prospettiva reale per la montagna e la sua gente.