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CR: Finanziaria 2010, dibattito (16)

15.12.2009
19:23
(ACON) Trieste, 15 dic - MPB - Questa Finanziaria è impostata come una manovra ordinaria quando invece servono interventi strutturali proiettati nel tempo, perché il 2011 sarà forse più difficile del 2010 e non si tornerà indietro - ha affermato Enzo Marsilio (PD), critico con i tagli che rischiano di compromettere la tenuta dell'intero sistema agricolo regionale e di penalizzare la gestione del territorio montano, lasciando a casa anche una quarantina di persone impiegate nelle manutenzioni. L'invito poi di Marsilio, che considera eccessivo l'importo di 1 milione e 789 mila euro per il censimento agricolo, è a fare una stima delle proprietà agroforestali non strategiche da utilizzare, magari vendendole, per recuperare risorse al bilancio.

La crisi è nata dall'interno del sistema di mercato e dentro a esso si sta consumando, ha affermato Roberto Antonaz (SA-PRC) ricordando chi sta difendendo su un tetto il proprio posto di lavoro. Cassa integrazione speciale duplicata, disoccupazione giovanile quadruplicata: viviamo in una realtà diseguale che non viene colta da questa Finanziaria che non contiene norme per rilanciare i consumi. Quanto al bilancio, il vero problema a partire dal 2010 sarà quello delle entrate. La crisi durerà anni e occorre intervenire sulle entrate - ha insistito invitando a agire contro la grande evasione fiscale di banche, imprese e assicurazioni e pensare a una tassa patrimoniale straordinaria sui grandi redditi.

Le banche non sono mai state così bene come nell'era Illy - ha affermato a sua volta Paride Cargnelutti (Pdl) ricordando gli effetti positivi dello scudo fiscale. Se oggi facciamo cassa di risonanza a tutte le categorie che protestano non facciamo un buon servizio perché nostro compito è contestualizzare la manovra di bilancio, posto che questi sono problemi di tutti. E' la prima volta che avremo un gettito inferiore del 10% - ha sottolineato ricordando però il debito della Regione e la rata di mutuo di 250 milioni che si paga per questo. Non si poteva tagliare sanità e borse di studio. Agricoltura e cultura penalizzate andranno rimpolpate durante l'anno. Dobbiamo aprire la stagione delle riforme e sarà necessario un nuovo patto istituzionale e un nuovo confronto.

Per Sandro Della Mea (PD) le priorità di Tondo per contrastare la crisi sono condivisibili ma non sufficienti, perché la crisi strutturale richiede provvedimenti diversi e incisivi. Occorrono riforme, semplificare, sfrondare, velocizzare. E anche nella sanità servono riforme organizzative e finanziarie. Quanto alle entrate, l'intervento deve considerare la centralità delle imprese. E quanto alle norme anticrisi, non sono ancora attuate per regolamenti troppo farraginosi. Oltre a una maggior attenzione per l'ambiente e l'ecologia, Della Mea che ha invitato a puntare sul risparmio energetico e a sostenere le iniziative imprenditoriali che generano occupazione e restituiscono fiscalità: purtroppo nella finanziaria non c'è traccia di ciò.

Per Enore Picco (LN) viviamo un momento di transizione, in un mondo dove è tramontato il comunismo e anche il capitalismo. Occorre razionalizzare il sistema regionale, anche per quanto riguarda cultura, enti locali, mondo produttivo e sanità: non si può aumentare la burocrazia negli ospedali, e neppure negli enti locali, ha sottolineato lamentando troppo pochi soldi per investimenti, energie rinnovabili, manutenzioni. A giugno si vedrà la vera situazione quando sapremo quante ditte avranno chiuso. (segue)