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CR: finanziaria 2010, dibattito (2)

16.12.2009
13:02
(ACON) Trieste, 16 dic - MPB - Un plauso da Franco Codega (PD) per le scelte forti a favore della famiglia, ma la sottolineatura delle numerose lacune per quanto concerne la protezione sociale: se sono adeguate le misure per ammortizzatori sociali, lavori socialmente utili, cassa integrazione, lavoratori atipici, preoccupano i tagli alle Ater (con 12 mila famiglie inattesa di alloggio), alle cooperative sociali (che attendono anche misure di carattere amministrativo), formazione professionale, cooperazione allo sviluppo (tenuto conto che sono oltre cento le organizzazioni della nostra regione che vi lavorano). E poi l'accesso ai servizi del sistema integrato vincolato ai 36 mesi di residenza. Forse la vendita di alcune proprietà regionali non strategiche potrebbe produrre le risorse necessarie.

Per Franco Iacop (PD), poiché la crisi non si risolverà nel giro di qualche mese, a preoccupare è il modo in cui la Giunta affronta l'argomento, senza segnali di prospettiva e strategia soprattutto per gli investimenti, con tagli agli interventi a favore della internazionalizzazione delle imprese. E per questo ha sottolineato che i fondi comunitari non possono essere considerati sostitutivi delle politiche regionali, piuttosto un sostegno in più.

Finanziaria difficile per Luigi Ferone (Part.Pens), per il quale a pagare la crisi sono sempre le categorie più deboli, mentre la politica dovrebbe dare futuro ai giovani e serenità agli anziani. Ci vuole un modello chiaro sugli obiettivi perché se le imprese torneranno a produrre la Regione avrà più entrate - ha detto - sottolineando l'importanza di un sostegno maggiore anche alla formazione e al sistema delle piccole e medie imprese. Occorre costruire un vero federalismo solidale, perché anche se il fondo di povertà diventa fondo di solidarietà, la sostanza non cambia.

Paolo Pupulin (PD), sottolineando le voci contrastanti sulla crisi, ha confermato la sua preoccupazione poiché la manovra non è né di severo rigore né di spinta forte per una ripresa seppur lenta. Ci voleva più coraggio nella ricerca delle risorse, magari con qualche vendita, non certo quella di Mediocredito, ha sottolineato condividendo - su altro versante - la scelta di semplificazione, con l'avvertenza però a non bloccare il sistema proprio quando ha bisogno di funzionare al massimo e soprattutto a evitare pericolose scorciatoie. Meglio concentrare più risorse sui lavori di pubblica utilità che su quelli socialmente utili, trasferendole subito ai comuni.

Per Alessandro Tesini (PD) occorre ridare senso alla discussione generale, di fronte alla rassegnata passività con cui viene presentata questa Finanziaria, la peggiore di tutta la storia, che non voteremo - ha detto - pur pronti a dare il nostro contributo. E sottolineando l'assenza del presidente della Regione Tondo, ha invitato a chiarire come si intenda raddrizzare la baracca anche alla luce delle contrastanti dichiarazioni che vengono fatte al di fuori dell'Aula, in altre sedi. Il dibattito sul futuro della Regione non può avvenire fuori di qui, ha aggiunto con una nota fortemente critica sull'uso del fondo della vivibilità.

I problemi del Friuli Venezia Giulia sono quelli di un'area europea, ha detto Massimo Blasoni (Pdl) evidenziando il dato sotteso alla Finanziaria della dinamica tra gettito tributario e spesa. Questa Finanziaria non è la via per raddrizzare la baracca, ma si incardina di un processo di semplificazione, di tenuta degli enti, di sostegno (vedi sanità, codice dell'edilizia, ammortizzatori).

Poiché è la prima volta che questa regione vive il dramma di una spesa complessiva inferiore agli anni precedenti, ciò va trattato come uno stato di eccezionalità e le cose ordinarie non servono - ha affermato Mauro Travanut (PD). Le cose che avete fatto sono anche di buon senso, ma non sono in grado di risolvere, qui mancano le idee e il respiro politico per risollevare le cose, ha aggiunto portando ad esempio la scelta del Trentino che, pur avendo una maggioranza diversa da quella nazionale, ha ottenuto l'inserimento per sé nella Finanziaria dello stato di un intervento innovativo come la devoluzione.

(segue)