CR: Finanziaria 2010, dibattito (3)
(ACON) Trieste, 16 dic - DT - Qualunque ragionamento non può
prescindere dal pesante ridimensionamento - 260 milioni di euro
in meno - delle compartecipazioni Stato-Regione, ha affermato
Maurizio Franz (LN). A ogni modo la nostra prima preoccupazione è
stata di garantire il servizio sanitario, e difatti le risorse
non sono diminuite bensì incrementate. Abbiamo aumentato i
contributi per il Fondo di solidarietà e per abbattere le rette
delle case di riposo, per fare ripartire l'economia si è puntato
sulle infrastrutture, abbiamo razionalizzato il sistema
fieristico, quello dei consorzi turistici, le Comunità montane e
un'attenzione particolare c'è stata sugli ammortizzatori sociali.
Serve però un atteggiamento più convinto da parte di tutte le
forze politiche nel chiedere al Governo le somme che ci sono
dovute in attesa della riforma federale dello Stato.
L'andamento dell'economia regionale è preoccupante, ha commentato
Bruno Zvech (PD). Non credo che questa crisi si risolva ottenendo
quanto ci è dovuto dallo Stato sui decimi delle pensioni. Se
anche il Governo dovesse ripianare quanto ci deve, non avremmo
risolto nulla se non il contingente ma questa crisi non è
congiunturale, è strutturale. Il che vuol dire che negli anni a
venire ci mancheranno sempre più risorse. Bisognerà ragionare
seriamente - e in questa manovra di bilancio non è stato fatto -
da dove si ritirerà l'intervento pubblico della Regione. Non
avete fatto delle scelte quest'anno, nel 2010 sarà necessario.
Per Roberto Asquini (Misto) si tratta di una manovra onesta e
positiva in un tempo di crisi spaventoso. E' giusto sottolineare
come la Regione stia mettendo in atto un piano sulle
infrastrutture, l'unica azione seria per affrontare la crisi.
Nonostante ci paghiamo la sanità da soli, e ciò incida
pesantemente sul bilancio, l'abbiamo messa in sicurezza. I tagli
sono avvenuti in modo generale, qualche volta si è tagliato di
più, d'altra parte c'erano dei comparti - specie nella cultura -
con dotazioni finanziarie politicamente poco giustificabili.
Avrei pure tolto lo sconto IRAP alle banche, oggi più che mai
inaccettabile, mentre sulla benzina scontata si poteva rivedere -
e non è stato fatto - il sistema superando così anche le
eccezioni dell'UE.
Ci sono sacrifici obbligati, con grande responsabilità dobbiamo
individuare come spalmarli, ha sottolineato Edoardo Sasco (UDC).
Da quanto è scoppiata la crisi la maggioranza ha compiuto un
percorso virtuoso: abbiamo innanzitutto, con il primo
assestamento di bilancio, ripianato il debito; poi c'è stata la
prima Finanziaria dove abbiamo impostato le condizioni per un
intervento difensivo sulla crisi; a seguire, il pacchetto
anticrisi a giugno e, per finire, questa Finanziaria con
l'implementazione dei fondi alle famiglie. C'è un altro passo da
fare, il più difficile e non più rimandabile: non possiamo
affrontare la crisi con operazioni finanziarie, c'è la necessità
di riforme radicali nel sistema degli enti locali, della sanità,
della cultura e agricoltura.
Secondo Gianfranco Moretton (PD) siamo di fronte a un presidente
Tondo lacrimoso, che ci presenta una Finanziaria piatta, senza
prospettive di sviluppo economico, obbligata a tagliare perché
non ha risorse. Ma questo non può liberarvi la coscienza
dall'avere notevoli responsabilità nel non aver affrontato a
tempo debito la crisi e nell'operare dei tagli che non danno
speranza ai cittadini. Mettete altro denaro sulle grandi
infrastrutture, ma vi rifiutate di intervenire nei confronti del
Governo nazionale perché partecipi alla realizzazione della terza
corsia della A4, con il risultato che l'aumento del costo del
pedaggio peserà sulle imprese e i cittadini. Ed è anche per
questo che vi accusiamo di una politica sulle entrate non idonea.
A concludere il dibattito Daniele Galasso (Pdl). Sento forti
ipocrisie di fronte alla realtà da parte dell'opposizione,
davanti a questa crisi non possiamo far finta di nulla e
difendere l'esistente, saremmo degli sconsiderati. O decidiamo di
far aumentare le tasse e facciamo schiantare il sistema o
pensiamo a un nuovo modello di Regione e quindi facciamo le
riforme della sanità, della macchina regionale, dell'università,
delle Autonomie locali. Vogliamo continuare a gestire il sistema
ponendo però un controllo all'esplosione della spesa. La nostra
politica sulle entrate è efficace, abbiamo investito su sociale,
lavoro e salute, proporremo un emendamento sul personale per
ridurre le uscite. La nostra Finanziaria pensa prima alla salute,
alle famiglie e a chi perde il lavoro, ma anche a chi paga la
tasse e contribuisce a finanziare il sistema.
(segue)