Idv: Corazza, contributi cultura secondo criteri obiettivi
(ACON) Trieste, 17 dic - COM/AB - Il capogruppo dell'Italia dei
Valori in Consiglio regionale Alessandro Corazza giudica
negativamente l'arrivo - peraltro preventivato - dell'emendamento
che ripristina il sistema delle tabelle della cultura.
"La riforma avviata dall'assessore Molinaro - ha esordito Corazza
- aveva il merito di eliminare il sistema delle tabelle che,
nella pratica, non garantisce pari opportunità d'accesso a tutte
le associazioni. Oggi invece ci troviamo con un emendamento che
ripristina il vecchio sistema e con 118 associazioni in tabella e
altre 80 che hanno fatto domanda. Di fatto, una procedura che
serviva a dare contribuiti alle associazioni che avevano
carattere regionale è diventata nella prassi l'occasione per
inserire anche altre associazioni, i cui requisiti di rilevanza
regionale sono discutibili ma che, in compenso, avranno
probabilmente dei buoni sostenitori. Se non si pone un freno
all'assalto alla diligenza non ci saranno più fondi per altre
associazioni magari più meritevoli e che fanno domanda
regolarmente".
Per il dipietrista sarebbe bene invece che, per quanto attiene al
finanziamento delle attività culturali "si rimanesse nell'alveo
della legalità". Il riferimento è alla sentenza 137 del 2009
della Corte costituzionale che decretò l'incostituzionalità delle
tabelle della cultura approvate dal Consiglio regionale del Lazio
per violazione dell'articolo 3 della Costituzione. "La sentenza -
spiega Corazza - ha punito la Regione Lazio perché non ha
osservato criteri obiettivi e trasparenti nella scelta dei
beneficiari dei contributi, individuati con legge dal Consiglio
regionale invece che con atto amministrativo di Giunta. Il
rischio che si voleva evitare è che anche in Friuli Venezia
Giulia si ricadesse nella stessa mancanza di obiettività".
"Le domande di contributo - conclude Corazza - andrebbero
presentate alla direzione regionale competente in base alle
disposizioni di apposite leggi di settore e secondi criteri
obiettivi e definiti, sanciti da un regolamento; i fondi
andrebbero erogati quindi per via amministrativa e non con una
legge contro la quale, per sua stessa natura, non è possibile
alcun ricorso al TAR da parte di quelle associazioni meritevoli
che, troppo spesso, si trovano escluse dalle ripartizioni e non
riescono a spiegarsi il perché".