News


Citt: Colussi, alla cultura tagliato il 36% dei contributi

21.12.2009
16:45
(ACON) Trieste, 21 dic - COM/DT - Dedica un lungo intervento ai tagli sulla cultura in questa manovra di bilancio, il consigliere regionale dei Cittadini Piero Colussi. "A chi ritiene che, dopotutto, la Finanziaria regionale non abbia penalizzato più di tanto il mondo della cultura, come sostiene il capogruppo della Lega Nord Danilo Narduzzi, ricordo che - nonostante i 6 milioni di euro reintegrati dal voto dell'Aula - all'intero comparto mancheranno nel 2010 ben 17 milioni.

Dei 48,3 milioni del 2009 saranno disponibili solo 31: si tratta dunque del 36,2% di risorse disponibili in meno, sia per le attività che per i beni culturali del Friuli Venezia Giulia, scrive nella sua nota.

Anche se in questi giorni l'attenzione dei media e del Consiglio si è concentrata soprattutto sulle preistoriche tabelle della cultura - che ci auguriamo vengano al più presto cancellate - dobbiamo pensare che ci saranno meno soldi per il sistema delle biblioteche pubbliche, per i musei, per il Centro di catalogazione e restauro di Villa Manin, per il Mittelfest, le grandi mostre, la tutela delle lingue minoritarie, l'ARLEF, l'edilizia teatrale, i conservatori di Udine e Trieste, gli ecomusei, le leggi sul recupero e la valorizzazione dei beni culturali (archeologia industriale, architettura fortificata, e così via).

Si salvano, fortunatamente, aggiunge Colussi, solamente gli investimenti dedicati allo sviluppo del sito archeologico di Aquileia ora possibili dopo che nella scorsa legislatura è stata approvata la legge istitutiva della omonima Fondazione. Purtroppo, di tutto questo nel dibattito in Aula se n'è parlato pochissimo: segno evidente che si tratta di cose ritenute di scarsa importanza.

Venendo alle attività culturali - grazie anche alla straordinaria mobilitazione dei cittadini che a migliaia in tutta la regione hanno firmato l'appello al presidente Tondo contro i tagli alla cultura - va detto che il mondo del teatro alla fine è riuscito a limitare i danni con una riduzione oscillante fra il 5 e il 15%. Meno bene, invece, è andata a quello del cinema e dell'audiovisivo che si troverà a fare i conti con un severo -20,5% di risorse.

Le 118 associazioni ed enti inseriti l'anno scorso in tabella e confermati - senza le necessarie verifiche previste dalla legge - anche per il 2010 vedranno riduzioni sensibili frutto della riduzione delle tre fasce di merito. Questo significa che gran parte dei progetti e delle necessità delle associazioni culturali più piccole non potranno più essere prese in considerazione.

La Finanziaria 2010 prevede invece - e questo è senz'altro un segnale positivo - la rinascita sotto nuove spoglie dell'Orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia: infatti, per questo importante progetto è disponibile un finanziamento di 1.150.00 euro. C'è da chiedersi, commenta ancora, se davvero servisse provocare il ribaltone di quest'estate con la contestata e traumatica chiusura dell'orchestra e il tutti a casa della cinquantina di musicisti. Le prime mosse dei prossimi mesi ci permetteranno di capire tutto questo.

Su di un punto, però, sembra esserci una significativa convergenza: la necessità di completare il percorso di riforme sulla cultura avviatosi negli anni scorsi ma rimasto ancora incompiuto. Per questi motivi ho proposto all'assessore alla Cultura Roberto Molinaro di programmare entro l'anno prossimo gli Stati generali della cultura e dello spettacolo per poter arrivare a un progetto di riforma partecipato e auspicabilmente condiviso.

Allo stesso tempo ho sottolineato il fatto che non è più rinviabile - pena il ripetersi di imbarazzanti dispute sui dati statistici come abbiamo visto fare fra il Teatro Rossetti di Trieste e gli altri enti della regione - l'istituzione dell'Osservatorio della cultura e dello spettacolo, strumento di analisi e di monitoraggio della vita culturale della regione già previsto, peraltro, nella nuova legge sullo spettacolo dal vivo approvata all'inizio del 2008.

Garcia Lorca ricordandoci che "la cultura costa, ma l'incultura costa di più", ci ha fornito la chiave di lettura più appropriata per affrontare con lungimiranza questa sfida per il futuro del nostro territorio, smentendo clamorosamente anche le parole del presidente della Regione Renzo Tondo che nel suo intervento a conclusione del dibattito sul bilancio si è detto nemico del partito della spesa, dove per spesa si riferiva proprio alla cultura. Forse - conclude Colussi - bisognerebbe che qualcuno riuscisse a fargli capire che si tratta anche di una risorsa e di un'opportunità e non solo di un costo".