Pari opportunità: norma in Finanziaria, incontro con Tondo
(ACON) Trieste, 22 dic - COM/DT - L'ufficio di presidenza della
Commissione Pari opportunità e la Rete regionale delle
consigliere di parità chiedono con urgenza un incontro con il
presidente Renzo Tondo. Non basta: si riservano anche di valutare
tutti i percorsi giuridici possibili e discutere la situazione
delle pari opportunità in Regione con le rappresentanze degli
enti locali e delle associazioni.
A far arrabbiare la presidente della Commissione Pari opportunità
Santa Zannier, le due vicepresidenti Annarosa Martel e Annamaria
Mozzi, la consigliera di parità regionale Maria Grazia Vendrame e
quelle provinciali Flavia Maraston (per Pordenone), Catia
Pagnutti (per Udine), Wally Trinca (per Trieste) e Fulvia Raimo
(per Gorizia), è l'emendamento "approvato dopo le 23 di venerdì
scorso - si legge in una nota - che rischia di passare in sordina
quando invece rappresenta un grave arresto nel percorso verso
l'uguaglianza di genere.
Dobbiamo prendere atto, nostro malgrado, che le azioni che
prevedono una chiara disparità di genere riescono a coalizzare il
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. La legge regionale
17 del 2007, infatti, annotano ancora, prevedendo un rimborso
forfetario aggiuntivo per i Gruppi consiliari che comprendono
componenti del genere sottorappresentato, mette in atto una delle
azioni positive che gli organismi di parità devono sempre
sostenere e promuovere.
L'emendamento approvato di fatto provoca l'effetto contrario nei
confronti delle donne che liberamente dovrebbero poter decidere
il proprio percorso politico che fisiologicamente può subire
variazioni come sempre è successo. La donna verrebbe quindi
penalizzata attraverso quello stesso meccanismo che è stato
introdotto per agevolarla in quanto appartenente al genere
sottorappresentato.
Il carattere discriminatorio - aggiungono - si evince anche dal
fatto che i consiglieri uomini, nel corso delle varie
legislature, in parecchi casi hanno cambiato in corso d'opera
Gruppo politico senza che mai nessuno avesse eccepito nulla. La
norma generale, infatti, prevede che i rimborsi forfetari abbiano
come finalità le spese sostenute per retribuire i propri
collaboratori e per quelle necessarie a svolgere, anche nel
collegio, il proprio mandato. Per questa ragione si ritiene che
l'emendamento non abbia neppure tenuto conto della ratio della
legge.
Inoltre, non si capisce la ragione dell'applicazione retroattiva
dell'emendamento, il che è ancora più grave e sospetto, tanto più
che non sembra avere una giustificazione visto che a oggi le
consigliere elette sono solo 3 a fronte di 56 consiglieri.
Pertanto si chiede sin d'ora che ne venga data motivazione.
Spiace, infine, conclude la nota, che tutto ciò avvenga in un
momento in cui vi è stato un pronunciamento della Corte
costituzionale sui principi antidiscriminatori che, tra l'altro,
ha ammesso in una Regione la doppia preferenza al momento del
voto, cosa che a suo tempo era stata proposta anche in Friuli
Venezia Giulia e non accolta dal Consiglio regionale".