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PD: Lupieri, Piano sanitario calato dall'alto e lacunoso

11.01.2010
10:45
(ACON) Trieste, 11 gen - COM/AB - Difficilmente il chiarimento in maggioranza sul Piano socio sanitario 2010-2012 potrà essere conclusivo ed esaustivo, essendo venuta a mancare tutta l'indispensabile fase di analisi e di ragionamento. Il Piano cade dall'alto, è stato scritto a più mani senza nessun passaggio preliminare in maggioranza, nella Conferenza di Codroipo, con le Autonomie locali o con le organizzazioni sindacali. E' un Piano che non parte dall'analisi del bisogno di salute della nostra popolazione, né dall'esame dei risultati raggiunti dal Piano precedente, e nulla si dice riguardo all'alternativa all'ospedale e cioè RSA, Hospice, assistenza domiciliare, case di riposo, distretti, attività specialistica ambulatoriale sicuramente in forte crescita, o la necessità di intervenire chirurgicamente anche su persone anziane con nuove tecnologie.

L'analisi è del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri, che è vicepresidente della III Commissione consiliare Sanità, che aggiunge.

Nulla si dice nemmeno sulla prevenzione (infortunistica, veterinaria, alimenti), né sul socio sanitario (materno infantile, dipendenze, salute mentale), lasciando trasparire l'idea che domanda e bisogno rimangano immutabili nel prossimo triennio e conseguentemente il sistema sanitario non abbisogni di significative modificazioni. Tranne poi affermare che bisogna investire sull'assistenza non ospedaliera, ma senza riportarne gli strumenti attuativi.

Inoltre la sostenibilità finanziaria del Piano prevede per la sua attuazione risparmi di gestione per più di 100 milioni di euro annui. Considerando che il territorio deve crescere, ciò significherebbe diminuire i costi della rete ospedaliera di circa il 7%, imponendo un vero e proprio piano industriale di riconversione del sistema ospedaliero supportato da investimenti del tutto diversi da quelli enunciati dal Piano. Si parla di forme di contribuzione integrativa senza indicarne i contenuti e la portata finanziaria. Analogamente, non si rende esplicita la modalità con cui si ritiene di cambiare il sistema di finanziamento delle Aziende. Risulta inoltre semplicistico il solo parametro economico per avviare la strutturazione di un piano. E' noto che altri parametri come gli aspetti epidemiologici, la presenza di professionalità eccellenti, la libera scelta del cittadino paziente, le condizioni socio economiche, l'esperienza pregressa, gli investimenti effettuati in ambienti e tecnologie, devono essere valutati.

Non va poi sottovalutato che se anche il Piano è un atto amministrativo, alcuni contenuti incidono comunque sulla competenza legislativa. Infatti, il Piano demanda in più parti l'attuazione al legislatore. E, normalmente, prima si fanno le leggi e poi i piani. Vi è la necessita di modificare l'attuale impianto legislativo sui temi dei rapporti con gli Enti locali (pareri-vincoli-piano attività territoriali-piano di zona), e della programmazione aziendale. Inoltre non sono superabili i previsti pareri obbligatori statali (IRCCS) e universitari (facoltà di Medicina presso le aziende ospedaliero universitaria di Trieste e di Udine).

Su tutto il piano aleggia poi grande confusione che fa sorgere il dubbio di come possano convivere nell'attuale organizzazione una programmazione ospedaliera di area vasta coordinata dalle aziende ospedaliere (che decidono sugli ospedali di rete in capo alle ASS) e una programmazione territoriale in capo all' ASS capofila di area vasta, che deve decidere sulla quantità e qualità delle prestazioni ospedaliere da erogare ai propri cittadini in armonia con le strutture territoriali e i soggetti privati accreditati.

Per non parlare del supporto informatico, del proposto piano dell'emergenza in una paginetta, di chi sostituirà l'attività dell'Agenzia regionale, cancellata come il Centro servizi condivisi che aveva assicurato economie di decine di milioni di euro.

Auguri di cuore alla maggioranza per un buon lavoro che sarebbe stato meglio realizzare prima. Noi dell'opposizione - conclude Lupieri - siamo comunque disponibili a partecipare ai lavori per dare il nostro contributo su un tema assolutamente trasversale, che non deve avere colori politici o tessere di partito, ma è di tutti, e al quale hanno contribuito tutti per quel Servizio sanitario regionale riconosciuto il migliore in Italia e che vogliamo resti tale.