PD: Lupieri, Piano sanitario calato dall'alto e lacunoso
(ACON) Trieste, 11 gen - COM/AB - Difficilmente il chiarimento
in maggioranza sul Piano socio sanitario 2010-2012 potrà essere
conclusivo ed esaustivo, essendo venuta a mancare tutta
l'indispensabile fase di analisi e di ragionamento. Il Piano cade
dall'alto, è stato scritto a più mani senza nessun passaggio
preliminare in maggioranza, nella Conferenza di Codroipo, con le
Autonomie locali o con le organizzazioni sindacali. E' un Piano
che non parte dall'analisi del bisogno di salute della nostra
popolazione, né dall'esame dei risultati raggiunti dal Piano
precedente, e nulla si dice riguardo all'alternativa all'ospedale
e cioè RSA, Hospice, assistenza domiciliare, case di riposo,
distretti, attività specialistica ambulatoriale sicuramente in
forte crescita, o la necessità di intervenire chirurgicamente
anche su persone anziane con nuove tecnologie.
L'analisi è del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri, che
è vicepresidente della III Commissione consiliare Sanità, che
aggiunge.
Nulla si dice nemmeno sulla prevenzione (infortunistica,
veterinaria, alimenti), né sul socio sanitario (materno
infantile, dipendenze, salute mentale), lasciando trasparire
l'idea che domanda e bisogno rimangano immutabili nel prossimo
triennio e conseguentemente il sistema sanitario non abbisogni di
significative modificazioni. Tranne poi affermare che bisogna
investire sull'assistenza non ospedaliera, ma senza riportarne
gli strumenti attuativi.
Inoltre la sostenibilità finanziaria del Piano prevede per la sua
attuazione risparmi di gestione per più di 100 milioni di euro
annui. Considerando che il territorio deve crescere, ciò
significherebbe diminuire i costi della rete ospedaliera di circa
il 7%, imponendo un vero e proprio piano industriale di
riconversione del sistema ospedaliero supportato da investimenti
del tutto diversi da quelli enunciati dal Piano. Si parla di
forme di contribuzione integrativa senza indicarne i contenuti e
la portata finanziaria. Analogamente, non si rende esplicita la
modalità con cui si ritiene di cambiare il sistema di
finanziamento delle Aziende. Risulta inoltre semplicistico il
solo parametro economico per avviare la strutturazione di un
piano. E' noto che altri parametri come gli aspetti
epidemiologici, la presenza di professionalità eccellenti, la
libera scelta del cittadino paziente, le condizioni socio
economiche, l'esperienza pregressa, gli investimenti effettuati
in ambienti e tecnologie, devono essere valutati.
Non va poi sottovalutato che se anche il Piano è un atto
amministrativo, alcuni contenuti incidono comunque sulla
competenza legislativa. Infatti, il Piano demanda in più parti
l'attuazione al legislatore. E, normalmente, prima si fanno le
leggi e poi i piani. Vi è la necessita di modificare l'attuale
impianto legislativo sui temi dei rapporti con gli Enti locali
(pareri-vincoli-piano attività territoriali-piano di zona), e
della programmazione aziendale. Inoltre non sono superabili i
previsti pareri obbligatori statali (IRCCS) e universitari
(facoltà di Medicina presso le aziende ospedaliero universitaria
di Trieste e di Udine).
Su tutto il piano aleggia poi grande confusione che fa sorgere il
dubbio di come possano convivere nell'attuale organizzazione una
programmazione ospedaliera di area vasta coordinata dalle aziende
ospedaliere (che decidono sugli ospedali di rete in capo alle
ASS) e una programmazione territoriale in capo all' ASS capofila
di area vasta, che deve decidere sulla quantità e qualità delle
prestazioni ospedaliere da erogare ai propri cittadini in armonia
con le strutture territoriali e i soggetti privati accreditati.
Per non parlare del supporto informatico, del proposto piano
dell'emergenza in una paginetta, di chi sostituirà l'attività
dell'Agenzia regionale, cancellata come il Centro servizi
condivisi che aveva assicurato economie di decine di milioni di
euro.
Auguri di cuore alla maggioranza per un buon lavoro che sarebbe
stato meglio realizzare prima. Noi dell'opposizione - conclude
Lupieri - siamo comunque disponibili a partecipare ai lavori per
dare il nostro contributo su un tema assolutamente trasversale,
che non deve avere colori politici o tessere di partito, ma è di
tutti, e al quale hanno contribuito tutti per quel Servizio
sanitario regionale riconosciuto il migliore in Italia e che
vogliamo resti tale.