IV Comm: linee guida governo territorio, audizioni (2)
(ACON) Trieste, 13 gen - DT - Dopo l'illustrazione delle linee
guida della riforma per il governo del territorio da parte
dell'assessore Seganti, la IV Commissione ha avviato una serie di
audizioni.
Due le richieste della Federazione regionale delle piccole e
medie imprese e del Collegio dei periti di Udine: la massima
concertazione sui nuovi strumenti di pianificazione e la
previsione di procedure snelle per superare una burocrazia che
rallenta qualsiasi operazione. Positivo, poi, l'esplicito
riconoscimento del ruolo fondamentale dei Comuni che
conserveranno un ruolo da protagonista nelle politiche del
territorio. Un aspetto, questo, sottolineato anche dall'ANCI che
ha giudicato positivo e innovativo il documento della Regione.
Si dichiara preoccupata la Federazione degli agronomi e
forestali: il provvedimento della Giunta, si dice, non può essere
soltanto un quadro di riferimento, deve dare anche quantità,
localizzazioni, regole, disciplina. Il Comune, vero protagonista
nella scelta pianificatoria, necessita di riferimenti certi.
Altrimenti, qualsiasi elemento di incertezza può portare al
tracollo del territorio agricolo e rurale.
Per Confcommercio il processo partecipativo messo in atto è
fondamentale che prosegua fino alla formulazione della legge. E
poi sono altre due le proposte: tenere conto e rapportarsi con il
Piano commerciale, una normativa comunitaria in dirittura
d'arrivo, e considerare nell'elaborazione del piano del
territorio anche il turismo, fonte economica importante per
questa regione.
Il Comitato regionale dei geometri si dichiara favorevole a
ridurre lo smisurato consumo del territorio (e per questo occorre
puntare sulla condivisione di obiettivi e procedure tra Comuni
contermini per qualsiasi insediamento edilizio), così come
concorda sulla riduzione dei tempi burocratici. Per un corretto
governo del territorio, però, è necessario che sulle grandi opere
la Regione mantenga la sua funzione programmatica e che si presti
la massima attenzione alla specificità e alla vocazione dei
singoli territori.
Favorevole al documento l'ANCE (l'associazione dei costruttori
edili). Bene la differenziazione dei ruoli tra Comune e Regione e
l'eliminazione della frammentazione di tutti quei soggetti
competenti per la pianificazione, condivisibile il bisogno di una
razionalizzazione del territorio, ma guai a non tener conto di un
equilibrio tra obiettivi sociali ed economici. Pertanto, resta
prioritaria la politica sulla riqualificazione e il recupero
dell'esistente, soprattutto per quanto concerne i centri storici.
E se i Consorzi di sviluppo industriale esprimono apprezzamento
sulla bozza di riforma, le critiche più forti giungono dall'UPI.
Nel documento il principio di sussidiarietà viene disatteso, la
Provincia si ritrova scavalcata a favore della Regione, l'area
vasta non può essere intesa soltanto come pianificazione
intercomunale. Si definisca con chiarezza chi fa cosa, ma la
pianificazione dell'area vasta deve rimanere in capo alle
Province.
(segue)