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IV Comm: linee guida governo territorio, audizioni (2)

13.01.2010
13:08
(ACON) Trieste, 13 gen - DT - Dopo l'illustrazione delle linee guida della riforma per il governo del territorio da parte dell'assessore Seganti, la IV Commissione ha avviato una serie di audizioni.

Due le richieste della Federazione regionale delle piccole e medie imprese e del Collegio dei periti di Udine: la massima concertazione sui nuovi strumenti di pianificazione e la previsione di procedure snelle per superare una burocrazia che rallenta qualsiasi operazione. Positivo, poi, l'esplicito riconoscimento del ruolo fondamentale dei Comuni che conserveranno un ruolo da protagonista nelle politiche del territorio. Un aspetto, questo, sottolineato anche dall'ANCI che ha giudicato positivo e innovativo il documento della Regione.

Si dichiara preoccupata la Federazione degli agronomi e forestali: il provvedimento della Giunta, si dice, non può essere soltanto un quadro di riferimento, deve dare anche quantità, localizzazioni, regole, disciplina. Il Comune, vero protagonista nella scelta pianificatoria, necessita di riferimenti certi. Altrimenti, qualsiasi elemento di incertezza può portare al tracollo del territorio agricolo e rurale.

Per Confcommercio il processo partecipativo messo in atto è fondamentale che prosegua fino alla formulazione della legge. E poi sono altre due le proposte: tenere conto e rapportarsi con il Piano commerciale, una normativa comunitaria in dirittura d'arrivo, e considerare nell'elaborazione del piano del territorio anche il turismo, fonte economica importante per questa regione.

Il Comitato regionale dei geometri si dichiara favorevole a ridurre lo smisurato consumo del territorio (e per questo occorre puntare sulla condivisione di obiettivi e procedure tra Comuni contermini per qualsiasi insediamento edilizio), così come concorda sulla riduzione dei tempi burocratici. Per un corretto governo del territorio, però, è necessario che sulle grandi opere la Regione mantenga la sua funzione programmatica e che si presti la massima attenzione alla specificità e alla vocazione dei singoli territori.

Favorevole al documento l'ANCE (l'associazione dei costruttori edili). Bene la differenziazione dei ruoli tra Comune e Regione e l'eliminazione della frammentazione di tutti quei soggetti competenti per la pianificazione, condivisibile il bisogno di una razionalizzazione del territorio, ma guai a non tener conto di un equilibrio tra obiettivi sociali ed economici. Pertanto, resta prioritaria la politica sulla riqualificazione e il recupero dell'esistente, soprattutto per quanto concerne i centri storici.

E se i Consorzi di sviluppo industriale esprimono apprezzamento sulla bozza di riforma, le critiche più forti giungono dall'UPI. Nel documento il principio di sussidiarietà viene disatteso, la Provincia si ritrova scavalcata a favore della Regione, l'area vasta non può essere intesa soltanto come pianificazione intercomunale. Si definisca con chiarezza chi fa cosa, ma la pianificazione dell'area vasta deve rimanere in capo alle Province.

(segue)