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IV Comm: audizioni piani vendita ATER, i consiglieri (2)

20.01.2010
15:03
(ACON) Trieste, 20 gen - ET - Diverse le domande poste dai consiglieri che hanno preso parte alle audizioni dei presidenti delle ATER provinciali e di Tolmezzo in IV Commissione consiliare.

Alessandro Corazza (Idv) si è interessato alla necessità di rivedere i meccanismi per la determinazione dei canoni di locazione, mentre Mauro Travanut (PD) ha chiesto se nel 2009 le vendite degli alloggi sono calate in modo notevole rispetto al biennio precedente. L'aggiornamento delle graduatorie e dei requisiti d'accesso sono stati invece oggetto dell'intervento del consigliere del PD Sergio Lupieri, che ha espresso anche il timore che la vendita di alloggi Ater possa dare il via a speculazioni.

In realtà, gli alloggi che potranno essere venduti a terzi sono poco più di 180 in tutta la regione, ha evidenziato la Direzione regionale all'edilizia.

È necessario modificare i meccanismi delle graduatorie, anche perché si basano su una legge che ha più di trent'anni, ha detto Aita dell'Ater udinese. Sarebbe necessario implementare il meccanismo del canone concordato, dove la partecipazione degli utenti deve essere maggiore, comunque commisurata al reddito e non più legata alla rendita catastale dell'immobile. Gli alloggi e gli edifici hanno subito interventi che ne hanno migliorato ad esempio la resa energetica, garantendo ai locatari risparmi certi. Tutto ciò va tenuto in conto e le maggiori entrate che potrebbero derivare da un canone concordato dovrebbero dare vita a un fondo di rotazione dedicato agli investimenti. Secondo Aita, sarebbe necessario anche garantire alle Ater maggiore autonomia nel calcolo dei parametri, viste le situazioni molto diverse da provincia a provincia. Per quanto riguarda le vendite di alloggi nel 2009, l'Ater di Udine ha dovuto ricomprare 7 alloggi venduti nei decenni scorsi perché i proprietari non erano più in grado di sostenere il pagamento delle rate.

La vendita di alloggi fatiscenti a terzi, porta alla razionalizzazione del patrimonio, secondo la presidente Unfer dell'Alto Friuli. Per quanto riguarda i canoni, sarebbe auspicabile un abbassamento del tetto del reddito di decadenza - che ora arriva anche a 60mila euro annui - in modo da garantire più disponibilità di alloggi a chi ha redditi bassi. Sebbene i locatari con redditi superiori garantiscono entrate più congrue alle Ater, è necessario dare più spazio alle fasce più deboli.

Per la presidente Lusa, l'aumento del sostegno all'edilizia convenzionata consentirà alle Ater di aprire anche a fasce intermedie della popolazione, diminuendo il numero di domande di locazione in regola e giacenti. La diminuzione del Fondo sociale regionale per le Ater ha comportato per Trieste la perdita di 2,3 milioni di euro, fondi recuperati con l'aumento del canone e diminuzione degli interventi di manutenzione.

Metà degli appartamenti di proprietà dell'Ater di Gorizia - 2000 su un totale di 4000 - sono affittati in fascia A, con canoni che vanno dai 30 ai 60 euro mensili. Grion ha spiegato che si è optato per dei lievi rialzi ai canoni, nell'ordine del 3%, per sopperire alla diminuzione del Fondo sociale e sono stati dimezzati i piani di investimento. Nel 2009 l'Ater di Gorizia ha inoltre ricevuto 167 domande di riduzione del canone, proprio a causa delle diminuzione del reddito dei locatari.

Al termine dell'audizione, il presidente Colautti ha sottolineato la necessità di considerare in sede di variazioni di bilancio un adeguamento del Fondo sociale e l'impegno a definire in breve l'Accordo di programma tra le Ater e la Regione. Dal 2011 in poi, ha evidenziato Colautti, i fondi a disposizione saranno di 24 milioni. Nonostante la congiuntura economica, ha concluso, sarà importante percorrere anche la strada del canone concordato, creando sinergie con soggetti che non siano solo la Regione e lo Stato.

(fine)