IV Comm: audizioni piani vendita ATER, i consiglieri (2)
(ACON) Trieste, 20 gen - ET - Diverse le domande poste dai
consiglieri che hanno preso parte alle audizioni dei presidenti
delle ATER provinciali e di Tolmezzo in IV Commissione
consiliare.
Alessandro Corazza (Idv) si è interessato alla necessità di
rivedere i meccanismi per la determinazione dei canoni di
locazione, mentre Mauro Travanut (PD) ha chiesto se nel 2009 le
vendite degli alloggi sono calate in modo notevole rispetto al
biennio precedente. L'aggiornamento delle graduatorie e dei
requisiti d'accesso sono stati invece oggetto dell'intervento del
consigliere del PD Sergio Lupieri, che ha espresso anche il
timore che la vendita di alloggi Ater possa dare il via a
speculazioni.
In realtà, gli alloggi che potranno essere venduti a terzi sono
poco più di 180 in tutta la regione, ha evidenziato la Direzione
regionale all'edilizia.
È necessario modificare i meccanismi delle graduatorie, anche
perché si basano su una legge che ha più di trent'anni, ha detto
Aita dell'Ater udinese. Sarebbe necessario implementare il
meccanismo del canone concordato, dove la partecipazione degli
utenti deve essere maggiore, comunque commisurata al reddito e
non più legata alla rendita catastale dell'immobile. Gli alloggi
e gli edifici hanno subito interventi che ne hanno migliorato ad
esempio la resa energetica, garantendo ai locatari risparmi
certi. Tutto ciò va tenuto in conto e le maggiori entrate che
potrebbero derivare da un canone concordato dovrebbero dare vita
a un fondo di rotazione dedicato agli investimenti. Secondo Aita,
sarebbe necessario anche garantire alle Ater maggiore autonomia
nel calcolo dei parametri, viste le situazioni molto diverse da
provincia a provincia. Per quanto riguarda le vendite di alloggi
nel 2009, l'Ater di Udine ha dovuto ricomprare 7 alloggi venduti
nei decenni scorsi perché i proprietari non erano più in grado di
sostenere il pagamento delle rate.
La vendita di alloggi fatiscenti a terzi, porta alla
razionalizzazione del patrimonio, secondo la presidente Unfer
dell'Alto Friuli. Per quanto riguarda i canoni, sarebbe
auspicabile un abbassamento del tetto del reddito di decadenza -
che ora arriva anche a 60mila euro annui - in modo da garantire
più disponibilità di alloggi a chi ha redditi bassi. Sebbene i
locatari con redditi superiori garantiscono entrate più congrue
alle Ater, è necessario dare più spazio alle fasce più deboli.
Per la presidente Lusa, l'aumento del sostegno all'edilizia
convenzionata consentirà alle Ater di aprire anche a fasce
intermedie della popolazione, diminuendo il numero di domande di
locazione in regola e giacenti. La diminuzione del Fondo sociale
regionale per le Ater ha comportato per Trieste la perdita di 2,3
milioni di euro, fondi recuperati con l'aumento del canone e
diminuzione degli interventi di manutenzione.
Metà degli appartamenti di proprietà dell'Ater di Gorizia - 2000
su un totale di 4000 - sono affittati in fascia A, con canoni che
vanno dai 30 ai 60 euro mensili. Grion ha spiegato che si è
optato per dei lievi rialzi ai canoni, nell'ordine del 3%, per
sopperire alla diminuzione del Fondo sociale e sono stati
dimezzati i piani di investimento. Nel 2009 l'Ater di Gorizia ha
inoltre ricevuto 167 domande di riduzione del canone, proprio a
causa delle diminuzione del reddito dei locatari.
Al termine dell'audizione, il presidente Colautti ha sottolineato
la necessità di considerare in sede di variazioni di bilancio un
adeguamento del Fondo sociale e l'impegno a definire in breve
l'Accordo di programma tra le Ater e la Regione. Dal 2011 in poi,
ha evidenziato Colautti, i fondi a disposizione saranno di 24
milioni. Nonostante la congiuntura economica, ha concluso, sarà
importante percorrere anche la strada del canone concordato,
creando sinergie con soggetti che non siano solo la Regione e lo
Stato.
(fine)