PD: Travanut, immorale il premio all'ad di Autovie Venete
(ACON) Trieste, 25 gen - COM/DT - "Oggi - si legge in una nota
del consigliere regionale del PD Mauro Travanut - si riunisce il
consiglio di amministrazione di Autovie Venete per decidere, tra
l'altro, il premio di risultato da accordare all'amministratore
delegato Dario Melò e il cambio del parco macchine di
rappresentanza che lo stesso Melò non ritiene consono alla
funzione che ricopre nell'ambito della società regionale.
"Ancora una volta - prosegue Travanut - il presidente della
Regione Renzo Tondo predica bene ma razzola male. Infatti, se da
un lato dice di tagliare a destra e a manca per contenere le
spese (e, per inciso, in alcuni settori i tagli non sono proprio
comprensibili), dall'altro sostiene l'amico Melò perché gli venga
concesso un premio di risultato, da sommarsi al suo già
considerevole compenso.
"Il premio - aggiunge Travanut - verrà concesso qualora Melò
concretizzi, ad esempio, la sottoscrizione dell'atto aggiuntivo
alla convergenza Autovie-Anas che darà il via al piano
finanziario della concessionaria per la realizzazione della terza
corsia. A nostro avviso questi risultati non dovrebbero prevedere
premi perché attengono alla funzione che Melò è stato chiamato a
ricoprire. Questo significa che i tagli si fanno dove non si
scontentano gli amici.
"L'altro punto all'ordine del giorno pare essere quello del
rinnovo del parco macchine di rappresentanza. Credo - annota
ancora l'esponente di opposizione - che in un momento di crisi
economica in cui molte aziende e molti operai non vedono
prospettive per il lavoro, in un momento in cui la Regione con il
bilancio ha tagliato in diversi settori mettendo in sofferenza
centinaia di attività di vario genere e ha prospettato una
razionalizzazione nel settore sanitario scontentando tutti,
maggioranza compresa, in questa situazione credo che parlare di
premi e di rinnovo del parco macchine sia proprio inopportuno e
perfino immorale a fronte delle migliaia di lavoratori in cassa
integrazione o disoccupati e delle aziende in sofferenza.
"Siamo stanchi - conclude Travanut - di sentire le prediche del
presidente Tondo che invita tutti alla sobrietà e poi, quando
spetta a lui essere sobrio, accontenta senza batter ciglio le
richieste e i capricci di persone che lui stesso ha imposto alla
guida delle società regionali".