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PD: Travanut, immorale il premio all'ad di Autovie Venete

25.01.2010
13:07
(ACON) Trieste, 25 gen - COM/DT - "Oggi - si legge in una nota del consigliere regionale del PD Mauro Travanut - si riunisce il consiglio di amministrazione di Autovie Venete per decidere, tra l'altro, il premio di risultato da accordare all'amministratore delegato Dario Melò e il cambio del parco macchine di rappresentanza che lo stesso Melò non ritiene consono alla funzione che ricopre nell'ambito della società regionale.

"Ancora una volta - prosegue Travanut - il presidente della Regione Renzo Tondo predica bene ma razzola male. Infatti, se da un lato dice di tagliare a destra e a manca per contenere le spese (e, per inciso, in alcuni settori i tagli non sono proprio comprensibili), dall'altro sostiene l'amico Melò perché gli venga concesso un premio di risultato, da sommarsi al suo già considerevole compenso.

"Il premio - aggiunge Travanut - verrà concesso qualora Melò concretizzi, ad esempio, la sottoscrizione dell'atto aggiuntivo alla convergenza Autovie-Anas che darà il via al piano finanziario della concessionaria per la realizzazione della terza corsia. A nostro avviso questi risultati non dovrebbero prevedere premi perché attengono alla funzione che Melò è stato chiamato a ricoprire. Questo significa che i tagli si fanno dove non si scontentano gli amici.

"L'altro punto all'ordine del giorno pare essere quello del rinnovo del parco macchine di rappresentanza. Credo - annota ancora l'esponente di opposizione - che in un momento di crisi economica in cui molte aziende e molti operai non vedono prospettive per il lavoro, in un momento in cui la Regione con il bilancio ha tagliato in diversi settori mettendo in sofferenza centinaia di attività di vario genere e ha prospettato una razionalizzazione nel settore sanitario scontentando tutti, maggioranza compresa, in questa situazione credo che parlare di premi e di rinnovo del parco macchine sia proprio inopportuno e perfino immorale a fronte delle migliaia di lavoratori in cassa integrazione o disoccupati e delle aziende in sofferenza.

"Siamo stanchi - conclude Travanut - di sentire le prediche del presidente Tondo che invita tutti alla sobrietà e poi, quando spetta a lui essere sobrio, accontenta senza batter ciglio le richieste e i capricci di persone che lui stesso ha imposto alla guida delle società regionali".