VI Comm: illustrato pdl su modifiche assegni di studio
(ACON) Trieste, 26 gen - DT - Potrebbe cambiare la normativa
sugli assegni di studio. Un nuovo criterio di erogazione dei
contributi regionali a chi iscrive il figlio nelle scuole non
statali viene previsto dalla proposta di legge illustrata alla VI
Commissione consiliare (presieduta da Piero Camber, Pdl) e
sottoscritta dall'intera maggioranza: Pdl, LN, UDC, Gruppo Misto
e Partito Pensionati.
A spiegarne i dettagli, Paolo Santin (Pdl), primo firmatario del
provvedimento. La proposta di legge intende dare una soluzione
definitiva a una materia che nel corso degli ultimi anni ha visto
il susseguirsi di molteplici interventi normativi. Ma è limando
alcuni articoli di una legge datata 1991 (precisamente la 14) che
si innesta il provvedimento della maggioranza. Prima modifica, le
modalità per la determinazione degli assegni di studio: non più
ISEE, ma reddito familiare imponibile con un tetto di 60 mila
euro (un modello ripreso, seppur con qualche aggiustamento, dal
Veneto). Da questo importo si scalano le deduzioni che dovranno
tener conto di tre parametri: il numero dei componenti a carico
del nucleo familiare (ognuno vale seimila euro all'anno),
eventuali situazioni di difficoltà della famiglia (disabilità e
invalidità su tutte, e si va da una detrazione di 1500 a 1200
euro), e il pagamento di un affitto registrato, che vale 1500
euro di deduzione.
Rispetto alla norma del Veneto, è stata introdotta una franchigia
di 500 euro sui redditi derivanti da attività finanziarie.
L'importo così determinato viene denominato situazione economica
equivalente del nucleo familiare.
E se si prevede che la misura dell'assegno (differenziato a
secondo si tratti di elementari, medie o superiori) possa essere
determinata anche sulla base del merito scolastico (pertanto una
bocciatura comporta la perdita del contributo regionale), a
seconda dell'imponibile cambierà pure la misura dell'assegno:
verrà ridotto al 75% per chi è compreso nella fascia tra i 30 e i
45 mila euro e al 50% per chi si trova tra i 45 e i 60 mila.
Uno degli aspetti più critici rispetto al funzionamento della
norma del 1991 è quello relativo all'incertezza nel tempo del
sostegno regionale. Ed è qui che la proposta di legge inserisce
un nuovo articolo che stabilisce che - dopo l'accoglimento della
domanda di contributo relativamente all'anno di ingresso al ciclo
di studi - la Provincia assuma un impegno pluriennale di spesa
per i restanti anni necessari al completamento degli studi.
Terza modifica, l'istruttoria delle pratiche: le scuole
provvederanno alla raccolta delle domande per la determinazione
degli assegni. La documentazione verrà trasmessa alla Provincia
competente entro il 31 ottobre. Ci sarà così un forte
alleggerimento delle incombenze da parte delle famiglie, che
potranno presentare alla scuola i dati sul loro reddito
semplicemente con un'autocertificazione.
Infine, l'entrata in vigore: la norma decorrerà a partire dal
prossimo anno scolastico.
(immagini tv)