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VI Comm: illustrato pdl su modifiche assegni di studio

26.01.2010
11:17
(ACON) Trieste, 26 gen - DT - Potrebbe cambiare la normativa sugli assegni di studio. Un nuovo criterio di erogazione dei contributi regionali a chi iscrive il figlio nelle scuole non statali viene previsto dalla proposta di legge illustrata alla VI Commissione consiliare (presieduta da Piero Camber, Pdl) e sottoscritta dall'intera maggioranza: Pdl, LN, UDC, Gruppo Misto e Partito Pensionati.

A spiegarne i dettagli, Paolo Santin (Pdl), primo firmatario del provvedimento. La proposta di legge intende dare una soluzione definitiva a una materia che nel corso degli ultimi anni ha visto il susseguirsi di molteplici interventi normativi. Ma è limando alcuni articoli di una legge datata 1991 (precisamente la 14) che si innesta il provvedimento della maggioranza. Prima modifica, le modalità per la determinazione degli assegni di studio: non più ISEE, ma reddito familiare imponibile con un tetto di 60 mila euro (un modello ripreso, seppur con qualche aggiustamento, dal Veneto). Da questo importo si scalano le deduzioni che dovranno tener conto di tre parametri: il numero dei componenti a carico del nucleo familiare (ognuno vale seimila euro all'anno), eventuali situazioni di difficoltà della famiglia (disabilità e invalidità su tutte, e si va da una detrazione di 1500 a 1200 euro), e il pagamento di un affitto registrato, che vale 1500 euro di deduzione.

Rispetto alla norma del Veneto, è stata introdotta una franchigia di 500 euro sui redditi derivanti da attività finanziarie. L'importo così determinato viene denominato situazione economica equivalente del nucleo familiare.

E se si prevede che la misura dell'assegno (differenziato a secondo si tratti di elementari, medie o superiori) possa essere determinata anche sulla base del merito scolastico (pertanto una bocciatura comporta la perdita del contributo regionale), a seconda dell'imponibile cambierà pure la misura dell'assegno: verrà ridotto al 75% per chi è compreso nella fascia tra i 30 e i 45 mila euro e al 50% per chi si trova tra i 45 e i 60 mila.

Uno degli aspetti più critici rispetto al funzionamento della norma del 1991 è quello relativo all'incertezza nel tempo del sostegno regionale. Ed è qui che la proposta di legge inserisce un nuovo articolo che stabilisce che - dopo l'accoglimento della domanda di contributo relativamente all'anno di ingresso al ciclo di studi - la Provincia assuma un impegno pluriennale di spesa per i restanti anni necessari al completamento degli studi.

Terza modifica, l'istruttoria delle pratiche: le scuole provvederanno alla raccolta delle domande per la determinazione degli assegni. La documentazione verrà trasmessa alla Provincia competente entro il 31 ottobre. Ci sarà così un forte alleggerimento delle incombenze da parte delle famiglie, che potranno presentare alla scuola i dati sul loro reddito semplicemente con un'autocertificazione.

Infine, l'entrata in vigore: la norma decorrerà a partire dal prossimo anno scolastico.

(immagini tv)