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PD: Moretton ricorda la figura e l'azione politica di Biasutti

29.01.2010
14:08
(ACON) Trieste, 29 gen - COM/MPB - "È mancato, dopo una lunga e dolorosa malattia, affrontata con grande coraggio e dignità, Adriano Biasutti, storico esponente di quella Democrazia Cristiana friulana che ha saputo assicurare alla Regione Friuli Venezia Giulia un lungo percorso di sviluppo economico e sociale".

Lo ricorda così, in una nota, il capogruppo del PD in Consiglio regionale Gianfranco Moretton che afferma anche come quel percorso di sviluppo sia stato agevolato da una straordinaria stabilità politica, testimoniata dal fatto che in 30 anni (dal 1964 al 1993) si susseguirono solo tre presidenti della Giunta, tutti e tre democristiani, Berzanti, Comelli e appunto Biasutti.

"Biasutti aveva iniziato la sua carriera politica nelle file di "Forze Nuove", corrente DC legata alla sinistra sindacale, vicino alla Cisl, che contava allora su uomini del calibro di Giulio Pastore, Mario Toros, Livio Labor, Carlo Donat Cattin. Era diventato rapidamente uno degli uomini di punta della DC regionale, ricoprendo, nel corso degli anni, una serie di prestigiosi incarichi istituzionali e politici: consigliere regionale per 20 anni, dal 1973 al 1993; capogruppo della DC in Consiglio regionale dal 1976 al 1978; assessore regionale ai lavori pubblici ed alla ricostruzione dal 1978 al 1980, cioè in uno dei periodi più caldi e gloriosi della ricostruzione post - terremoto; assessore ai lavori pubblici dal 1980 al 1983; segretario regionale della DC dal 1983; presidente della Giunta regionale dal 1984 al 13/01/1992; deputato della DC per una legislatura.

"Uomo intelligente e deciso, di spirito laico, aveva condiviso con Comelli - prima come suo assessore alla ricostruzione e poi come suo successore alla presidenza della Giunta - un grande obiettivo, e cioè quello di utilizzare la ricostruzione post terremoto come volano dello sviluppo e della crescita del benessere del Friuli e dell'intera regione, al servizio di questo obiettivo aveva messo tutte le sue energie e la grande esperienza politica.

"Uomo di grande apertura internazionale, che aveva colto in pieno la necessità per il Friuli Venezia Giulia di anticipare le politiche di avvicinamento al blocco non allineato della Jugoslavia e al Centro Europa, rimarrà, anche dopo la sua dolorosa scomparsa, una delle figure d'indiscussa intraprendenza e lungimiranza che molto hanno fatto per lo sviluppo della nostra regione".