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PD: Lupieri, da Kosic un altro Piano sociosanitario

29.01.2010
16:20
(ACON) Trieste, 29 gen - COM/DT - "L'audizione dell'assessore alla Salute Vladimir Kosic in III commissione ha dimostrato chiaramente come sul Piano sociosanitario manchi ancora la sintesi politica di maggioranza e come la mediazione sia molto lontana e tutta ancora da scoprire". Il commento è del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri.

"L'assessore parla di cose non scritte nel Piano, il direttore centrale Basaglia, chiamato per fare economie, taglia con la mannaia, e il presidente Tondo dimostra di non essere in grado di gestire la politica sanitaria del Friuli Venezia Giulia, annota.

Quest'oggi l'assessore non è stato in grado di presentare nulla al di là della proposta di Piano già adottata dalla Giunta il 5 novembre scorso, a dimostrazione che non vi è nessuna condivisione in maggioranza.

Infatti, il Piano che Kosic ha avuto l'ardire di presentare, complice la Giunta Tondo e generando aspre critiche nella sua stessa maggioranza, è inaccettabile. Un Piano che - prosegue Lupieri - determina scollamento tra ospedale e territorio, con una cultura ospedalocentrica che indebolisce l'assistenza delle cure primarie.

Viene di fatto depotenziato il territorio e gli ospedali di rete divengono subalterni ai tre nosocomi di Trieste, Udine e Pordenone, perdendo così quell'integrazione ospedale-territorio fondamentale per la continuità assistenziale. Gravissimo il blocco del turnover nel comparto sanitario, con assunzioni che coprono il 20% di chi va in pensione senza un piano di programmazione e con una contrattazione centralizzata. Si prevede così una perdita di 2.400 operatori per gli anni 2010-2011.

L'indebolimento degli IRCCS, dovuto al dimezzamento di strutture e funzioni, farà perdere la loro capacità attrattiva confermando il sospetto che a livello nazionale vi sia la volontà di sopprimerli quali strutture pubbliche creando fondazioni di tipo privato. L'introduzione di fondi integrativi senza un ragionamento è allarmante, ancora più in quanto non sono ben definiti i livelli essenziali di assistenza.

Quindi, un Piano che porta a un indebolimento del pubblico con privatizzazioni, esternalizzazioni di servizi alla persona, ricorso alle assicurazioni. Un Piano che mette a rischio il modello di sanità pubblica del nostro servizio sanitario regionale basato sulla solidarietà, equità e universalità delle cure.

Abbiamo il tragico sospetto che pochi esponenti della maggioranza di centrodestra sappiano veramente dove si sta andando, tutti presi a salvaguardare il proprio piccolo territorio e non consapevoli che stanno stravolgendo un modello di sanità, sempre migliorabile, ma che finora aveva dato risposte positive".